La figlia dell'omicida racconta come il principale si invaghì di lei

La figlia dell'omicida racconta come il principale si invaghì di lei La figlia dell'omicida racconta come il principale si invaghì di lei La giovane in lacrime parla ai giudici - Al racconto, il padre che sparò sei colpi di rivoltella per onore scoppia in pianto (Dal nostro corrispondente) Pescara, 13 marzo. La ripresa del processo all'usciere che uccise il suo direttore ha fatto registrare oggi un'udienza « di lacrime ». Hanno deposto la moglie di Paolo Vetrano, la figlia Maria Pia, alcuni ex-ufiiciali che ebbero durante la guerra alle loro dipendenze l'imputato e funzionari dell'Unione Industriali. Depone per primo il dr. Ludovico Bertozzi, della « Montecatini ». che dirige lo stabilimento di Bussi. Riferisce che l'avv. Colabrese ebbe a proporgli di impiegare la Maria Ftp Vetrano, ma questa, su desiderio paterno, rifiutò perchè troppo giovane per vivere fuori di casa. Il dr. Nicolò Pellltteri, della « Petrolsud », riferisce anche su circostanze analoghe. E' quindi la volta della moglie dell'imputato, Maria Forolfl, romagnola, nata a Casale Valtegno. La donna, fra le lacrime, racconta come la figlia le fece le prime confidenze sulle avventate offerte dell'aw. Colabrese. « Mia figlia un giorno tornò a casa con un livido alla gamba sinistra; se l'era procurato urtando contro un mobile della direzione nell'atto di divincolarsi dalla stretta del direttore. Un'altra volta mi raccontò che l'avvocato l'aveva accarezzata poco paternamente e poi l'aveva baciata. Non volevo dire nulla a mio marito conoscendo i suoi principi. Un giorno, e fu il colmo — continua il racconti della signora Forolfl —, mia figlia tornò a casa e mi mostrò i suoi abiti stracciati. Solo qualche giorno dopo informai mio marito sulla gravità dei fatti ». Il marito ebbe a rispondere alla rnoglie: «Quel tipo non solo mi tratta in modo poco .gentile e mi priva del ciclo motore| ma vuole anche sedur|re mia figlia». Viene quindi chiamata a deporre Maria Pia Vetrano, la figlia dell'usciere, che involontariamente si è venuta a trovare in una posizione di centro in questa dolorosa vicenda. Appena siede davanti al Presidente prorompe in un pianto dirotto. Piange anche il padre. La ragazza racconta come divenne impiegata e come dopo breve tempo l'avv. Colabrese cominciasse a circuirla, offrendole vestiti più belli, mostrandole biglietti di ba.ica di grosso taglio, dicendole che se fosse stata più ragionevole lui le avrebbe fatto fare una vita migliore. Maria Pia respingeva ogni offerta, dicendo che aveva solo bisogno del lavoro. Col passare dei giorni la benevolenza del direttore divenne superiore al normale. < Col pretesto di dettarmi le lettere,~ l'avv. Colabrese mi chiamava a ore insolite nel suo ufficio con l'intenzione fin troppo evidente di sedurmi ». Questo episodio fu riferito subito dopo il delitto al commissario di P. S. Giuliano, ma poi davanti al magistrato la ragazza lo attenuò; oggi però In conferma in tutta la sua gravità. Maria Pia Vetrano precisa che l'interrogatorio redatto dal commissario rappresenta la verità dei fatti e « quando dissi a] Procuratore della Repubblica di avere esagerato per agevolare mio padre non riferii cosa esatta, lo feci per pudore. Confermo perciò la deposizione resa in Questura». E' poi di turno il comm. Cetteo D'Achille, presidente della Unione Industriali. Egli parla delle buone qualità del Vetrano e di quelle dell'aw. Colabrese. « Il Colabrese, — dice — proveniente dalla Confindustria di Milano, riorganizzò in breve tempo l'Unione Industriali di Pescara ». Depongono quindi due assistenti sociali dell'Unione Industriali, Alessandra Celli e Pesce Riccia, che già conoscevano le profferte del Colabrese alla Vetrano, cosa che appresero tramite confidenze fatte loro dalla ragazza. I] rag. Francesco Nicoletti, impiegato dell'Unione Industriali, racconta il drammatico episodio della mattina del delitto. Precisa che un giorno la signorina Vetrano gli disse: « Questa è l'ultima circolare che batto a macchina, poi -me ne vado dall'ufficio ». A domanda del ragioniere, la ragazza precisò: «Per colpa dell'avvocato che mi insidia continuamente ». A questo punto l'avv. Ghiotti, della difesa, esibisce una lettera che il ragioniere scrisse a Maria Pia dopo che questa si licenziò dall'ufficio. La lettera conteneva espressioni cordiali da parte degli impiegati tutti e auguri per una sistemazione migliore. Depone quindi il dr. Salvatore Giuliano, che redasse i verbali in Questura, il quale conferma la deposizione della ragazza. Anche l'usciere Romualdo Baccarini conferma le precedenti deposizioni e dice che quando fermò alle spalle il Vetrano che stava sparando sul diretto.a. lo senti gridare: « Voleva disonorare mia figlia». Chiudono il corteo testimoniale tre ex-ufticiali superiori che ebbero il Vetrano quale sergente alle loro dipendenze Tutti, in effetti, anche gli stes sì impiegati dell'Unione Industriali, hanno descritto l'imputato come uomo educato, calmo, sereno, tranquillo e nessune sa darsi una spiegazione di come sia stato capace di sparare contro il direttore. Il Presidente ha quindi rinviato la causa al 6 aprile per la discussione. _ in. a..

Luoghi citati: Casale Valtegno, Milano, Pescara, Riccia