Uccise il marito con un colpo di pistola

Uccise il marito con un colpo di pistola Madre di 3 figli alle Assise di Novara Uccise il marito con un colpo di pistola Tradita e minacciata, la donna afferrò l'arma che si trovava sul comodino e sparò a bruciapelo contro la vittima immersa nel sonno - Poi andò a costituirsi Il drammatico colloquio che precedette la tragedia Novara, lunedi mattina. Bruna Condenti, l'uxoricida di Pieve Vergonte, compare stamane davanti ai giudici della nostra Corte d'Assise. Ancora giovane — Bruna Condemi ha 36 anni — l'imputata è madre di tre figli: Leonardo di 17 anni, Antonia di 13 e Rosalba di 10. Essa, il 16 giugno dello scorso anno, ha ucciso con una rivoltellata il marito Domenico Madaffarl di 38 anni, operaio presso lo stabilimento « Montecatini » di Pieve Vergonte. La gelosia è stata la causa del dramma; ma se si esamina a fondo la vicenda, si trova dell'altro: tradita, vilipesa, malmenata, la donna era giunta all'estremo limite della sopportazione. Bruna e Domenico si erano sposati giovanissimi, dlciotto anni or sono, nella nativa Condofuri (Reggio Calabria). Nacquero nel giro di pochi anni i tre figli. H marito, finita la guerra, venne nel Nord in cerca di lavoro. Ne trovò nell'Ossola e vi si stabilì. Nei primi anni scriveva a casa e mandava alla moglie del denaro; poi le missive, cosi come le rimesse in denaro, si fecero sempre più rade fino a cessare. Ridotta alla fame, Bruna Condeml decise di raggiungere il marito a Pieve Vergonte, dove giunse 11 20 luglio 1954. Qui nero l'attendeva una triste sorpresa. Il Madaffarl aveva intrecciato una relazione amorosa con una donna del luogo e della moglie non voleva più saperne; tra un litigio e una scenata, l'esistenza del coniugi si trascinò per circa un anno. Ma nel maggio dello scorso anno la situazione si era fatta Impossibile. La donna aveva sorpreso il consorte con l'amante e alle sue nuove proteste sì era vista minacciata e invitata a ritornare in Calabria. Dopo che 1 carabinieri ebbero ad occuparsi del comportamento del Madaffarl, chiamato nella zona < l'avvocato dei calabresi », gli eventt precipitarono. Il mattino del 16 giugno l'uomo rincasò alle 6 dal lavoro, di pessimo umore. Intimò ancora una volta alla moglie di far ri torno in Calabria, noi 11 dram ma. Il Madaffarl si coricò chiedendo alla moglie di lasciargli più spazio. «Già — disse la donna tu ora non hai più bisogno di me ». < Certo, non lo sai ? >, rispose il marito. Nella discussione violenta che ne segui la donna venne sputacchiata e minacciata con una grossa pistola. La Condemi piangendo abbandonò la camera. Quando, poco dopo, vi fece ritorno, 11 marito dormiva, voltandole le spalle. Sul comodino c'era la rivoltella. Vedere l'arma, impugnarla e far fuoco a bruciapelo fu l'affare di un attimo. L'uomo passò dal sonno alla morte senza un lamento. L'uxoricida rivolse l'arma contro se stessa, premette il grilletto, ma il colpo non esplose. La donna andò allora a costituirsi.

Persone citate: Bruna Condemi, Bruna Condenti, Condemi, Domenico Madaffarl

Luoghi citati: Calabria, Condofuri, Novara, Ossola, Pieve Vergonte, Reggio Calabria