Querela di Franca Marzi contro i comici Billi e Riva

Querela di Franca Marzi contro i comici Billi e Riva Querela di Franca Marzi contro i comici Billi e Riva La giovane attrice si duole per una battala volgare riguardante i suoi rapporti sentimentali col pugile Franco Festucci Roma, 8 febbraio. Franca Marzi ha deciso di trascinare sul banco degli imputati chi ha cercato di malignare sul suoi rapporti sentimentali con li pugile Franco Festucci. E questa mattina due avvocati hanno presentato al Procuratore della Repubblica per conto dell'attrice una querela di diffamazione contro i due comici Riccardo Billi e Mario Riva lasciando al magistrato la facoltà di estendere la denuncia ai due noti scrittori di riviste Giovannini e Garinei. Tutto per una battuta che viene pronunciata nel corso della rivista <La granduchessa e i camerieri ». Mentre sul palcoscenico passeggia un giovanotto alto e robusto uno dei due comici dice: « Quello si che è un fusto. Bada che mena ». Ed allora l'altro comico risponde: «Non ti preoccupare: ci manderemo Franca Marzi e gli faremo fare la fine di Franco Festucci ». La battuta, secondo l'attrice, ha avuto lo stesso effetto della goccia che fa traboccare il vaso. « Adesso basta — ha detto Franca Marzi — adesso si esagera. E' necessario smetterla con queste chiacchiere che offendono il mio onore ». Ed è apparsa decisa a chiedere la condanna dei due comici o di coloro che sono gli autori della battuta. La storia dei rapporti sentimentali che hanno unito la bella attrice con il noto pugilatore è antica di qualche anno. E ad essa i maligni hanno fatto riferimento per giustificare talune cattive esibizioni di Franco Festucci in contrasto con le speranze di coloro che vedevano in lui il degno successore di Tiberio Mitri nella categoria dei pesi medi. Arrestato alla frontiera con un milione negli stivali Sanremo, 8 febbraio. Agenti della polizia di frontiera hanno fermato due algerini e un italiano i quali, entrati clandestinamente dalla Francia In Italia attraverso un valico montano, stavano dirigendosi a piedi verso Ventimiglia. I due algerini hanno dichiarato che, sprovvisti di passaporto, volevano semplicemente passare una serata allegra a Ventimiglia, cosa che è risultata vera; la polizia li ha fatti rimpatriare subito. L'italiano, perquisito dagli agenti, è stato trovato in possesso di orologi, bracciali di valore e altri oggetti preziosi, per un totale di circa un milione di lire. Tradotto a Ventimiglia e sottoposto a interrogatorio, veniva identificato per II ventottenne Vittorio Stagnoli, di Francesco, da Bagolino (Brescia): ha finito col confessare che i preziosi sequestratigli erano bottino di un audace furto, commesso U martedì scorso in danno di una gioielleria in Rue St. Jacques, a Grenoble. Espatriato clandestinamente nel 1948, lo Stagnoli aveva trovato in Francia saltuarie occupazioni; fu incarcerato tre anni fa e condannato per furto; tornò in libertà verso la fine dello scorso mese. SI associò al¬ lora con due elementi della malavita francese, di cui ha fornito i connotati;'il 2 di questo mese tut{l e tre insieme svaligiarono l'oreficeria di Grenoble. Ricevuta la terza parte del bottino, aveva deciso di rientrare in Italia, riascondendo i preziosi in uno stivale, con la speranza di farla franca; lo Stagnoli è stato rinchiuso nelle carceri di Ventimiglia a disposizione della Procura della Repubblica sanremese.