L'ultimo saluto a Vanoni dei montanari della Valtellina di Giovanni Giovannini

L'ultimo saluto a Vanoni dei montanari della Valtellina Mentre gli alpini intonavano una triste canzone di trincea L'ultimo saluto a Vanoni dei montanari della Valtellina La bara, portata a spalle, era seguita dai familiari e dai ministri Gemella, Romita, Braschi, Zoli - Semplice cerimonia nella chiesetta di Morbegno, presente la madre dello scomparso - Ventimila persone, giunte da tutta la Lombardia, hanno preso parte ai funerali DAL NOSTRO INVIATO Morbegno, lunedi mattina. Dai centri più. lontani della Valtellina, da. Livigno e dalla Val Masino e dàlia Val Malenco, i montanari si sono messi in marcia prima dell'alba per scendere a Morbegno a tributare l'estremo omaggio ad Ezio Vanoni. Era già l'ora del funerale, e sui fianchi delle montagne spolverate di neve, spiccavano sui sentieri i puntini neri di coloro che affrettavano il passo dopo ore e ore di cammino. All'una c'erano a Morbegno, paese di settemila abitanti, almeno ventimila persone giunte anche da ogni parte della Lombardia con diecine di pullman, centinaia di macchine ed un treno speciale da Milano. Molti non hanno fatto a tempo ad entrare nella camera ardente nell'appartamento dei Vononi dove la fila dei visitatori era ripresa ininterrottamente dal primo mattino. Alle 13,30, il funebre corteo ha cominciato a formarsi; la bara è stata portata fuori dalla casa a spalle, mentre un reparto presentava le armi; la gente ha incominciato a incolonnarsi. Due chilometri di strada corrono fra la casa e la chiesa dell'Assunta: due chilometri di folla in movimento o in riverente attesa ai lati. Venivano avanti giovani di ogni età, dall'asilo alle elementari, alle medie alle università; seguiva una selva incredibile di gonfaloni di ogni comune della valle, dei comuni e delle provincie lombarde, dei combattenti, degli alpini, dei coltivatori diretti, dei sindacati, delle sezioni democristiane, di aseociaeioni di ogni genere, dai donatori del sangue agli sportivi. Spiccava il gruppo delle guide di Bormio, Val Masino e Vai Malenco, che un anno addietro avevano voluto fra loro Tononi come socio onorario. Poi, serrata in armi, nel lento passo scandito, una compagnia di quegli alpini del < Morbegno > — giunta appositamente da Merano — ai quali il ministro aveva rivolto un tanto affettuoso pensiero nell'ultimo discorso al Senato. E fusi con quei giovani, ripetendone il passo, i vecchi alpini in congedo con le penne svettanti sugli antichi' cappelli scoloriti. Dietro, in vesti bianche e rosse, i laici della « Confraternita dell' Assunta » alla quale V estinto apparteneva, quelli tutti in rosso dell' altra Confraternita locale del Santo Sacramento, e la lunga fila del clero salmodiante. Staccati di qualche passo, due carabinieri in alta uniforme, recano la corona del Presidente della Repubblica; ci sono solo cinque altre corone nel corteo — e sono sul carro funebre — della Corte Costituzionale, del Senato, della Camera, del Governo, della D. C. La bara è portata a spalle per l'intéro percorso da alpini in congedo, seguita dal gruppetto dfi parenti: stretti l'uno all'altro, la vedova e le due figlie, le due sorelle e il fratello. Reggono i cordoni il sottosegretario Ferrari-Aggradi, l'on. Mattei, parlamentari, docenti universitari. Seguono i ministri Gonella, Romita, Braschi (Cortese, indisposto, si è fatto rappresentare) e Zoli come presidente della D. C, i sottosegretari Valmarana, Arcaini e Buizza, moltissime altre personalità della politica, dell'economia, della cultura. Secondo la volontà dei familiari, tutto procede sem¬ plicemente. Nella chiesa dell'Assunta, dov'è in attesa anche la vecchia madre signora Luigia, il vescovo di Como mons. Bonom'ini impartisce la benedizione al feretro; sul sagrato, è II presidente della provincia di Sondrio, Melazzini, a dare il saluto della sua gente di Valtellina ad Ezio Vanoni. Lo fa con parole tanto più efficaci quanto più semplici e sincere: ricorda l'uomo che ha dato tutto al Paese, esprime il suo cordoglio alla famiglia il cui lutto è il lutto di ogni famiglia della Valtellina. Nel vicino cimitero, l'ultima benedizione, il momen¬ to di massima commozione: la madre, la vedova, le figlie baciano per l'ultima volta il feretro che scende nella tomba accanto a quello del padre Teobaldo. Fuori, gli alpini hanno intonato a mezza voce € Il comandante della compagnia >; ricomincia a cadere la neve sui monti di Valtellina, su questa terra la cui gente è oggi tutta in triste, doloroso lutto. Giovanni Giovannini La vecchia madre e 11 fratello dello scomparso. (Telefoto) Il corteo funebre per le strade di Morbegno. (Telefoto)