Movimentata riunione a Roma del gruppo dissidente comunista

Movimentata riunione a Roma del gruppo dissidente comunista Movimentata riunione a Roma del gruppo dissidente comunista Tra gli organizzatori alcuni sindacalisti e il cugino di Cino Moscatelli L'ex- segretario di Secchia, Seniga, minaccia un irruzione nella sala Roma, 3 marzo. (e. /.) I 500 comunisti dissidenti che avrebbero dovuto partecipare al convégno < per la democrazia comunista > si sono ridotti a circa duecento e di essi — come del resto era prevedibile — nessuno ricopre od ha ricoperto cariche di importanza nel ' P.C.I. Nel Comitato promotore che stamane all'inizio dei lavori si è Analmente dichiarato compaiono alcuni ex - comandanti di formazioni partigiane (tra i più noti Bruno Vaghi, detto Alvaro e Giorgio Moscatelli, cugino di Cino), alcuni sindacalisti (tra cui Fumerò e Moretti, che si sono qualificati rispettivamente come membro della Segreteria regionale piemontese e capo delle cellule della Fiat) ed il sindaco di Venosa Carlo Antollni. Gli animatori del convegno sono*rlBultati tuttavia Giuseppe Bifolchi e Piero Gommarasca, che non sono mai stati iscritti al P.C.I. e redigevano un periodico intitolato Azione socialista. Essi avevano cercato di stabilire una intesa con tutti gli altri piccoli gruppi della dissidenza comunista e socialista facenti capo ad alcuni fogli di corrente: Azione Comunista, Lotta di Classe, Stella Rossa, Quarto Stato. Anzi, con procedura invero assai disinvolta, avevano addirittura diramato gli Inviti a loro nome. Quando Seniga, l'ex-segretario di Secchia, che è diventato un poco il leader della « eresia di sinistra », è venuto a conoscenza dei fatti, ha rninac ciato di fare irruzione con 1 suoi amici nella sala denunciando clamorosamente la manovra. Trattative affannose dell'ultimo momento hanno scongiurato il pericolo, ma non hanno potuto impedire che alcuni partecipanti arrivassero a Roma convinti di essere stati convocati da Seniga e di trovare m gari a discutere con loro Amendola, Pajetta e qualche altro dirigente del P.C.I. Erano in questa candida fiducia, ad esempio. Il sindaco di Venosa, e il gruppo di pugliesi che gli faceva corona. Sono rimasti, naturalmente, piuttosto delusi; e tuttavia con le loro franche denunce delle beghe locali con 1 funzionari del P.C.I. e della Camera' del Lavoro hanno dato la nota più pittoresca della riunione. Per il resto si sono ascoltate le cose che ci si attendeva: critiche violente all'* imborghesimento» del P.C.I., denunce dei < tradimenti > dei dirigenti comunisti all'ideologia e al-, la prassi leninista, propositi di riportare il partito alla sua originaria fisionomia rivoluzionaria. Erano stati inviati degli inviti alla direzione del P.C.I., perchè facesse intervenire osservatori e contraddittori, ma soltanto un paio di giornalisti comunisti si sono recati all'appuntamento, per curiosare a titolo personale. Sono proseguiti anche oggi i lavori del IV congresso della CGIL che avrà termine domattina con un intervento del sen. Bitossi, Concluso il dibattito generale sulle relazioni degli on.H Santi e Pessi ed approvate alcune modifiche allo statuto confederale, sul palco degli oratori è salito l'on. Di Vittorio, che ha pronunciato 11 suo atteso discorso. I! leader sindacale, che è giunto al palazzo dei congressi dell'E.U.R. verso le 17 pomeridiane, ha esordito affermando la necessità che la classe operaia sia unita in seno alla CGIL e smentendo che nel corso dei lavori del congresso siano emerse tendenze scissionistiche. Richiamandosi poi all'esame compiuto dal comitato direttivo nell'aprile scorso — in cui erano stati riconosciuti gravi error. d'i impostazione sindacale e gravi deficienze nel settore organizzativo — Di Vittorio ha posto in rilievo il valore dell'autocritica che sola permette di utilizzare pienamente l'espe rienza che elabora ogni giorno la classe operaia. Per quanto attiene alla futura politica sindacale ed aziendale della CGIL, l'oratore ha dichiarato che gli obiettivi da raggiungere sono sostanzialmente due: porre un limite a) ritmo massacrante del lavoro e alla catena di infortuni, sottoporre a regolamentazione collettiva tutte le forme di retribuzione ad incentivo. « Senza di ciò — ha affermato il leadar sindacale — 11 livello effettivo dei salari sarebbe determinato dalla volontà esclusiva e unilaterale del padrone », Altro problema da risolvere — secondo Di Vittorio — è quello del ripristino dei diritti sindacali e democratici garantiti dalla Costituzione e del rispetto delia, personalità umana dei lavoratori nelle fabbriche e iti tutte le aziende. Di Vittorio è passato poi ad esaminare alcuni aspetti della lotta sindacale, quali sono emersi dai lavori dei congressisti: <Per combattere il potere dei monopoli non vi deve essere contrapposizione tra lotte aziendali e lotte generali — ha sostenuto il leader —: le une servono di preparazione alle altre, ed il successo di una agitazione o di uno sciopero è connesso soltanto alla volontà dei lavoratori interessati e alla rispondenza dell'agitazione ai reali obiettivi da raggiungere ». Il discorso del leader sindacalista si è concluso con la richiesta che sia introdotta in Italia una nuova linea di politica economica e sociale che valga a sollevare dalla miseria e dalla disoccupazione le categorie meno abbienti. o

Luoghi citati: Cino, Italia, Roma, Seniga, Venosa