Moro e Taviani intervengono presso i senatori democristiani

Moro e Taviani intervengono presso i senatori democristiani L'esame al Senato della legge sui Tribunali Militari Moro e Taviani intervengono presso i senatori democristiani Dopo i chiarimenti dei ministri, i parlamentari hanno aderito al pensiero del governo - Caute critiche delle sinistre - Oggi la votazione finale - Polemiche a Montecitorio sui calciatori stranieri Roma, 13 marzo. Il Ministro Guardasigilli Moro e il Ministro della Difesa Taviani hanno oggi svolto un'opera di persuasione presso i senatori del gruppo democristiano allo scopo di dissipare profonde perplessità che si erano manifestate tra le file della maggioranza circa l'interpretazione che il Governo aveva ritenuto di dare all'art. 103 della Costituzione riguardante la giurisdizione dei Tribunali Militari in tempo di pace. Alla Camera, come ricordammo ieri, il clima era arroventato quando la maggioranza decise di accettare la tesi che il cittadino appartiene alle Forze Armate fino al compimento del cinquantacinquesimo anno di età; ma al Senato, essendo il momento politico alquanto più sereno, il testo approvato in ottobre a Montecitorio è'stato sottoposto ad un più rigoroso esame e le scarne paiole pronunciate ieri dal senatore liberale Zanotti Bianco contro la tesi governativa hanno fatto una certa presa. Del resto lo stesso relatore di maggioranza, sen. Spallino, democristiano, non nasconde, nell'accurata relazione annessa al progetto, una diffusa incertezza nell'accettare il concetto del guardasigilli, da qui il timore da parte governativa che l'approvazione del progetto così com'era stato votato dalla Camera potesse riserbare sorprese; e da qui il passo compiuto oggi dai due Ministri. L'esito della riunione — a quanto ci è dato di sapere — è stata positiva e i senatori D.C. hanno finito con l'aderire al pensiero del Governo, pensiero che successivamente in aula è stato chiarito dal senatore democristiano 'Monni, il quale, nel giudicare che l'attuale legge rappresenta un passo in avanti, jn quanto sottrae ai Tribunali Militari i reati d'opinione, non ha escluso che la legge stessa possa essere riveduta < in un futuro più o meno prossimo >. E' la stessa linea di condotta, in fondo, che osservano anche comunisti e socialisti. Per questi ultimi ha oggi chiesto la parola il sen. Picchiotti per ricordare che l'atteggiamento delle sinistre nella votazione finale alla Camera fu frutto di saggezza, « perchè se comunisti e socialisti si fossero ostinati a votar contro il disegno di legge si sarebbe, da parte delle Procure militari, dato corso ad innumerevoli procedimenti già pronti per vilipendio alle Forze armate ». Ma è evidente — ha proseguito — che l'attuale concezione va riveduta fino a restituire alla Costituzione il valore delle sue enunciazioni che, nel «caso in discussione, non si prestano ad interpretazioni equivoche: appartenenti alle Forze armate, in una parola, è un requisito che va riconosciuto esclusiva, mente ai militari in servizio, e tutti i cittadini, anche se soggetti a richiami alle armi, debbono essere giudicati, in ca8o di colpa, soltanto dai giudici ordinari. Assai vivace è stato anche l'indipendente di sinistra senatore Saggio: « Il Governo ha abbandonato la grande strada fissata dalla Costituzione per scegliere un sentiero sdrucciolevole. Mi auguro che il Senato voglia riguadagnare la strada diritta; in caso diverso questo compito spetterà alla Corte Costituzionale ». Nelle speranze del Governo è che questa legge possa essere approvata domani e senza mutamenti. Probabilmente sarà così, dato che l'opposizione non medita di frapporre seri ostacoli. Intanto si ha notizia che sabato prossimo la legge sui Tribunali Militari sarà oggetto di un dibattito presso la sede del partito radicale. Un gruppo di interrogazioni e la continuazione, in tono dimesso, della discussione (tralasciata e ripresa più volte nelle ultime settimane) della legge per l'istituzione del Ministero delle partecipazioni statali hanno occupato l'assemblea di Montecitorio. In genere il tema « interrogazioni » non interessa l'insieme dell'Assemblea, ma oggi tutti i deputati hanno drizzato le orecchie quando si è parlato di giuoco del calcio del « veto » Andreotti sui giocatori stranieri e degli « oriundi ». Per una buona mezz'ora si è respirato in un'atmosfera sportiva Il sottosegretario Pugliese ha ricordato ad un gruppo di deputati che avevano chiesto di essere informati che la famosa circolare Andreotti diramata nell'estate del 1953 dopo la sconfitta della « nazionale » italiana ad opera degli ungheresi deve considerarsi tuttora vigente. Nell'ingaggio di atle- r; tn.ie-jti e fatta eccezione soltanto, Pper giocatori stranieri appar-1 ttenenti a famiglie di origine | ìtaliana ed altra eccezione e fatta por la sostituzione di già- calori .stranieri che cessano dall'ingaggio. In ogni caso — ha detto ili sottosegretario — le concessio-1ni di permessi di soggiorno so-1no subordinate esclusivamente al tesseramento dei giocatori presso la competente Federazione sportiva (la FIGO dal canto suo sostiene che non può tesserare alcun giocatore straniero se prima le Società non presentano, oltre al nulla osta della Federazione di provenienza, anche il visto di soggiorno della polizia). Pugliese ha concluso cicenào: «Se gli onorevoli interroganti, infine, si riferiscono al giocatore Vonlhanten, debbo, ricordare che a questo atleta il permesso di soggiorno fu accordato inizialmente solo per ragioni di lavoro, essendo egli stato richiesto come interprete da una ditta ». Gli interroganti, Calabro, Liopardi e Tarozzi, rispettivamente missino, socialista e comunista, hanno replicato con vivacità. Il primo ha giudicato « poco dignitosi » gli espedienti delle Società calcistiche « lanciate alla ricerca di antenati italiani per far considerare " oriundi " i giocatori ingaggiati; rivediamo la legislazione, richiamiamoci a quel dilettantismo che faceva vincere all'Italia i campionati mondiali di calcio ». Sugli entusiasmi del missi¬ f 111:11 ! > 11 ' t i ì 111111 ! t 1111 ' 111111111 i i e 111111 r : i [ 11111111 ; i no ha versato un po' d'acqua Lopardi: «Anche al tempo del fascismo c'erano gli oriundi, come i famosi Monti, Orsi, Guaita e Scopello. Comunque sono soddisfatto della risposta del ministro ». Il terzo deputato si è dimostrato soddisfatto a metà. la chiamato in causa Julinho, Vinicius e Da Costa per ricordare che « nessuno di questi giocatori ha mai avuto un solo antenato italiano ». Sia messo un freno — ha concluso l'anziano deputato, giornalista bolognese — alle spese folli per l'ingaggio di giocatori stranieri e si faccia finalmente una politica di risanamento dello sport nazio- na,e. j u. m. ! 11111 ( 11 t 111 f 1111 ; ; i < i ; 111 ( 111111 e 111 r 11 ; 11 111 b < 1111

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