Il mostro di Pontoglio ha confessato di avere ucciso nove persone in tre mesi

Il mostro di Pontoglio ha confessato di avere ucciso nove persone in tre mesi Tutte le vittime furono assassinate a colpi di pietra Il mostro di Pontoglio ha confessato di avere ucciso nove persone in tre mesi Tre crimini orrendi prima della strage nella tabaccheria: l'uccisione per vendetta di un cugino che lo aveva denunciato, il massacro di due donne e un bambino bruciati nella loro casa e la soppressione per rapina di due coniugi (Dal nostro corrispondente) Brescia, 17 marzo. Il c mostro di Pontoglio > non è soltanto <{ massacratore della famiglia Breno: tra ieri e oggi Vitalino Morundini, di 40 anni, ha confessato altri tre crimini orrendi: la strage della cascina Sprovo di Adrara San Rocco (tre persone uccise a coljn di pietra e di bastone, e poi bruciate nel rogo della elsa), l'eccidio di Grane (marito e moglie finiti a colpi di pietra e di piccone) e l'assassinio del mandriano Giovanni Morandini, cugino del « mostro ». Sono quindi nove le vittime del massacratore. E' un « caso » agghiacciante, uno dei più spaventosi che la storia della criminologia ricordi. Soltanto Landra, forse, aveva una carica di delinquenza cosi potente, sapeva uccidere a freddo con tanta ferocia Vitalino Morandini, arrestato dopo 40 giorni di indagini, confessò di avere ucciso a colpi di pietra, il SS gennaio scorso, Cesare, Colombina ed Emilia Breno — padre, madre e figlia — nella tabaccheria di Pontoglio. Uccise per rapina, aveva bisogno di soldi; confessò con ampiezza di particolari, senza emozione; l'arma del delitto, un sasso quasi rotondo avvolto in una mantellina di lana, fu trovato dietro a un cespuglio che il massacratore indicò con precisione. C'erano altri crimini compiuti con quell'arma rudimentale ed erano tutti impuniti: il massacro di Adrara, l'eccidio di Grone, e ancora la uccisione ael mandriano Giovanni Morandini. Certi indizi portavano al « mostro », in casa del quale furono trovati indumenti e franchi francesi appartenuti alle famiglie sterminate a Grone e ad Adrara. Incominciarono gli interrogatori, ma Vitalino Aforandini seppe resistere spavaldamente per tre giorni: infine, tra ieri ed oggi, il massacratore confessò nel carcere di Canton Mombello al giudice istruttore di Bergamo, dott. Bruno Pons. Rifacciamo il cammino di sangue di Vitalino Morandini seguendo le tracce della sua confessione. Il « mostro » cominciò con l'ammettere d'avere assassinato il cugino. Fu una vendetta. Nel marzo del 'SS il Morandini veniva dimesso dalla casa di pena di Castiadas, in Sardegna, dove aveva scontato una condanna per rapina su denuncia del cugino Giovanni Morandini. L'ex-detenuto, tornato nel continente, scovò VII novembre il cugino sull'alpeggio Cantini della frazione Forno di Adrara San Rocco, intento a portare al pascolo una mucca. Lo aggredì alle spalle con una pietra, lo depredò dei pochi soldi che aveva indosso ebipcdlsVAsaqnlpcdfddrdr e ne gettò il cadavere in un burrone. Scialata la povera somma in pochi giorni, il « mostro » preparò il suo delitto più atroce. Questa volta le vittime designate . Saracino la madre, la moglie e il figlioletto Faustino, di B anni, di Giacomo Valtulini, che abitavano ad Adrara San Rocco. Il « mostro » sterminò la famigliola ancora a colpi di pietra e quindi diede fuoco alla cascina per cancellare i segni della strage. Tornò a casa con pochi biglietti da mille e qualche abito. « Ora basta, sono stanco — disse a questo punto della confessione il Morandini al giudice che insisteva sull'eccidio di Grone. — Mi dia una sigaretta, continueremo domani ». Erano le sette di ieri sera. Il dott. Pons fece riaccompagnare in cella il detenuto e oggi al'.e li tornò al carcere per riprendere l'interrogatorio. Il < mostro » non si fece pregare. Ricominciò il suo racconto esattamente dal punto interrotto il giorno avanti. Di nuovo la mancanza di danaro lo indusse al delitto. Dopo un mese aveva speso i soldi rapinati nella cascina di Adrara, e il SS dicembre prese di mira la famiglia Oberti, che abitava a Grone. Avvolse il terribile sasso rotondeggiante, il cui uso sembra abbia appreso dai banditi sardi durante la detenzione nella casa di pena di Castiadas, in un farsetto di lana e aggredì nel sonno i coniugi Battista e l i l . o o e i S a o e , ì e Carolina Oberti, di 4S e 41 anni, uccidendoli. Fece un magro bottino, e gli rimasero tra le mani i franchi francesi che era imprudente cambiare. Nessuno ebbe sospetti su di lui. Per questo critnine orrendo si ritenne di trovare un movente in questioni d'interesse, e uno dei cinque figli delle vittime venne arrestato insieme con una zia. Vitalino Morandini ha finito di dettare l'ultimo capitolo dei suoi delitti. Del massacro nella tabaccheria di Pontoglio è noto, ormai, ogni particolare. Egli ha raccontato con una tranquillità che sarebbe troppo facile definire cinismo. C'è nella sua psicologia di criminale qualche cosa che sconcerta, e forse interessa più lo psichiatra che il giudice. « Se potessi tornare indietro, prima dell'uccisione dei Breno, faresti ancora quello che hai fattot » gli è stato chiesto. < Probabilmente si > ha risposto il < mostro ». < Quanto tempo ti è occorso per sterminare i Breno t y. «Tre persone si uccidono in dieci minuti, anche se la ragazza ha tentato di reagire ». Dopo la strage di Pontoglio, Vitalino Morandini si recò in un negozio di abbigliamento e coi soldi rubati nella tabaccheria comperò un abituccio per una bambina di 6 anni che regalò alla figlia di una amica occasionale. Sono aspetti contrastanti nel comportamento dell'assassino ; lo aspetta, forse, il manicomio criminale. S. Iti* iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiimin Vitalino Morandini