Gronchi partito in aereo alla volta di San Francisco

Gronchi partito in aereo alla volta di San Francisco Eisenhower vuole impostare un nuovo piano di aiuti all'estero Gronchi partito in aereo alla volta di San Francisco Le visite della mattinata trascorsa a Detroit - Gli incontri con i connazionali nella grande città indnstriale - Cordiale colloquio con il sindacalista Reuther - Un saluto di Clara luce - Promessi investimenti pubblici e privati in Italia i i e (Dal nostro inviato speciale) Detroit, 7 marzo. Il Presidente Gronchi dopo aver trascorso metà del suo soggiorno a Detroit fra i più rappresentativi dirigenti delia potenza industriale e finanziaria dell'America e fra le autorità politiche di maggior rilievo dello Stato di Michigan, ha passato il pomeriggio di ieri e la mattinata di oggi fra gli operai, gli esponenti del sindacalismo industriale e gli italo-americani. Ha cosi potuto accostarsi a quella parte del popolo americano che non sa niente di cerimoniale e di norme protocollari ma espri¬ drcsmmcccsiiiHiiiiiiiiiiiiiiiniuMiiniMniiiiiiiiiiiniiiiiiiniiiiii me più genuinamente la voce dell'America. Per cominciare, già ieri sera s'intrattenne a lungo con i capi dei Sindacati dell'industria automobilistica che sono molto importanti in tutta l'America; sono infatti i Sindacati che marciano in testa al movimento del lavoro americano e di solito ottengono dal capitale quei miglioramenti cht solo in un secondo tempo rie scono ad avere gli operai delle altre industrie. Il loro capo è un giovane, William Reuther, che oggi gode di una immensa popolarità dalle coste del Pacifico a quelle del- iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii l'Atlantico per la bella vittoria conseguita nell'estate scorsa. Reuther e riuscito ad ottenere dall'industria automobilistica che gli operai disoccupati ricevano il 65 per cento del loro salario netto per le prime quattro settimane di inattività e il 60 per cento per le successive SS settimane. Questo accordo va sotto il nome di < salario annuale garantito » ed è una grande vittoria sindacale se si considera che l'occupazione nell'industria automobilistica non è costante perchè viene concentrata nei primi sei mesi dell'anno: siccome l'industria cambia ogni anno le caratteristiche delle automobili, negli altri sei mesi le fabbriche provvedono a darsi la nuova attrezzatura degli impianti. La conseguenza è che per un buon periodo dell'anno una larga percentuale degli operai resta senza lavoro. E' vero che ogni lavoratore poteva contare su un sussidio di disoccupazione di S5 dollari per settimana e sugli assegni familiari, ma con quattro o cinque dollari lai giorno è piuttosto duro far campare una famiglia negli Stati Uniti. Oggi invece, grazie al < salario annuale garantito » il crudele spettro della disoccupapazione è stato fugato dal cuore dei lavoratori. E' stata una grossa Vittorio del Fronte del Lavoro se si ha presente che il danaro necessario per pagare i salari garantiti proviene da un fondo dove le Compagnie automobilistiche versano cinque centesimi di dollaro per ogni ora lavorativa. Per darvi un quadro più completo di questa situazione sindacale aggiungerò che la liberazione degli operai dalla paura della disoccupazione è stata ottenuta senza un sol giorno di sciopero, con pacifiche oneste trattative fra i dirigenti industriali et capi fioi-Sindacati. Giovanni 'Gronchi, 'dunque era quasi ansioso d'incontrarsi con questo William Reuther, e si capisce: sebbene laureato in lettere, il primo e più forte amore giovanile di Gronchi fu il movimento sindacale nella natia toscana. Presto in gioventù mise da parte Dante e Petrarca per avvicinarsi a Sorel e per scendere vicino ai lavoratori che dovevano allora accontentarsi di grame