La polemica bar-cinema al Consiglio comunale

La polemica bar-cinema al Consiglio comunale Ufi'interrogazione su «rLascìa o raddoppia» La polemica bar-cinema al Consiglio comunale li Sindaco si dichiara incompetente a decidere sulla vertenza che dovrebbe essere discussa alla Camera di Commercio - Continua la discussione del bilancio « Lascia o raddoppia » la nota rubrica della tv ha varcato le soglie del Consiglio comunale. Non con le telecamere, ma sotto forma di polemica. Il consigliere Dolza (d.c.) ha rivolto un'interrogazione al sindaco, preoccupato della vertenza sorta tra proprietari di caffè e di cinema, dopo che giovedì scorso la popolare rubrica televisiva è stata trasmessa in 23 cinematografi cittadini. < Che cosa intende fare il sindaco? Non gli sembra che sia il caso di difendere i proprietari dei bar, danneggiati dall'iniziativa? ». Il sindaco ha detto di no. Non intende, almeno per ora, interferire. Alla Camera di Commercio e all'Associazione Commercianti — egli spiega — spetta di difendere il diritto dei baristi. La seconda interrogazione, dei dott. Alpino (p.l.i.), verteva sul progetto di legge in esa-'j me a Roma: si vorrebbe fare affluire tutti i tributi turistici alla capitale per ripartirli poi secondo le necessità dei vari Enti del Turismo. Il parere del sindaco è che non vi sia nessun pericolo nell'unificazione dei tributi. Torino si opporrà invece, con tutta l'energia, alla divisione eseguita in sede nazionale. Ne ricaverebbe soltanto un danno. In questo senso si è pronunciato anche il presidente dell'E.P.T. di Torino, on. Valdo Fusi. Dopo le interrogazioni viene ripreso il dibattilo sul bilancio comunale, abbinato alla - relazione del sindaco sul quarto anno di attività dell'amministrazione civica. La parola è al dott. Alpino (p.l.i.). Secondo lui il miglioramento della situazione del bilancio è dovuto essenzialmente all'aumento della voce < tasse e diritti » (comprensiva di tutte le 33 imposte comunali, passata da 7 miliardi nel '53. a 14 miliardi nel '56. < Tuttavia il bilancio non ha assuìito l'elasticità che si poteva sperare: troppo forti i debiti, troppo alte le spese per il personale. Potrà lo sforno dei contribuenti torinesi — si chiede — sostenere ulteriori aumenti? ». Alla critica sulla politica finanziaria e tributaria del Comune, il liberale Alpino aggiunge anche una critica sull'azione, secondo lui non abbastanza energica, in difesa del patrimonio di Torino (esodo di aziende) e per rompere il cerchio d'isolamento che ci stringe (ferrovie, strade, trafori). L'on. Colla (p.c.i.) accentra le sue critiche sul pareggio del bilancio, raggiunto a suo parere rinunciando allo sgravio delle imposte indirette, all'ari' mento dei lavori pubblici, e dell'assistenza. Egli vede una contraddizione tra il pareggio. (Anzi c'è un avanzo di 607 milioni) e la situazione economica della cittadinanza che si è aggravata con l'aumento del costo della vita e con la crisi produttiva. L'oratore comunista propone che il Comune triplichi gli stanziamenti per l'assistenza il cui problema emerge dalla statistica della miseria: 1500 baracche, 7000 soffitte, 22.500 alloggi con l'acqua sul balcone, 2790 con acqua di pozzo, 10.000 torinesi < baraccati >, 25.000 nelle soffitte, 20 mila iscritti negli elenchi del poveri. Terzo oratore della aerata è l'on. Quarello (d.c). < Il bilancio — dice — risponde ad una saggia amministrazione, quella che ha saputo ridare a Torino un tono nuovo ». Egli contesta che l'avanzo del bilancio sia stato raggiunto con una pressione fiscale: il Comune, a suo parere, ha esentato i medi e piccoli redditi con criteri di così ampia larghezza da poter persino essere giudicata eccessiva. Il consigliere Castagno (psi) sostiene che il bilancio presenta un avanzo di gestione soltanto perchè le opere di cui abbisognava Torino non sono state affrontate. Il cattivo stato delle strade, è preso dall'oratore ad esempio di questa tesi. Uno dei problemi affrontati con maggior lentezza: i lavori di corso Francia. Si sono lasciati passare mesi di bel tempo per poi giustificare il ritardo con il freddo. Tocca da ultimo al consigliere Fanton (d.c): soffermandosi sull'imposta di famiglia, egli ricorda i maggiori criteri di severità che hanno permesso di aumentare il gettito di questo tributo. Traccia poi un ampio quadro della attività svolta dalla amministrazione Peyron.

Persone citate: Castagno, Dolza, Fanton, Peyron, Quarello, Valdo Fusi

Luoghi citati: Roma, Torino