Sconvolto dalla morte di suo padre un giovane si fa decapitare dal treno

Sconvolto dalla morte di suo padre un giovane si fa decapitare dal treno Una famiglia colpita dalla sventura: due lutti in 13 giorni Sconvolto dalla morte di suo padre un giovane si fa decapitare dal treno Aveva 20 anni, un carattere tranquillo e normale - Era legato da una profonda venerazione al padre, che gli era spirato tra le braccia, stroncato da un infarto - Domenica l'ultima visita al cimitero e , l n e o o è è r . i o e : i n r o ||che al padre, bui da piccolo, era iiitiiiiiiitiinitiiiiiiitiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin Ieri mattina verso le 6,30 un giovane di vent'anni, al passaggio a livello dd via Guido Reni, in borgo San Paolo, si è gettato sul binari all'arrivo del direttissimo da Parigi ed è rimasto orrendamente sfracellato: da qualche ora la madre, la sorella e gli altri parenti lo stavano affannosamente cercando. Il giovane era un pastaio, Giovanni Coreino fu Clemente, nato a Casale nel 1936. Sei anni or sono la sua famiglia si trasferiva da Casale a Torino e andava ad abitare In via Monginevro 29. U padre, abilissimo meccanico, era maestro rt'ofiicma presso le scuole professionali salesiane di Maria A tifi i natrice: un uomo di gran de rettitudine e di grande equilibrio, amato e stimato da tutti. Giovanni si occupava In un pastificio della stessa via Monginevro e la madre, signora Teresa Colosrnesi, e la sorella Luigina che ora conta 28 anni restavano a casa a sbrigare le faccende domestiche. Di recente la sorella si sposava e usciva dalla famiglia, pur mantenendo costanti, affettuosi legami con i genitori e il fratello. Al principio di marzo il padre, che aveva 67 anni e che da qualche tempo soffriva di disturbi cardìaci, veniva colto da un grave collasso e doveva mettersi a letto. Il fatto allarmava i familiari, ma in modo particolare Giovanni attaccatìsslmo: il padre per lui era l'uomo più buono e più giusto-del mondo e lo amava di un sentimento che non era esagerato definire di venerazione. Quasi ogni sera, dopo cena, al tratteneva a parlare con lui e ne ascoltava con interesse e reverenza 1 racconti e 1 consigli. Le sue espressioni più comuni erano « Secondo mio padre... » oppure « Mio padre dice che... » e a chi non lo conosceva vantava con ingenuo e commovente entusiasmo le doti del genitore. Perciò il collasso lo gettava nella disperazione. Chiedeva un permesso alla sua ditta e per tre giorni e per tre notti, infaticabilmente, vegliava l'infermo, passando le notti completamente sveglio e correndo dalla farmacia all'alloggio del medico curante appena ve n'era la necessità. Purtroppo le risorse delia scienza nulla potevano contro 11 cuore stanco e logoro del signor Corslno. All'alba del giorno 6 marzo egli entrava in coma: negli ultimi Istanti, tuttavia, riprendeva conoscenza e abbracciava il figlio: e alle 7,45 gli spirava tra le braccia. Il dolore di Giovanni era straziante. Dopo il primo pianto dirotto si chiudeva in un mutismo assoluto e agli stessi familiari rispondeva a monosillabi. Gli zìi, gli amici e anche la madre e la sorella cercavano se non di rincuorarlo almeno di rianimarlo: ma ogni tentativo era Inutile, il ragazzo affondava sempre più nell'abbattimento e nella cupa tristezza. L'altro ieri pomeriggio con la madre e la sorella si re cava al cimitero a portare fiori sulla tomba del padre, Pregava a lungo e solo dopo un paio d'ore acconsentiva ad andarsene. Senza dire una parola tornava a casa e a cena toccava appena il cibo. Poi, improvvisamente, diceva al la madre: «Esco». «Dove vai?» « Cosi, sento il bisogno di una boccata d'aria... ». « Tarderai molto?». Giovanni non rlspo ide va subito. Poi mormorava: « Non so... può darsi... credo dì no... ». A mezzanotte il giovane non era ancora tornato e la madre, colta da un angoscioso presenti mento, dava l'allarme. A lei si univano nelle ricerche la sorella, il genero, altri parenti e conoscenti. Venivano visitati tutti I caffè della zona, venivano Inter rogati amici e compagni di lavoro di Giovanni: nessuno l'ave va visto. Alle 5,20, mentre 1 familiari ancora lo cercavano, il giovane arrivava al passaggio a livello di via Reni. Era buio, la località era deserta. Si udiva un fischio acuto e un rombo che si avvici nava. Nell'oscurità brillavano I fanali del locomotore del dlret tisslmo PR proveniente da Parigi, lanciato in quel punto a più di 90 chilometri orari. Il giovane si gettava sulle rotale, il macchinista nemmeno lo vedeva. Cinque minuti dopo alcuni operai che andavano al lavoro scorgevano 1 miseri resti e telefonavano al commissariato San Paolo. La madre ventre subito avvertita, ma non si sentiva di andare a rico¬ noscere 11 cadavere straziato del figlio. Nella mattinata 1 funzionari l'interrogavano: no, suo figlio non aveva nessuna ragione di uccidersi all'infuori della scossa terribile provata alla morte del padre. Quello solo era il motivo: non aveva saputo resistere ad un dolore tanto grande. - Verso le 20 di ieri sera, sulla strada La Loggia-Torino, un'auto guidata dal venticinquenne Angelo Costellaro, abitante nella nostra città, ha Investito due ciclisti che procedevano nello stesso senso. Uno del ciclisti è rimasto illeso, l'altro ha riportato ferite ed è stato ricoverato all'ospedale di Moncalleri. E' l'operaio Paolo Micai, di 56 anni, da Moncalleri: guarirà In 40 giorni.

Persone citate: Giovanni Coreino, Paolo Micai, Teresa Colosrnesi

Luoghi citati: Casale, Parigi, San Paolo, Torino