mercedi se non volevano andare ad ingrossare la folla dei disoccupati. Quel suo primo amore giovanile non è affatto diminuito col trascorrere dei decenni ma semmai è aumentato; per questo egli ha intrattenuto Reuther e gli altri capi sindacalisti nel suo appartamento più del tempo convenuto. <Mi piace quell'uomo, parla chiaro e capisce le nostre cose », ci ha detto poi Reuther riferendosi a Gronchi. Non so quanti anni abbia quest'uomo popolarissimo fra le masse operaie americane,] ma ne mostra poco più di'vtrenta; è di statura più piccola del normale, parla piano ma senza mai interrompersi come fanno guanti sono abituati a pensare le risposte e a darle poi senza esitazioni o pentimenti; in breve, in questo modesto e tranquillo giovanotto, che è lontano mille miglia dall'idea convenzionalo dell'agitatore operaio, nessuno sospetterebbe dalle apparenze l'estrema forza di volontà o l'inflessibile tenacia. Poiché è mojto giovano, molto popolare è molto riflessivo dicono' suoi amici: « Chissà, un giorno Reuther potrebbe anche diventare Presidente degli Stati Uniti ». Ci ha detto Reuther che nel colloquio con Gronchi non hanno quasi parlato delle condizioni interne dell'Italia; era un discorso superfluo perchè i capi del movimento del lavoro americano sanno molto meglio degli ambienti ufficiali di Washington qua! è la realtà italiana e quali sono i fattori economia che stanno dietro l'espansione del comunismo in Italia. Molto invece si è discusso intorno alla parte che possono avere gli Stati Uniti in Questa fase estremamente delicata dei rapporti internazionali sia nell'ambito della famiglia atlantica sia nei confronti dell'Unione Sovietica. Reuther a questo riguardo è assai più vicino alle idee di Gronchi, ossia del Governo italiano, che alle idee di Foster Dulles, ossia del Dipartimento di Stato. Reuther 'ci ha infatti detto: < Il Presidente Gronchi e noi ci siamo trovati d'accordo nel ritenere che l'alleanza fra Paesi occidentali no., debba riposare solo sugli aspetti negativi delle armi, intendo la paura della guerra, ma sui comuni ideali di pace, di libertà, di civile progresso. Il movimento del lavoro americano da anni appoggia l'idea che l'alleanza, militare fra le Nazioni dell'Occidente sia rinvigorita e approfondita da un'alleanza economica, politica e sociale ». Alle otto di sera è cominciato il grande pranzo offerto da un comitato cittadino in onore della delegazione ifaZiana: c'erano U cardinale arcivescovo di Detroit, il governatore del Michigan, il sindaco della città, l'oriundo italiano Luigi Jfiriani, che è presidente del Consiglio municipale, l'ambasciatrice Luce, il rettore della Università di Detroit, il presidente della Società Edison e tante altre autorità, una folla di banchieri, di industriali, di grossi commercianti. Ma il vero protagonista della festa non era nè Gronchi nè alcuna fra le persone che vi ho nominato dianzi: erano invece i trecento italo-awericani convenuti nella sala delle danze dell'albergo tStatler» per una grande festa in famiglia. Era il fior fiore della collettività italo-americana che a Detroit annovera S50 mila persone, perciò grande era la profusione dei grossi gioielli, notevole la distinzione dei modi; a vederli così be-n vestiti e cosi composti, a nessuno verrebbe in mente che i loro nonni o padri o essi stessi cominciarono la loro vita in America spalando terra per meno di due dollari il giorno. Oggi non si contano gli italo-americani che nel Michigan hanno posizioni di primissimo ordine nelle industrie, nelle banche, nel commercio, nella politica. Poiché siamo in periodo elettorale, la serata a un certo momento si mutò in una gara fra il governatore democratico Williams e l'ambasciatrice repubblicana Clara Luce. Parlarono tutfe