Con Gianduja e Giacometta, è tornata anche la neve

Con Gianduja e Giacometta, è tornata anche la neve Inconsueta apertura della settimana di Carnevale Con Gianduja e Giacometta, è tornata anche la neve II ricevimento delle due maschere in Municipio La visita alla Fiera - Oggi l'omaggio alle autorità Folate di vento gelido hanno accolto ieri aera Gianduja, la Glacometta e li seguito alle 13,30, alla stazione di Porta Nuova. Il corteo giungeva In treno da Cuneo per inaugurare ufficialmente il carnevale torinese. I curiosi non erano molti. Faceva troppo freddo e nessuno rimaneva fermo sotto 1 portici della stazione dove circolavano correnti micidiali. I più tenaci s'accalcavano nell'atrio e battevano 1 piedi sul pavimento. Nell'atrio, controllati da un imponente numero di agenti in divisa, gli < universitari > e 1 < medi > fischiavano e gridavano, agitandosi come ossessi: erano in conto e parevano in mille. Una banda suonava, ma l'Inno si disperdeva nel tumulto e nella vastità sonora dell'ambiente. Gianduja comparve puntualissimo, tra 1 lampi del fotografi e le prime autorità che lo ossequiavano. Al suo braccio era la Glacometta, pallida di freddo, e dietro le altre Giacomette intirizzite. Il corteo uscì dalla stazione e vi furono lanci di caramelle e il solito spettacolo del ragazzi e degli adulti che s'azzuffano per acchiapparle. Gianduja s'inabissò nel sottopassaggio e sbucò dall'altra parte, davanti ai giardini. La circolazione per alcuni minuti s'arrestò. Tra la calca formata quasi esclusivamente da studenti, guardie di P. S., carabinieri e vigili urbani, la popolare maschera — impersonata anche quest'anno dal rubicondo cavalier Luigi Bergera — raggiunse con fatica la macchina a lui destinata: una fuori-serie scoperta di color latte. La colonna s'avviò per via Roma. Sempre a causa del freddo non c'erano le solite ali di folla: 1 passanti comunque s'arrestavano e guardavano con le mani in tasca. Il buon Gianduja e la vezzosa Glacometta, esposti ' al rigori del gelo, sorridevano e scaraventavano confetti e cioccolatini. Seguiva la loro fuori-serie una decrepita <509>, pure scoperta, a chiazze rosse e gialle,, montate da una piramide di' universitari vocianti. Le altre macchine erano tutte chiùse e le Giacomette facevano capolino dietro i vetri appannati di un pullman. In piazza Castello il corteo subiva una breve sosta per riorganizzarsi in vista dell'arrivo trionfale in Municipio. Per via Garibaldi faceva da battistrada una banda di ragazzini in costume che soffiavano generosamente e disordinatamente negli strumenti più diversi: un maestro dirigeva-i piccoli suonatori. L'austero frontale del Municipio era illu minato a giorno da potenti riflettori e sotto 1 portici vi era una congestione di vigili urbani in alta tenuta, luccicanti e importanti come generali. Nel palazzo entravano Gianduja e la Glacometta e tentava di riversarsi la marea degli studenti: ma 1 vigili, aiutati da frotte di guardie di P.S., respingevano l'assalto rinserrando in fretta il portone. Si scatenavano urla e strilli di protesta tanto più che fuori al freddo erano rimaste le Giacomette e personalità co svrG spicue del seguito. SI rimediava al guaio facendo passare le ragazze attraverso una porta laterale. Riceveva la maschera lo stesso sindaco aw. Peyron, circondato dalla Giunta al completo: sorrisi, reverenze, strette di mano, vibranti parole d'occasione. Si estraevano i biglietti della fortuna fra i sottoscrittori per la ricostruzione della Mole: e il premio, una Mole d'oro (con la punta) del peso di 800 grammi toccava al biglietto intestato alla signora Paola Mayone Gay. Si parlava anche del defunto Gianduja, Arturo Gianetto, e della ventilata proposta di Intitolare al suo nome la strada che collega Callianetto don la famosa < casa della maschera >. Intanto, da sotto, la folla — una piccola folla d'una ottantina di persone, studenti compresi — aspettava che qualcuno pronunciasse un discorso dal balcone: dapprima veniva Invocato il nome di Gianduja, poi quello del Sindaco (« A-me-deo, A-me-deo > scandivano confidenzialmente gli universitari con le braccia levate al cielo) : ma le autorità, forse temendo un'Infreddatura, non si facevano vedere e dopo mezz'ora d'attesa quasi tutti si allontanavano: sul posto, sfidando 11 vento siberiano che s'ingolfava nella piazza, resi¬ ■IIIIIIIIIIIllllllllllIllllllItlllllIUIIIflllMIIIIIIIIII steva un manipolo di dieci o venti persone, col i,ìso all'aria. Alle 19,40 il corteo usciva dal Municipio e andava a mangiare. Alle 21 11 oav. Sorgerà e seguito si recavano alla Fiera dèi vini e opponevano al freddo il valido usbergo di alcuni bicchieri di vino. Quando uscivano turbinavano Impetuosamente 1 flocchi di neve. Oggi programma intenso: visite al Cardinale, al Prefetto, alla Deputazione provinciale, al Comandante militare del territorio, all'Università e a parecchie scuole ed enti.

Persone citate: Arturo Gianetto, Luigi Bergera, Paola Mayone Gay, Peyron

Luoghi citati: Cuneo