La fiorita spiaggia di Mia ricavata da una landa squallida di Paolo Monelli

La fiorita spiaggia di Mia ricavata da una landa squallida UNA STRAORDINARIA INVENZIONE AMERICANA La fiorita spiaggia di Mia ricavata da una landa squallida Tutto, qui, è artificiale, organizzato per i villeggianti estivi e invernali con dubbio gusto, con una-specie di passione per lo smisurato - Per godersi un po' di mare libero bisogna pagare cinquanta centesimi di dollaro - Alberghi vasti e intricati come città, con guida telefonica interna Un'immaginaria Venezia con isole e canali creati dalla mano dell'uomo - Tale l'inflazione degli spettacoli che è uguale fatica assistervi o sfuggirli (Dal nostro inviato speciale) Miami, febbraio. Di Maiami ce ne sono due, ó addirittura tre. O'è la Maiami di terraferma, c'è Maiami spiaggia (Miami Beach) che si amministra per conto suo, e &è la grande Maiami, Greater Miami, che comprende oltre alle prime due una ventina di altri comuni e sobborghi. Maiami spiaggia sta al resto come il Lido sta a Venezia. E qui il paragone finisce subito; che Venezia è quello che è, Maiami di terraferma è un cittadone che raggruppa presso le rive della Biscayne Bay, il braccio di mare che la divide dal banco su cui sorge Maiami spiaggia, una trentina di edifici altissimi, quindici venti plani, torrioni bianchi che dalla riva opposta, cinque chilometri più lontano, fanno una veduta mossa e piacevole e richiamano alla mente San Francisco. Metropoli tropicale Afa per il resto è il solito agglomerato informe od in continuo accrescimento o trasformazione, con un quartiere degli affari, un quartiere signorile, uno povero e misero di negri; e una stazione ferroviaria da villaggio e una modestissima City Hall, o casa comunale, perché prima di pensare a queste cose ha dovuto costruir¬ iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiii si in fretta palazzi per uffici e per banche e alberghi e case d'abitazione per una popolazione che dai centomila di quindici anni fa è passata ai settecentomila e oltre, e si ritiene che toccherà il milione fra due anni — villeggianti e ospiti di stagione esclusi. A Maiami di terraferma ci ■sono tante cose serie, una grande università, un centro di studi e di ricerche sui frutti tropicali (che ha scoperto per esempio che la ciliegia delle Barbados contiene la vitamina C in assai maggiore quantità dell'arancia, quindi vedremo presto il succo di quella ciliegia lanciato con pubblicità enorme, tutti- ne, vorranno, faranno fortun". i fabbricanti; finché verrà un altro ingegnoso fabbricante a lanciare sul mercato lo stesso succo, ma sintetico, assicurando il pubblico che il suo prodotto è artificiale al cento per cento, assolutamente privo di qualsiasi' elemento del frutto reale; e farà fortuna anche lui, cosi vanno queste cose in America); è la capitale del vasto commercio frutticolo della Florida, fabbrica gelosie d'alluminio che esporta fino in Cina e che si chiamano, chissà perché, alla veneziana, è la capitale della moda per i vestiti fatti, con un Fashion Councll, un consiglio della moda, che iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiim coordina e stabilisce le fogge di fabbricazione di duecento e passa fabbricanti di vestiti fatti. E vuol essere la Nuova York tropicale, aspira ad essere « una delle più grandi città del mondo », ed insegnare alla gente, come ho sentito dire da una collega del Miami Herald, come si possa vivere modernamente in una città tropicale; ma per i. cittadini più ambiziosi intende diventare addirittura the hub of the. emisphere, l'osse intorno a cui dovranno ruotare le due Americhe. Ma fuori di qui, quando si ■dice Maiami alla gente, s'intende Maiami spiaggia, Miami Beach. E qui dico subito che questa città per villeggianti invernali ed estivi e per visitatori d'ogni parte d'America, allungata per una dozzina di chilometri sopra un basso banco sabbioso separate dal continente da quel braccio di mare che ho detto, largo fino a cinque sei chilometri, e congiunta ad esso da quattro dighe che varcano su isole artificiali, su giardini'fatti crescere come per incanto dall'acqua, questa città di alberghi, quattrocento in cifra tonda, di pensioni e case d'appartamenti, circa duemila, di negozi di lusso, di teatri, di campi di olf, di piscine, di arene per la pelota e per il calcio, di ippodromi e piste da corsa, da cui sono escluse rigidamente officine, fabbriche, negri e cimiteri, è la caricatura moltiplicata