La Juventus supera I e balza al terzo posto

La Juventus supera I e balza al terzo posto Un goal di Col eli a nella ripresa ha deciso rincontro La Juventus supera I e balza al terzo posto Un freddo acuto, pungente, consistente, che non ha permesso nemmeno allo strato superficiale del terreno di sgelare. Si è giuocato sul ghiaccio, e, se parecchio i i giuocatori delle due parti hanno sbagliato, parecchio va loro perdonato, perchè su un simile fondo di campo difficilissimi erano sia il controllo della palla, come la tenuta in equilibrio del corpo. In questo ambiente polare, la Juventus ha battuto l'Internazionale di strettissima misura, ma meritatamente. Privi di buona parte dei loro uomini più noti, i nerazzurri hanno presentato in rampo una formazione italiana al cento per cento: niente Sltoglund, niente Vonlanthen, niente Massei, e niente nemmeno Nesti e Lorenzi. Una formazione inoltre che, non ha esagerato affatto in atteggiamenti ostruzionistici e che in certi momenti ha abbandonato perfino alcuni dei canoni fondamentali del < sistema >, pur di giuocare franco ed aperto. Ferrarlo, per esempio, non ha tenuto affatto il posto di centromediano in modo ortodosso: si è dedicato alla guardia di Boniperti, e gli è andato dietro, per il campo, seguendolo ovunque egli andasse. Niente tre terzini fissi, quindi. Quasi un ritorno al metodo, in certi momenti invece, col solo Armano che assumeva posizione arretrata per fare da sentinella a Praest. Un po' come la Juventus del resto, che, per tutto il primo tempo almeno, tenne la mezzala destra limoli dietro ai quattro avanti Il primo tempo è stato di pieno equilibrio. Oltreché nel risultato, che non ha visto nulla di fatto nè da una parte né dall'altra, anche nella quantità e nella qualità delle azioni. Giuoco veloce, e giuoco inconcludente, tanto di qua quanto di là. Il terreno impensieriva tutti, ma finiva per esporre a gravi pericoli chi difendeva, per la facilità di incorrere in errori che lasciassero il varco aperto agli avversari. E allora chi attaccava insisteva, ed i periodi di predominio dell'una squadra e dell'altra prendevano carattere di continuità. In quei primi quarantacinque minuti, più che Ghezzi, Viola ebbe a sbrigare situazioni difficili. I giovani elementi della prima linea nerazzurra, non davano prova di < timor reverenziale > di fronte^ al più completo oppositore: correvano, si davano d'attorno, e, quando giungevano a posizioni da tiro, tentavano la sorte. Essi trovavano sempre un portiere vigile ed attento. Ma gli attaccanti juventini noti facevano nemmeno quello: dopo un paio di tentativi iniziali di Vairo, Ghezzi non'lo disturbavano più che per lavoro di ordinaria amministrazione. Al riposo di metà tempo si giungeva colla constatazione che nulla si èra fatto, in quanto a risultato, assieme all'impressione, che nulla nemmeno sarebbe stato fatto nel prosieguo dell'incontro. Per mezz'ora del secondo tempo, questa impressione doveva trovare pièna conferma nei fatti. La Juventus attaccava in prevalenza. Sotto il duplice pungolo del freddo acuto e dell'ottenimento della terza vittoria consecutiva, i suoi attaccanti, al completo, cioè anche con Emoli ora, e spesso anche con Turchi, si riversavano tutti in avanti, e premevano, ed insistevano, ma di situazioni da tiro non riuscivano a farne maturare. Più pericolose, al confronto, si presentavano le avanzate dei milanesi, che godevano del vantaggio del contropiede, ed una bella occasione — forse appunto troppo bella nel modo improvviso in cui s'era verificata — veniva sciupata dalla mezz'aia Campagnoli. Alla mezz'ora precisa, finalmente l'evanescente equilibrio del nulla in fatto di punteggio veniva rotto. Coi concorso di tutta una serie di incertezze o di errori. Una avanzata sulla sinistra dei biatneoneri appoggiata su Praest, veniva infranta dalla difesa degli ospiti. Ed ecco che, nel tentativo di liberare, il mediavo Masiero mette la palla nei piedi di Boniperti. Il capitano juventino, senza fermarsi a ringraziare, esegue un lungo traversone a mezza altezza in direzione della sua destra. Ostacolato in modo falloso da Giacomazzi, Emoli, di testa, allunga ulteriormente la traiettoria verso la destra. Qui arriva in corsa Colella e si presenta solo davanti a Ghezzi. Secco duello fra i due. Il portiere esce. Colel¬ la spara alto, ma diritto innanzi a sè, sìtll'assc del corpo dell'avversario. Colto in corsa e col corpo inclinato in avanti, Ghezzi è battuto da un pallone che, in posizione eretta, egli avrebbe potuto deviare iti alto, sopra la sbarra trasversale. Cumulo di circostanze decisive nell'episodio che consacra il risultato della giornata. Se nessuno sbagliasse mai, di reti non se ne vedrebbero neanche mai. La Juventus ha avuto la possibilità di arrotondare il vantaggio subito dopo la rete di Colella, e non ne ha approfittato: un lungo traversone basso proveniente dalla destra ha attraversato l'intera area interista cogliendo tutti di sorpresa. E più tardi ancora, due attaccatiti bianconeri hanno perso un'altra bella occasione per indecisione. Hanno reagito, verso il termine, gli avanti ncroazzurri, ma con troppa ingenuità ed inesperienza per poterla spuntare su una difesa che si era fatta chiusa ed accorta. Così incompleta come era, l'Internazionale si è portata fin troppo bene. Vittorio Pozzo JUVENTUS: Viola; Corradi, Garzena; Turchi, Nay, Oppezzo; Colella, Emoli, Boniperti, Vairo, Praest. INTERNAZIONALE: Ghezzi; Vincenzi, Giàcomazzi; Masiero, Ferrarlo, Invernici; Armano, Celio. Fraschini; Campagnoli e Zambaitl. Un Intervento del portiere Ghezzi su Colella (foto Molalo) Il portiere della Juventus Viola riesce a bloccare un difficile pallone, mentre Garzeria è pronto ad intervenire (f. Molalo)