L'intervento dell'on. La Malfa

L'intervento dell'on. La Malfa Al congresso del partito repubblicano L'intervento dell'on. La Malfa Due temi ampiamente trattati dall'oratore: quello dei rapporti fra i partiti democratici e il p.s.i. e quello degli indirizzi economico-sociali da seguire Roma, lunedì mattina. TJgo La Malfa ha dato ieri mi deciso colpo di timone alla discussione del Congresso repubblicano che si era mantenuta sino a quel momento su battute piuttosto interlocutorie. Il partito sente che la vecchia politica del « centrismo >, che ha dominato per quasi un decennio la vita italiana, è in fase di aggiornamento e di trasformazione. Si è reso conto delle « novità > che ha portato il governo Segni rispetto al precedente governo Sceiba. Non ha trascurato il significato della elezione di Gronchi, nè quello dell'inserimento delle sinistre nel gioco parlamentare. Ma esita a tirare le conclusioni della nuova situazione, come del resto esitano tutti gli altri partiti, di destra, di centro e di sinistra. L'ex-ministro ha riconosciuto giuste queste perplessità. Tutti sono in fase di transizione — ha fatto notare; — tutti in attesa delle elezioni amministrative e delle gravi scelte che si dovranno prendere dopo di esse. Tutti sono costretti a fare una politica che non è nè carne nè pesce: come potremmo fare eccezione «.Ha regola? Ma proprio per questo — ha aggiunto subito dopo — dobbiamo approfittare del momento di transizione, per aggiornare la nostra linea politica e non farci sorprendere, domani, dagli eventi. I temi su cui La Malfa ha maggiormente insistito sono due: quello dei rapporti tra i partiti democratici ed 11 P.S.I. è quello degli indirizzi economici da seguire per impoetare una seria politica di sviluppo democratico.'Si è spinto su entrambi' molto avanti, con una spregiudicatezza ed una chiarezza'abbastanza rare nelle discussioni politiche del nostro Paese. Non ha esitato, per ciò che riguarda il primo punto, a polemizzare duramente con gli uomini politici democratici che negarlo ogni valore alla politica impostata dai socialisti negli ultimi due anni. «Non possiamo togliere significato a questi atteggiamenti, soltanto perchè essi sono Imitati dai comunisti, nè possiamo considerare semplicisticamente il PSI come un partito totalitario e rinunciare all'apporto che esso Sotrà dare al consolidamento ella democrazia. Occorre piuttosto discutere e mettere a fuoco i motivi di convergenza e quelli di divisione >. La Malfa ha mostrato di non dare grande importanza alla rottura del patto di unità d'azione col PCI, che ha anzi giustificato come unità d'azione con la parte della classe operaia rappresentata dal PCI. Ha sottolineato, invece, che il punto più grave rimane la politica estera: « Il PSI deve dimostrare di essere effettivamente sulla linea così efficacemente illustrata da Gronchi: la distensione e la coesistenza sono possibili, nella misura in cui un blocco non tenterà di disgregare l'altro. Non vogliamo essere i Curlazi della situazione », Di notevole interesse è stata anche la impostazione della politica economico-sociale, in indiretta polemica sia col « liberismo» di destra che con lo « statalismo » di sinistra. « Oggi, secondo La Malfa, se si vo gliono migliorare veramente le condizioni del nostro popolo, se ai vuole agire concretamente e modernamente, bisogna rinunciare alle vecchie formule ed ai vecchi schematismi ideologici: ciò dì cui abbiamo bisogno non è di una politica di nazionalizzazioni ma di una politica di piena occupazione, nella quale lo Stato può e deve avere un intervento direzionale. Le nazionalizzazioni non creano ricchezza, non determinano una nuova situazione sociale. E non facciamoci neppure affascinare dal tema della compartecipazione agli utili. Quando in un Paese ci sono due milioni di disoccupati, questi sono lussi che si possono rimandare a dopo >. Non si deve pensare che tesi così ardite possano avere immediate conclusioni pratiche sul piano congressuale o su quello generale. La Malfa le ha prospettate come un contributo al rinnovamento della politica dei partiti democratici e soprattutto di quella dei « laici >, tra i quali egli auspica una sempre più stretta intesa. Saragat e Cattani, che erano in sala e che hanno successivamente portato il loro saluto ai congressisti, gli hanno subito dato affidamento. « Le piccole cose che ci divi' dono sono nulla, in confronto alle enormi cose che ci uniscono», ha detto il leader socialdemocratico. Egli ha ricordato tra l'altro la «profonda crisi morale in ciii si stanno dibattendo l'Unione Sovietica e i partiti comunisti. L'URSS sta scoprendo i valori della democrazia e della libertà che noi abbiamo scoperto da un pezzo ». Anche Cattani ha insistito sui motivi di convergenza, fugando le diffidenze che 11 termine « radicale » desta tra i più vecchi repubblicani. «Abbiamo una battaglia comune da portare avanti — ha concluso Cattani — non distruggiamoci tra noi in un catino». Enzo Forcella MCiemonte cg saglio Carta, la «belva di Esporlatu». Il fuorilegge nel novembre del 1055 uccise tre persone nel centro del proprio paese, e in due successivo sparatorie ne feri altri sei. Il conflitto al è svolto nel tarde pomeriggio di Ieri nella campagna di Oroteili, al confine tra le provinole di Sassari e Nuoro. Una pattuglia di agenti, avvistato un uomo armato, gU ha Intimato l'alt: per tutta risposta H bandito ha Imbracciato 11 moschetto, •parando un colpo In direzione degli agenti che reagivano con alcune raffiche di mitra. Sul capo del Carta pendeva una taglia di un milione.

Luoghi citati: Esporlatu, Nuoro, Roma, Sassari, Unione Sovietica, Urss