Un chimico e 5 operai feriti per un'esplosione in fabbrica

Un chimico e 5 operai feriti per un'esplosione in fabbrica Un chimico e 5 operai feriti per un'esplosione in fabbrica Milano, 8 marzo. Cinque operai due dei quali si trovano ricoverati in fin di vita all'ospedale civile di Sarónno, sono rimasti feriti o gravemente ustionati in varie parti del corpo in seguito ad una esplosione, nella quale è rimasto pure ferito 'un dottore in chimica. La sciagura è avvenuta stamane, poco prima delle dieci, nel reparto « Solfonici 2° » della A.C.N.A. (Azienda colori nazionali affini), consociata del gruppo Montecatini, e nel cui stabilimento, uno dei più vasti della Lombardia, lavorano oltre un migliaio di persone fra operai e impiegati; in esso si producono vipla, polivinile, inchiostri da stampa e coloranti in genere. Gli infortunati sono: Domenico Visconti, di 43 anni, da Cermenate; Antonio Dubini, quarantasettenne, pure di Cermenate; Achille Barcella, di 35 anni, da Cogliate; Santo Galvan, di 41 anno, da Rovellasca; il dottor Aldo Metler, di 39 anni, abitante a Milano in via Colleoni 22, e Andrea Curti, quarantasettenne, da Carate Brianza. Esclusi i primi due ohe, come s'è detto, sono giunti in condizioni di tale gravità all'ospedale di Saronno per cui, secondo le dichiarazioni del sanitari, solo un miracolo può salvarli, tutti i feriti si trovano degenti all'Ospedale Maggiore di Niguarda: essi hanno riportato ferite lacerocontuse e ustioni varie di secondo e terzo grado guaribili in non meno di 80 giorni. Lo scoppio ha provocato panico fra le maestranze: grup¬ pi di operai hanno abbandonato i reparti, mentre altri accorrevano sul luogo della sciagura per prodigarsi nei soccorsi. Discussioni si sono avute fra operai e dirigenti della ditta: a questi ultimi veniva rimproverata la deficienza di alcuni servizi di protezione. Le proteste sono state messe a verbale dagli inquirenti, e dopo oltre un'ora di sosta il lavoro ha potuto riprendere in ogni sezione dello stabil'mento. L'operaio Antonio Dubini, uno dei due feriti più gravi, pur in condizioni di estrema debolezza ha acconsentito, su autorizzazione dei medici, a fare qualche dichiarazione, ed è appunto in base al suo breve racconto che è stato possibile ricostruire la scena. « Eravamo tutti riuniti, presso l'autoclave —.ha precisato con voce fioca — quando si è sprigionata improvvisa la fiammata: mi è parso che di fronte a noi si fosse spalancata la porta dell'inferno; investiti dalle fiamme dalle schegge d'acciaio rovente, ci siamo trovati carponi sul pavimento, proiettati come fuscelli a parecchi metri di distanza in seguito allo spostamento d'aria, uno sUll'altro, in un groviglio sanguinante, col volto e le mani straziate da orribili ferite. Chissà cosa può essere stato: non si era mai verificato un fatto simile, che io ricordi ». Interrogato dalle autorità e dai giornalisti, il direttore amministrativo dello stabilimento, dottor Vezzani, si è detto nell'assoluta Impossibilità di pronunciarsi sulle cause della sciagura.

Persone citate: Achille Barcella, Aldo Metler, Andrea Curti, Antonio Dubini, Domenico Visconti, Santo Galvan, Vezzani

Luoghi citati: Carate Brianza, Cermenate, Cogliate, Lombardia, Milano, Rovellasca