Dramma nella sventurata famiglia del pazzo che è evaso da Collegno

Dramma nella sventurata famiglia del pazzo che è evaso da Collegno Mentre im poitxia batte Me cataMnagae dei Canadese Dramma nella sventurata famiglia del pazzo che è evaso da Collegno La moglie e il figlioletto vivono sotto un incubo - "Era normale quando ci sposammo, ed eravamo felici; un giorno andò a ritirare un credito di 500 lire e fu picchiato a sangue: da allora è assalito da crisi Un anno fa, nel marzo del 1955, un giovane di 32 o 33 anni, alto e slanciato, decorosamente vestito, suonava al cancello del manicomio di Collegno. Il custode apriva e gli chiedeva: — Desidera? —. Vorrei essere ricoverato — diceva tranquillamente il giovane — io sono pazzo. — Aspetti un momento — esclamava il custode — vado a chiamare un: medico Il medico arrivava e a lui lo sconosciuto ripeteva: — Non sto scherzando. Io sono pazzo. Da alcuni giorni sono in preda ad una crisi di follia. Sento che questa crisi aumenta di ora In ora. Temo di commettere un grosso sproposito, ammazzarmi o ammazzare qualcuno. Vi prego, vi supplico, ricoveratemi, aiutatemi a guarir». Il giovane era Giovanni Chiarabagllo, di 34 anni, da Favria Canayese, operaio carpentiere, tugglto, com'è noto, l'altra sera, dal manicomio di Collegno assieme ad un altro degente Valerio Miuzzi, di 28 anni (catturato subito dopo dai carabinieri nella sua abitazione di via Caselle 6). Il dramma del Chiarabagllo, si iniziava appunto lo scorso anno, in marzo. Egli, allora, era un ottimo lavoratore, stimato e rite¬ nuto da tutti persona assonnata IItlMIIIIIIIIIIIIlllllllllllllllIlllllllIMIiriItlllIMMI ¬ a I e e a a o o si aadi a ei 2, ia or ti e. ed equilibrata. Si era sposato con la trentaduenne Gina Scavarda e aveva preso domicilio in un modesto ma dignitoso alloggetto in borgata Madonna di Campagna, e precisamente in via San Pancrazio 14, proprio ul ridosso dell'edificio ove ha sede il commissariato di P. S. di zona. In quell'epoca egli era appena divenuto padre, il che l'aveva riempito di felicità: e dimostrava di adorare la figlioletta, Marina. Ma un paio di settimane dopo la nascita di Marina, al Chiarabaglio accadeva una misteriosa avventura che lo sconvolgeva profondamente e sulla quale non .è mai stato possibile far luce. Una sera usciva dicendo di avere un appuntamento d'affari con gente di sua conoscenza. Tornava verso le 23 e come la moglie lo vedeva gettava un grido- l'uomo era terreo in volto, le labbra gli tremavano e il mento e una guancia recavano il segno di percosse: inoltre gli abiti erano impolverati e sporchi come se fosse caduto e rivoltolato al suolo, — Che cosa ti è capitato? — gli chiedeva ansiosa la moglie. — Oh, nulla... nulla... — rispondeva con voce assente il Chiarabaglio — dovevo riscuotere un credito di 500 lire.... Invece mi hanno picchiato... La mattina dopo appariva taciturno e stralunato. Riordinava minuziosamente vecchie cambiali, bollette, ricevute, avvisi, lettere, giornali, poi stracciava tutto in minuscoli pezzi. Alla moglie che gliene domandava ragione, replicava con un'alzata di spalle. A sera, bruscamente, le diceva: — Sai? Non va bene. teao, i, ni llllllillllilllllMllllllIIIII MIMtriMIIIMIIFIIIIlllI — Che cosa? — Non so. C'è qualcosa In medie non funziona. Sento il bisogno di spaccare tutto. Ho paura di diventare pazzo. Forse domimi vado a presentarmi in manicomio. Infatti, all'indomani, il Chiarabaglio, come abbiamo detto, suonava al cancello dell'ospedale. Il prof. Mossa esaminava personalmente il caso e ordinava le cure opportune. In capo a venti giorni il giovane operaio sembrava guarito.e veniva dimesso. Sino ad agosto viveva normalmente, In agosto, d'improvviso, era colto da una nuova crisi. La moglie terrorizzata lo vedeva diventar rosso purpureo di collo e livido di faccia: indi era costretta a subire urla disordinate, ingiurie e minacce: alla fine il marito abbandonava l'alloggio strepitando, noleggiava un'auto e per due giorni spariva: lo catturavano gli agenti del commissariato Borgo Po mentre compiva stranezze di ogni genere nel centro dell'abitato di Cavoretto. Ma la polizia, giudicandolo non pericoloso, lo restituiva alla moglie sempre più impressionata e impaurita. Venerdì scorso lo sciagurato, ancora assalito da follia, litigava furiosamente con la moglie e se ne andava da casa. Raggiungeva Il paese natio, Favria, e qui tentava di denudarsi e di dar fuoco ad un fienile: i contadini davano •l'allarme e il Chiarabaglio veniva catturato da! messo comunale si' gnor Borgaro e riportato a Collegno. L'altra sera egli, con 11 Miuzzi, fuggiva dal manicomio alle 22,30 piombava in via San Pancrazio. — Non temere — diceva alla moglie annichilita dallo spavento — non ho intenzione di farti del male. Ti raccomando soltanto di non avvertire nessuno che io so no passato di qui. Conto di andare a Favria. a casa di mia madre. Si cambiava Indossando il suo vestito migliore (di panno blau con camicia bianca e cravatta rossa) e partiva. Da allora non si sono più avute notizie di lui, nè a Torino nè a Favria. La moglie pur vigilata dal vicino commissa riato, vive nel terrore. La povera donna è operaia in un cotonificio e vive soltanto per allevare la 11 glioletta che adora. Il Chiarabagllo e la moglie al battesimo della loro bimba

Persone citate: Chiarabaglio, Desidera, Gina Scavarda, Valerio Miuzzi

Luoghi citati: Borgaro, Collegno, Favria, Torino