Condannato un capo-squadra edile per il tragico crollo di corso Regina

Condannato un capo-squadra edile per il tragico crollo di corso Regina Condannato un capo-squadra edile per il tragico crollo di corso Regina ti o n o di a li isi o aQuali responsabili del crollo di corso Regina Margherita 1, che era costato la vita ad un operaio di 23 anni, Giuseppe Ponchia, sono stati giudicati ieri in Tribunale il caposquadra edile Antonio Perino di 53 anni, abitante in via Stradella 222, e l'autista Giacomo Udosse di 25 anni, domiciliato in via della Campagne 16. Il tragico incidente sul lavoro risale al 5 maggio 1954. L'impresa Ponchia stava demolendo la villa di proprietà della Pia Società S. Paolo all'inizio di corso Regina all'angolo con 11 Lungo Po Machiavelli. Sull'area della villa ora si eleva un alto edificio moderno. Già era stato disarmato 11 tetto, e per abbattere i muri gli operai si servivano di un argano posto su un grosso autocarro « Chevrolet », Verso le 15 quel giorno avevano legato con il cavo d'acciaio una fascia del cornicione ornamentale al disopra delle finestre del primo piano (la villa aveva sol- tanto un pianterreno e un primo iiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii i e o e a o n o 5 a o . a , i o o l - piano). Il caposquadra Ferino fece il segno convenuto con la mano all'autista Udosse e questi manovrò l'argano sino a tendere il cavo metallico. Ad un secondo segnale l'autista avrebbe dovuto mettere In moto l'autocarro provocando la ! caduta del cornicione. Il Perino, come si è detto, aveva ordinato soltanto la prima manovra. E lui stesso si trovava sotto il porticato d'ingresso della villa, sorretto da colonne a tortiglione, insieme con Giuseppe Ponchia, nipote dell'impresario, Pier Paolo Ponchia suo cugino, e l'operaio Oddone Gnan di anni 23, abitante in via Mazzini 1. Prima che costoro fossero riparati nell'interno della villa, si staccò dall'alto il grosso masso monolitico. Rovinò sul porticato, frantumò il soffitto in cemento armato e si sfasciò tra le colonne. Degli operai, Pier Paolo Ponchia fu 11 più veloce a mettersi in salvo. Riportò poche scalfitture al calcagno. Antonio Perino, Oddone Gnan e Giuseppe Ponchia fu- o iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiif n rono travolti dalle macerie. Quest'ultimo, schiacciato, mori sul colpo. Gli altri vennero trasportati al Maria Adelaide. Il Perino riportò un indebolimento permanente della gamba sinistra e il Gnan rimase minorato alla colonna vertebrale. I due imputati stamane hanno respinto ogni addebito. Per l'autista è stato facile provare che egli, trovandosi nella cabina dell'autocarro, non aveva avuto altro compito che di eseguire la manovra ordinatagli dal suo caposquadra. Questi precisò che il cornicione avrebbe dovuto crollare soltanto quando l'autocarro si fosse messo in moto, e prima di dare questa disposizione egli avrebbe avuto cura di mettere se stesso e i suoi compagni di lavoro al riparo nell'interno della villa. Secondo la sua versione, il crollo anticipato si ebbe per cause non prevedibili. Il P. M. dott. Rlbet ha chiesto 1 anno e 6 mesi per il Ferino ed 1 anno e 3 mesi per l'Udosse. Il Tribunale, presieduto dal dottor Bruno, ha condannato 11 caposquadra (difeso dall'avv. Salza) a 10 mesi, con 1 benefici di legge, ed ha assolto l'autista (difeso dall'avv. Tortonese) per non aver commesso 11 fatto. Parte civile era l'avv. Dionisio.