Crolla il tetto di una fabbrica sei operai scampano alla morte

Crolla il tetto di una fabbrica sei operai scampano alla morte Paurosa disgrazia in un deposito delta barriera di Francia Crolla il tetto di una fabbrica sei operai scampano alla morte Ai primi scricchiolii un giovane dà l'allarme - I pericolanti fuggono e subito dopo il soffitto sprofonda sul pavimento del primo piano - Nell'officina sottostante lavorano altri 70 operai Un pauroso crollo è avvenuto ieri pomeriggio in uno stabilimento di via Beaulard: il tetto di un edifìcio, lungo 52 metri, ha ceduto e s'è sfasciato rovinando fragorosamente' sei operai sono sfuggiti per un soffio alla morte, grazie alla loro presenza di spirito. In via Beaulard 11 ha sede la società « Orbtstlora » che commercia è tratta industrialmente pro-i dotti di erboristeria. All'edificio che dà sulla strada si attacca, perpendicolarmente, m direzione di via Rubiana, un altro edificio ad un piano, di forma assai allungata: li primo piano è adibito a magazzino della « Orbisflora », al pianterreno; ha sede un'officina per la costruzione di macchine utensili, di cui è titolare i>l signor Luigi Nigra: officina, nella quale lavorano settanta operai. Il tetto, a spiovente, è fatto di legno e di eternit e già due anni or sono, non dando eccessiva garanzia di sicurezza, veniva accuratamente robustamente puntellato. Ma nel giorni scorsi la proprietà dello Btaiblle decideva di rinforzare 11 tetto una volta per sempre e affidava l'incarico all'impresa Olivo di Gassino. Ieri mattina arrivava lo stesso signor Alfredo Olivo, di 36 anni, abitante a Gassimi in regione Quarone, accompagnato dal nipote Remigio Signori, di 16 anni e da due dipendenti Umberto Lira di 44 anni, domiciliato a Rivodora e Arsenio Dazzani di 34 anni, da Pino Torinese. I quattro Iniziavano subito l'ope iiiTiirnmriiiiiiiiiimniiiitrfiiiimiiiiiiriiiifiim ra di rimozione delle lastre di eternit e di modifica alle strutture di legno. Noi frattempo I magazzinieri della «Orbisflora» provvedevano a portar via, le casse piene di sementi e di erbe. Tutto procedeva per il meglio sino alle 16,15: la metà del tetto che è verso il cortile era quasi completamente scoperchiata, allorché il giovane Signori che con l'aiuto dello zio stava fissando un tirante avvertiva un forte scricchiolio e un tremito serpeggiante per le travature. — Zio — diceva il giovane — cosa sta succedendo? Lo zio sentiva a sua volta, gli strani rumori e gridava al Dazzani e al Lira: — Ehi, voi due, piantate 11 tutto e venite via! Mentre 1 due si precipitavano Verso 11 tetto dell'edificio ove sono gli uffici della società l'Oliva diva l'allarme anche al magazzinieri che stavano sotto. I magazzinieri, Vittorio Seghezzi di 37 anni, domiciliato in via Marsala 3 e Giuseppe Tibi di 30 anni, residente a Chivasso, udivano confusamente le grida, comunque intuivano che era più prudente fuggire. Un attimo dopo la metà del tetto già; scoperchiata, con una seriedi terribili schianti, s'afflosciava come se fosse stata di cartone. Si alzava tin denso polverone, volavano frammenti di travi e calcinacci e in tutto l'isolato si propagava una scossa simile ad un terremoto-. Il muro del magazzino dalla parte del cortile, per il contraccolpo, si piegava verso l'interno e si rigava tutto di profonde crepe. Due o tre secondi prima del crollo un operaio della ditta Nigra, Giovanni Faoro, stava passando nel cortile: udiva le concitate esclamazioni dell'Olivo e dei compagni sul tetto, capiva dell'imminenza del disastro e si avventava nell'officina urlando: — Presto. Fuori! Fuori tutti! Quasi contemporaneamente avveniva li tonfo immane. Il pavimento del magazzino, cioè il soffitto deli officina, resisteva alla botta tremenda, ma si staccava l'intonaco e una pioggia di calce pioveva sugli operai che spaventati e disorientati si accalcavano tumultuosamente verso l'uscita. Da più parti si telefonava ai vigili dol fuoco e ned giro di pochi minuti accorrevano due distac¬ camenti e l'auto-radio. Nella confusione dei momento si temeva che qualcuno l'osse rimasto sepolto sotto le macerie. Ma una breve inchiesta permetteva di stabilire che fortunatamente non c'erano né morti ne feriti e nemmeno contusi. Unica vittima, molto compianta del resto: un bel gatto ohe da tempo spadroneggiava nel magazzino dèlia « Orbisflora» e che era vezzeggiato e coccolato da tutti: la povera bestiola veniva trovata schiacciata da un palo. I vigili del fuoco constatavano che il pavimento del magazzino non presentava pericoli di crollo: e si preoccupavamo di assicurare 11 mirto Inclinato riservandosi di abbatterlo In un secondo momento. II <• npo-sqiKidr : Affrtvlo Olivo con l'operaio Arsenio Dazzuni

Luoghi citati: Chivasso, Francia, Pino Torinese