Hanno trascorso i giorni festivi in fondo allo voragine del Gaché

Hanno trascorso i giorni festivi in fondo allo voragine del Gaché L'impresa di cinque giovani speleologi torinesi Hanno trascorso i giorni festivi in fondo allo voragine del Gaché Approfittando della domenica seguita da San Giuseppe, sono rimasti 39 ore nel baratro, navigando nel torrente sotterraneo con un percorso di 1200 metri (Val nostro inviato speciale) Ormoa, 19 marzo. Migliaia di torinesi hanno trascorso questi due giorni di festa in Riviera o in montagna. Cinque giovani speleologi invece hanno preferito immergersi nelle viàcere della terra per un'impresa esplorativa del sistema di grotte del Marguareis, presso Upega. Entrati sabato sera ne sono usciti oggi pomeriggio, dopo una permanenza di 39 ore. Giuseppe Dematteis, di 20 anni, studente liceale; Eraldo Saracco, di 19, rappresentante; Sergio Mazzarino, di 26, radiotecnico; Renzo Gozzi, di 21. studente in medicina; Dario Ponzetto, di 20, commesso, tutti e cinque torinesi, sono 1 protagonisti di quest'impresa che, se ai profani può apparire sportiva, in realtà è stata compiuta con finalità esplorative e scientifiche. Essi appartengono al C.A.I.U.G.E.T. torinese e hanno già un'esperienza di provetti speleologi. Nel luglio-agosto dell'anno scorso parteciparono alla spedizione nelle grotte del Marguareis, che purtroppo si concluse con la morte dello speleologo triestino Lucio Mersi. L'anno scorso la spedizione, guidata dal prof. Cappello, mediante l'immissione d'una sostanza colorante — la fluoresclna — nel torrente che percorre la voragine del Gaché, accertò che le acque trovavano una via d'uscita nella grotta del Pas La spedizione dei cinque speleologi torinesi, capeggiata dal giovane Dematteis, aveva appunto lo scopo di accertare se le due grotte comunicano attraverso un paesaggio accessibile. L'epoca più adatta è stata ritenuta questa trovandosi i torrenti in periodo di magra ed essendo quindi possibile attraversarli con minor pericolo. I cinque sono partiti da Torino, su un piccolo autocarro che trasportava anche le attrezzature e l'equipaggiamento, sabato a mezzogiorno. Avevano con sè scale di corda d'acciaio, elmetti, tute impermeabili, stivaloni, torce elettriche, due battelli pneumatici, sacchi da bivacco; i viveri, di composizione particolarmente energetica, erano calcolati per otto pasti, uno ogni cinque ore, essendo di quaranta ore la durata massima prevista della spedizione. I cinque giovani speleologi sono arrivati sabato alle 19 a Upega, da dove, lasciato l'autocarro, hanno proseguito a piedi per la grotta del Pas. Qui sbuca 11 torrente di cui si ripromettevano di esplorare 11 corso in senso inverso alla corrente, e cioè dal basso In alto. Alle 22,30 essi si sono addentrati nella grotta; da quel momento, e per 39 ore, hanno perduto la sensazione del tempo: non c'era che buio, una temperatura di 10°, molto umidità, un silenzio rotto soltanto dallo scroscio delle acque. La spediz'■ ha esplorato il corso del torrente, che per due volte hanno varcato con 1 battelli pneumatici, per una lunghezza di 1200 metri. Ogni cinque ore consumavano la razione del viveri; ma se per 1 pasti hanno mantenuto una certa regolarità, non altrettanto è stato per 11 sonno. Durante l'Intera permanenza non hanno, dormito che per due periodi di circa tre ore ciascuno. II loro compito coneieteva essenzialmente in una ricognizione preliminare che potesse servire come esperienza per una successiva spedizione completa. Il risultato conseguito è pari a quanto si ripromettevano. Giunti a un sifone, che ha impedito l'ulteriore proseguimento, essi hanno considerato conclusa la loro missione e pertanto hanno deciso di rientrare. Hanno rivisto la luce oggi alle 14, e appena all'aperto sono stati avvolti da una gelida bufera di vento e neve. Raggiunta Upega sono risaliti sull'autocarro che li hn portati a Ormea; qui alle 19 hanno preso il treno per Torino. Cinque ragazzi appassionati del mistero delle grotte, delle quali parlano con semplicità e con un linguaggio rigorosamente scientifico. Tale infatti è la loro impresa. I dati ricavati — insieme con le foto e una ripresa cinematografica — serviranno a ricostruire 11 sistema idrografico sotterraneo della regione, che appunto si presenta ricco d'interesse scientifico. _ f I giovani speleologi torinesi nelle grotte del Marguareis |

Persone citate: Dario Ponzetto, Dematteis, Eraldo Saracco, Giuseppe Dematteis, Lucio Mersi, Renzo Gozzi, Sergio Mazzarino

Luoghi citati: Ormea, Torino