Le tempeste solari e il clima terrestre di Giorgio Abetti

Le tempeste solari e il clima terrestre Le tempeste solari e il clima terrestre Già trovate alcune non dubbie correlazioni La Terra investita dalle radiazioni ultraviolette e corpuscolari emesse dalle macchie sul Sole Firenze, 15 febbraio. La coincidenza della comparsa di numerose macchie, sul Sole con l'ondata di freddo che sta attualmente affliggendo l'Europa, porta nuovamente l'attenzione e l'interesse al problema tanto discusso della influenza che le tempeste solari hanno sull'atmosfera della Terra e quindi sulle sue condizioni climatiche. Vediamo dapprima quello che ci dicono le osservazioni solari di questi giorni. Il 13 gennaio scorso compariva al bordo est del Sole un gruppo piuttosto sviluppato di piccole macchie. Il gruppo avanzava sul disco solare e arrivava al tramonto, sul bordo ovest, dopo 13 giorni. Eia composto allora di circa 30 singole macchie, una o due di queste grandi come la Terra, ma non molto attive. Si dicono attive quelle macchie o meglio quelle regioni solari che presentano notevoli eruzioni, chiamate « brillamenti ». Sono, queste, zone eeneralmente di piccole dimensioni, ma brillantissime, Da esse sappiamo che vengono emesse radiazioni ultraviolette e corpuscolari, le quali, con la velocità della luce o con velocità più modeste, investono la Terra. Se invece non appaiono tali brillamenti e le macchie oscure sono tranouille e senza notevoli variazioni di forma per giorni consecutivi, allora si dice che la perturbazione non è molto attiva. Poiché il Sole visto dalla Terra compie una intera rivoluzione attorno a se stesso in 27 giorni, lo stesso gruppo del gennaio non solo è ricomparso al bordo est il 9 febbraio, ma fino ad oggi 15 si è sviluppato attorno al parallelo solare nord di 20" e per un'estensione in longitudine d» circa 60°. Paragonata alla Terra, sarebbe come una perturbazione che investisse nell'emisfero nord di questa una regione estesa dall'Inghilterra agli Urali. Ma, date le dimensioni del Sole, la area di tale zona va ingrandita 110 volte. Le macchie singole sono diventate circa 70, ma sono tutte di dimensioni molto modeste, notevolmente inferiori a quelle del 1947, quando si ebbe l'ultimo massimo di attività solare. Non vi è dubbio che la presente perturbazione, tanto estesa in longitudine, è la prima notevole del nuovo ciclo undecennale del Sole, che salirà al suo massimo di attività con frequenza molto maggiore di macchie nel 1959. Ma per il momento la perturbazione solare in corso non sembra sia eccezionale. H 17 febbraio l'estesa perturbazione attraversa il meridiano centrale del Sole e allora specialmente, se si verificheranno brillamenti, si registreranno sulla Terra le usuali perturbazioni nelle radiotrasmissioni e nel magnetismo terrestre. Abbiamo detto usuali perchè ciò accade quasi sempre con relativa precisione, cosicché è facile prevederle. Le eventuali influenze delle tempeste solari sulle condizioni climatiche terrestri sono così complesse che la scienza meteorologica non è ancora capace di stabilire una corrispondenza sicura fra i fenomeni solari e quelli meteorologici terrestri. Da un lato gli astrofisici, dall'altro i geofisici, studiano con grande impegno tali fenomeni ed è probabile che in un futuro si possa r solvere in tutto o in parte l'interessante problema. Sono state già trovate alcune non dubbie correlazioni, ma credo che nessun astrofisico e nessun meteorologo possa affermare in coscienza che, ad esempio, la perturbazione solare in corso sia responsabile dell'attuale ondata di freddo terrestre. Giorgio Abetti lechpinblircoMtoinradindsmmdctuclasodjuUtptNuelptttsdsfisvr

Persone citate: La Terra

Luoghi citati: Europa, Firenze, Inghilterra