E' difficile per il cittadino russo dimenticare i vecchi giudizi su Stalin

E' difficile per il cittadino russo dimenticare i vecchi giudizi su Stalin Colloqui comm. "l'uomo della strada,, «fi Mosca E' difficile per il cittadino russo dimenticare i vecchi giudizi su Stalin Si nota una diffusa tendenza a rispettare ancora il mito del dittatore - La propaganda sovietica si interessa dell'Italia e dell'Inghilterra - La "Pravda,, sostiene che la "coesistenza pacifica,, dovrà durare per molti anni (Dal nostro corrispondente) Mosca, 21 marzo! Il discorso riservato di Kruscev è ancora argomento di conversazioni vivaci. Si cerca di capire quali opinioni e quali reazioni esso abbia suscitato tra i cittadini sovietici. I corrispondenti occidentali, quando ne hanno l'occasione, cercano di interrogare i russi che passano per la strada. Le loro risposte, naturalmente, sono avvolte nella caratteristica prudenza a cui il regime staliniano ha abituato il popolo dell'U.R.8.8. Se si può trarre una conclusione qualsiasi dalle risposte, o meglio dai bocconi di risposte che si raccoCgono qua e là, è questa. Il discórso segreto, nel quale la . critica delV « individuo » (come alcuni russi chiamano il capo scomparso il s marzo 1953) è stata affllatissima, ha suscitato nel russo medio un certo grado di comprensibile confusione. Non si può pretendere che le parole, sia pure autorevoli, di Kruscev possano cambiare nel giro di pochi giorni l'animo di moltitudini abituate durante un ventennio a venerare la figura .di Stalin. Si nota anzi una tendenza a rispettare ancora il generalissimo. Abbiamo udito molti dir cosi: « E' stato comunque un grand'uomo, che ha fatto molto per il nostro Paese. Tutti possono commettere qualche errore ». Una giovane signora ha tenuto a precisarci: « Non è vero che Kruscev abbia inteso demolire la figura di Stalin. Nel suo discorso egli ha riconosciuto i suoi meriti indiscutibili. Solo ha voluto riferire alcune cose che i cittadini sovietici ignoravano ». (Non sappiamo quanto del discorso riservato fosse noto al la nostra interlocutrice). Una certa vischiosità che si nota nella gente a non disainorarsi prontamente della figura di Stalin, ci fa capire meglio il motivo dei grandi comizi che si vanno tenendo nelle fabbriche, nelle scuole, nelle università, nei kolkoz, dove gli attivisti del partito spiegano il significato del XX Congresso e quindi l'avversione al culto di un individuo. Intanto i sovietici stanno preparando l'atmosfera per la prossima visita in Gran Bretagna di Bulganin e Kruscev, Di mano in mano che si avvicina la data del 18 aprile, au¬ mentano gli articoli di stampa e le manifestazioni di argomento inglese. Da qualche giorno a questa parte i drammi shakespeariani vengono rappresentati con maggior frequenza nei teatri della ca~ pitale sovietica. Lunedì scorso, come abbiamo riferito, l'ambasciatore inglese ha parlato alla televisione rivolgendosi direttamente al pubblico russo. ) Oggi i corrispondenti sono stati convocati al Museo Pushin, dove è stata allestita una mostra di ottanta quadri inglesi, la maggior parte dei quali provengono dall'Ermitage di Leningrado, altri, dal Museo di Kiev. La mostra ha un suo significato politico: vuol indicare, ad un mese dalla partenza per Londra de\ capi sovietici, un avvicinamento all'arte ed alla cultura britannica. Impossibile, qui, dar conto dei quadri, che appartengono al XVII, XVIII e XIX secolo. Diremo soltanto di aver ammirato un ritratto di signora di Gainsborough ed un piccolo paesaggio di Constable. La mostra presentava anche una grande collezione di oggetti inglesi d'argento, molti dei quali risalgono al Seicento e non si trovano più nemmeno in Inghilterra. La Pravda, in un articolo del corrispondente da Roma, ha dato molto rilievo all'azione che l'Italia potrebbe svolgere per aumentare la sua influenza nel Mediterraneo. L'articolista dice che è venuto il momento, per l'Italia, di salvaguardare meglio i suoi interessi nazionali che,- riguardo al Mediterraneo, sono congelati dalla partecipazione al Patto Atlantico. Affiora nella nota romana quello che sembra essere l'atteggiamento sovietico di politica estera nei confronti del nostro Paese: incoraggiare l'Italia ad accrescere la sua importanza nel Mediterraneo proprio nel momento in cui l'influenza occidentale, anche in seguito ai fatti di Cipro, è fortemente scossa. Si tratta di un'azione sottile, che vuol tener conto delle differenze di interessi che ci possono essere, specie nel Mediterraneo, tra i Paesi del Patto Atlantico. Il tema della coesistenza pacifica continua a dominare la stampa sovietica. L'altro giorno è apparso un articolo sulla Pravda molto lungo, che vuol portare qualche nuovo chiarimento. Si sa qual è lo schema teòrico sul quale i sovietici basano la coesistenza. Il socialismo, per ragioni storiche ineluttabili, essi dicono, prevarrà in tutto il mondo. Poiché la trasformazione al socialismo dei Paesi capitalisti non può essere simultanea, deve passare un certo lasso di tempo in cui i due sistemi esistono contemporaneamente nel mondo. L'articolo merita di essere notato perchè in termini più chiari del solito accenna alla durata» della coesistenza. La coesistenza, si afferma, durerà fino a che il passaggio al socialismo non sarà completato in lutto il mondo. Non affiora nessuna indicazione materiale sul numero di anni necessario a tale rivolgimento completo. L'articolista, tuttavia, riconosce che non tutti i Paesi del capitalismo sono, in questo periodo storico, arrivati alla soglia della trasformazione: comprendiamo così che i sovietici vogliono far capire che si tratta di un periodo molto lungo. Il succo dello scritto è questo: il tema della coesistenza non è, dice l'articolista, un atteggiamento tattico, provvisorio, inteso ad addormentare le difese degli occidentali per piombargli addosso d'improvviso; è invece una dottrina politica di grande respiro strategico. Possiamo osservare che, finora, i comunisti non hanno aspettato che i Paesi passassero al socialismo da sè, gradualmente, e per desiderio della maggioranza. Tutti i Paesi socialisti hanno cambiato sistema o con la rivoluzione o attraverso avvenimenti legati alla guerra. Alfredo Todisco