Il figlio di Edda Ciano si oppone alla richiesta di danni dell'ex-fidanzata

Il figlio di Edda Ciano si oppone alla richiesta di danni dell'ex-fidanzata Il figlio di Edda Ciano si oppone alla richiesta di danni dell'ex-fidanzata In una "comparsa,, difensiva egli afferma che 3 matrimonio sfamò per colpa della giovane signora svizzera e nega che costei abbia mai sopportato delle spese • Inoltre Fabrizio Ciano domanda che sia imposta alla querelante il versamento di una cauzione di 300 mila lire - La replica della bella Haenuy Roma, lunedì mattina. Nei giorni scorsi il giovane Fabrizio Ciano ha presentato alla seconda sezione del Tribunale civile, cui è stata affidata la vertenza fra il primogenito del defunto Galeazzo Ciano, genero di Mussolini, e la bella signora di nazionalità svizzera Nadia Haenny Qlrod, una comparsa con gli argomenti difensivi in merito alla richiesta di danni da questa chiesti come conseguenza a c rottura di promessa matrimoniale ». Come si ricorderà, tempo addietro la Nadia Haenny, che già nell'agosto scorso era stata protagonista di un tentativo di suicidio, chiamò in giudizio il conte Fabrizio Ciano, e, sostenendo di aver convissuto con lui more uxorio, perchè indottavi da promessa di nozze, chiese che il Tribunale le riconoscesse il diritto ad un risarcimento di vari milioni per la delusione patita e per ie spese sostenute nella imminenza del matrimonio. Gli argomenti difensivi addotti da Fabrizio Ciano si possono così riassumere. Egli sostiene di avere conosciuta la Haenny nell'estate del 1954, a Capri, e che dopo la conoscenza strinse con lei amicizia. Conclusa l'estate, il Ciano «intendendo por termine ad una vita frivola», cercò una occupazione. E avendo necessità di perfezionarsi nella lingua inglese, partì per Londra. Nel frattempo la Haenny si fidanzò, sostiene il Fabrizio Ciano, con un americano residente a Capri, mister John Pannaack. Il legame sfumò, prosegue il giovane conte, e non per colpa dell'americano. Al rientro del Ciano dall'Inghilterra, la Haenny lo «trovò » a Roma ed ottenne di accompagnarlo a Milano per fargli compagnia. Senonchè, se la convivenza milanese avrebbe quasi portato a fioritura i fiori d'arancio, avrebbe, altresì, posto in luce aspetti negativi della psicologia e del generale comportamento della Haenny. Inseguito a Capri, ove erasi rinchiuso nella villa di famiglia, Fabrizio Ciano afferma di essersi indotto a sottostare, in un albergo di Napoli, ad un « implorato » ultimo incontro che, essendosi risolto in un rinnovato rifiuto ai matrimonio, sfociò nel tentativo di suicidio della giovane signora svizzera, di cui tanto si parlò. Superata la crisi, dopo ripetuti sondaggi, sia per una ripresa di rapporti che per una « liquidazione », la Haenny decise l'azione giudiziaria. Nel frattempo, per un senso di doverosa cavalleria, sostiene il Ciano, egli avrebbe provveduto a pagare le varie spese di degenza e permanenza a Napoli della Girod, ed avrebbe anche continuato a pagare a Milano il fitto dell'appartamento di via Duse, dove vive ancora la Haenny, fino alla scadenza del contratto, e cioè al febbraio u. a. « La convivenza milanese non fu mai sollecitata da me » — continua il Ciano — «la Haenny non sopportò spese, e la convivenza, se mai, costituì una economia, in quanto io provvedevo alle spese di entrambi ». Fabrizio Ciano lamenta di essere stato coinvolto in un boom giornalistico a carattere mondiale, dato il nome che porta, e consiglia la Haenny di recedere dal suo atteggiamento, nel suo stesso interesse. Chiede, quindi, che il giudice disponga perchè la Haenny presti una cauzione di trecentomila lire < considerata la temerarietà della lite e la pratica nullatenenza della stessa Haenny che mai consentirebbe il recupero delle spese di giustizia ». La Haenny ha replicato a tale richiesta del Ciano, appellandosi all'art. 17 della convenzione dell'Aja che fa divieto di imporre cauzione per le spese giudiziarie allo straniero, a causa di tale sua qualità. Il giudice si è riservato di decidere in merito.