Attesa per il discorso del Presidente del Consiglio

Attesa per il discorso del Presidente del Consiglio Attesa per il discorso del Presidente del Consiglio Prevista anche una relazione del nuovo Ministro del Bilancio, che riconfermerà la "linea Vanoni,, Roma, 24 febbraio. Domattina alle ore nove l'on. Segni pronuncerà un discorso alla Camera, essendosi questa sera concluso il dibattito sul rimpasto del governo. E' attesa anche una esposizione del nuovo Ministro del Bilancio, sen. Zoli. Quindi, si avrà la votazione di fiducia. Uno degli aspetti positivi di questa discussione è costituito dall'attenzione con la quale il governo ha seguito ogni oratore. Sempre, salvo brevi parentesi, abbiamo visto, da martedì ad oggi, mattina e sera, la minuta, pallida figura di Segni assisa nel suo seggio. Sempre, accanto a lui, erano i nuovi ministri Zoli e Medici, e altri membri del governo. E' stato un dibattito voluto ed alimentato dall'estrema destra. Su venticinque oratori, diciannove erano di parte missina o monarchica; sei di altre parti. Il presidente del Consiglio ha preso gran copia di appunti e domani replicherà mantenendosi sulle posizioni già indicate al Senato venerdì della scorsa settimana. In quanto a Zoli — secondo quanto egli ha fatto sapere stasera in una ristretta cerchia — confermerà pienamente l'indirizzo di politica economica finanziaria sin qui seguito, che ora comprende un più vasto orizzonte i cui limiti son segnati da quella che s'incomincia a chiamare la < linea Vanoni >. Molta attesa vi è per il discorso di Segni. Rispetto al Senato, il dibattito a Montecitorio ha investito più direttamente il campo politico che non a Palazzo Madama, dove la discussione fu più circoscritta nell'ambito economico-finanziario. Segni dovrà rassicurare i liberali di Mala-godi, che per mezzo del proprio leader hanno posto talune condizioni per il mantenimento rigoroso dell'attuale maggioranza; dovrà rispondere alle destre che con maggiore animosità che non al Senato hanno accusato il governo di < scivolare verso una economia di tipo socialista}; dovrà replicare all'estrema sinistra, che ha promesso l'astensione, ma gli ha anche fatto sapere, con Amendola, < che i comunisti non credono alla grinta feroce di un Segni mangia sinistre >; dovrà, infine, esprimere un parere sui temi di discussione delle leggi elettorali, politica e amministrativa, che liberali e socialdemocratici intendono abbinare. Di questo qualcosa dirà anche Nenni, che in questi-giorni non si è mosso dal suo seggio, ripromettendosi un intervento nelle dichiarazioni di voto. Così come al Senato prese la parola il sen. Bertone, alla Camera ha espresso oggi il pensiero del gruppo di maggioranza il democristiano on. Ferreri, anch'egli presidente della Commissione Finanza e Tesoro di questo ramo del Parlamento. E' stato un discorso sobrio, molto vigilato per quanto riguarda le iniziative d'una futura politica produttivistica. Ora come ora — ha detto — parlare d'inflazione è puramente immaginario. Il Paese ha fiducia nella lira e lo dimostrano le sottoscrizioni del nuovo Prestito e l'andamento delle Borse. Il costo della vita è logicamente aumentato, ma anche i depositi bancari sono aumentati di 90 volte rispetto al 1938. Le riserve dell'Istituto dei cambi hanno raggiunto, alla Une del 1955; la somma di 996 milioni di dol¬ lari; il. « deficit > verso l'Unione dei pagamenti è diminuito; l'organizzazione economica italiana trova sempre più credito all'estero. < Le dimissioni di Gava — ha proseguito — dimostrano che l'ex-ministro, già logorato da una lunga ed estenuante battaglia, ha giudicato eccessivo il nuovo carico di spese fisse che veniva a gravare sul bilancio per gli statali: ma non è esatto trarne la conclusione, come ha fatto il socialista Lombardi, che l'on. Gava fosse addirittura un falso fautore del Piano Vanoni >. A proposito di questo piano, che tanta parte ha avuto nelle argomentazioni degli oratori di ogni parte, Ferreri ha detto che non deve essere dimenticato il giudìzio dato dal Ministro scomparso: «Una chiamata a raccolta di- tutti gli .italiani di buona volontà, i quali dovranno attendersi, se vorranno vedere il progetto coronato da successo, dieci anni di sacrifici, derivanti dall'accantonamento d'una parte dei maggiori redditi che in tale periodo si verificheranno >. » Alle accuse di rigidità del bilancio, l'oratore ha replicato con un monito ai partiti « che ne sono stati -acquiescenti » e al Parlamento « che preme sconsideratamente esigendo di tiiimiiiiiiiiiiiiiiniiiimminiiimiuiiiinimiii — e iiiiiiiiiiiwiiiiniiiiH^ continuo nuove spese dal mi nistri delle Finanze e del Tesoro, scavalcando le più valide difese dell'art. 81 della Costi tuzlone, ed indicando coperta re per un solo esercizio finanziario, incuranti delle ripercus sioni nei successivi esercizi >. Nei discorsi dell'estrema destra, ben nove nella sola giornata odierna, non dobbiamo registrare elementi nuovi: il governo Segni se ne vada; si ritorni alla politica finanziaria del 1953; si riaffermi l'intransigenza contro ogni apertura a sinistra. Solo il monarchico « laurino » Caflero, pur criticando, ha preannunciato la astensione della sua parte. La mattinata del Senato, che si è aggiornato a martedì, è stata dedicata allo svolgimento di interpellanze ed interrogazioni: il sottosegretario Caron ha assicurato che la costruzione dell'acquedotto del Delta padano può essere appaltata anche subìtp, ma a condizione d'un pagamento dilazionato. Lo stesso sottosegretario ha poi informato un altro interpellante che il Ministero dei Lavori Pubblici sta già elaborando i progetti per la costruzione delle strade atte a snellire il traffico per il nuovo valico di Brageda, al confine svizzero. _ . d. m.

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