due dicendo che-vogliono un gran bene all'Italia, un grandissimo bene, che hanno ] fatto molto e ancor più faran'no per il nostro Paese. Il governatore Williams spinse il suo attaccamento all'Italia fino al punto di leggere in italiano, con un accento che non vi dico, un messaggio di saluto a Gronchi e all'Italia. Voi sapete come sono gli italo-americani: basta parlare bene del loro Paese d'origine perchè subito si commuovano. Perciò si spellavano a più non posso le mani per applaudire sia H democratico che la repubblicana. Stamane il Presidente Gronchi si è recato a visitare Ut catena di montaggio della Ford, gli stabilimenti da dove escono due milioni 200 mila macchine l'anno. Scendendo dalla macchina, gli è andata incontro una commossa folla di ricordi giovanili. Di quaranta e più anni fa. Nel 1914 Giovanni Gronchi aveva 27 anni, una laurea, la testa piena di idee, politiche e il cuore gonfio di ribellione per il modo come le cose andavano allora nel mondo, in tutto il mondo, compresa l'America. Allora negli Stati Uniti la settimana lavorativa era di 64 ore e la paga di un dollaro e 75 centesimi, eppure centinaia di migliaia di italiani abbandonavano il loro paese spinti dulia fame verso quéi miseri salari. Un giorno Gronchi lesse sui giornali che il magnate della industria americana Henry Ford aveva deciso iH ridurre le ore di lavoro a 48 la settimana e di aumentare i salari a 5 dollari il giorno. Questo avvenne il 6 gennaio 1914, tutto il mondo gridò di meraviglia, a mólti, anzi ai più, sembrò una pazzia bell'e buona. Si scrisse che il pazzo di Detroit aveva messo una mina sotto l struttura sociale, oppure che quella follia avrebbe portato Ford al fallimento in sei mesi. Le vignette umoristiche mostravano gli operai che scendevano da lunghe automobili coi sigaro in bocca, si toglievano la pellic- eia e si mettevano a scopare nelle officine. Ford lasciava dire. Egli si limitava solo a sostenere che gli uomini rendono molto di più se sanno di dover lavorare solo un numero ragionevole di ore e che se tutti guadagnano molto possono anche spendere molto, comprare molte cose, anche l'automobile. I tempi gli, hanno dato ragione, ma fra quei pochi che gli dettero ragione subito senza stare ad aspettare risultati, c'era fra Lucca e Pisa un giovanotto spiritato e combattivo, lo stesso che oggi è il Presidente della Repubblica italiana. Gronchi ha parlato anche oggi a lungo con gli operai di origine italiana, informandosi delle loro condizioni di lavoro. Ha visto come nasce in pochi minuti, completa e fornita in ogni particolare, una automobile sulla catena di montaggio. Al termine della catena, un dirigente della Ford ha invitato Gronchi a prendere posto nella macchina allora allora fabbricata e a guidarla al fianco delle altre. < Vorrei farlo — ha detto Gronchi — ma ahimè, io non so guidare». E' stata allora la signora Luce che si è messa al volante, ha fatto accomodare accanto a sè il Presidente della Repubblica e ha guidato la vettura sino al deposito. ' A mezzogiorno il Presidente Gronchi è salito sull'aereo che lo porterà, in otto ore di volo, a San Francisco, dopo aver attraversato buona parte del Continente nordamericano. Prima di partire, ci ha detto di essere molto soddisfatto del soggiorno a Detroit. Fra l'altro, i grandi banchieri e i grandi finanzieri di questo potente Stato gli hanno dato l'assicurazione che intendono studiare mbito la possibilità di fare notevoli investimenti pubblici e privati in Italia e di concedere prestiti all'economia italiana col sistema delle obbligazioni. Nicola Adelf; Cordiale incontro di Martino e Gronchi.con due operai Italiani che lavorano alla Ford di Detroit. Sono Matteo Augi laro (il secondo da sinistra) e Sam Di Maggio (Radiofoto)