per cento di quello che s'intende da noi per luogo di cura, di svago, di riposo, di vacanza. (Di quello che s'intende da noi finora, e lo dico con esitazione; ohe purtroppo questi esempi sono contagiosi, e U cattivo gusto dei ricchi cosmopoliti trova riscontro solo nel pronto mimetismo di impresari e speculatori, e se non ci salva la scarsità di quattrini temo che già qualcuno pensi di far la stessa cosa del Lido, di Capri, di Ischia, dei nostri luoghi ancora gentili e signorili; solo ad un'americana che si é fatto il gusto a Maiami poteva venire in mente di creare una piscina accanto al più tepido al più accogliente mare del mondo, dico quello della Marina piccola di Capri). Per tuffarsi nell'oceano Tutto a Maiami è colossale, esasperato, smisurato, mostruoso, artefatto. Nei giardini lungo le acque della baia e sulla Collins Avenue gli alberi appaiono la sera colorati di rosso e. di giallo da riflettori collocati ai piedi del tronco, dai rami pendono a guisa dt frutti globi luminosi; gli alberghi sono caravanserragli favolosi, con una rete sotterranea di vie orlate di negozi d'ogni genere; ed hanno sale e saloni e salette per i diversi pasti della giornata, per i mutevoli stati d'animo, sfavillanti di luci bianche o immerse in un crepuscolo notturno, e altre per esposizioni, per conferenze, per spettacoli, per concerti, per la danza; l'ospite ci si smarrisce, gli forniscono ima guida con cento numeri di telefono interni, uno o più per ognuno dei suoi bisogni, per la colazione e il pedicure e il massaggiatore e il bagnino, e la direttrice mondana che gli troverà una compagnia se non l'abbia, e la segretaria privata per le sue lettere d'affari. Ogni albergo ha una pi- La punta di Miami In Florida scina con centinaia di tettucci collocati fitti l'uno accanto all'altro che sul mezzodì, quando il sole è alto, son tutti abitati da corpi mezzo ignudi serissimamente occupati a prendere il nero. Dalla piscina si può scendere sulla spiaggia, privata, dell'oceano e far lo stesso sdraiati sulla sabbia; ma pochi sono quelli che affrontano le acque aperte, quelle della piscina sono più calde e ferme e colorate di turchino fondo dalle mattonelle e spiccano meglio nelle fotografie. C'è qua e là qualche superstite tratto di spiaggia libera, a cui si accede pagando una piccola somma per lo spogliatoio; e qui l'impresario cerca di fare un po' di pubblicità spiritosa, pianta un cartello su cui si legge a grossi caratteri Men wanted, «uomini cercansi>; si va a vedere cosa c'è scritto sotto, si pensa che cerchino un bagnino o un maestro'di nuoto, no, cercansi men to relax and rejuvenate on the free beach, uomini disposti a rilassarsi e riprendere il vigore della giovinezza sulla libera spiaggia. (Al prezzo di cinquanta centesimi di dollaro; per avere accesso alla spiaggia privata si è pagato per la camera da 40 a SO dollari il giorno). Ma come ho detto, questi tratti di spiaggia libera sono sempre più rari nel fitto degli alberghi; per trovare una spiaggia dove chi- vuol bagnarsi deve tuffarsi nell'oceano si deve risalire la littoranea verso settentrione per decine e decine di chilometri, arrivare a Fort Lauderdale, venticinque miglia a nord di Maiami centro, una cittadina artificiale sorta a imitazione di quello che pensano qui sia Venezia, con centinaia di canali scavati apposta nella landa, con isole create avvolgendole d'acqua da ogni parte, sì che vi si arriva soltanto grazie ai venetian bridges, ponti veneziani, tutti uguali, di cemento, fatti con lo stampino. Qui ho veduto una folla di bagnanti che parevano un fitto di scarafaggi rossi, l'uno a ridosso dell'altro sulla breve spiaggia fra la strada e il mare, o in coppia su sedie a sdraio collocate nella bocca di grandi cuffie di tela da tende, rosse gialle verdi bianche, che voltano le spalle al vento e s'aprono verso il sole. Per tutte le ventiquattro ore è un traffico continuo di automobili sulle strade, di aerei nel cielo, di motori nel mare o nella baia; in certe ore c'è lo stesso imbottigliamento sulla Collins Avenue o sulla Lincoln road che alle cinque del sabato a Nuova Yorh sulla quinta Avenue; ogni giorno c'è motivo di accorrere a gremire un parcheggio per corse di eavalli, di cani, di automobili, per gare di pelota o di motoscafi 6 di vele; è un'inflazione di spettacoli offerti, anzi imposti, si che è uguale fatica sfuggirvi od assistervi. E infine, è ammirevole, è veramente americano il fatto che la fortuna del luogo non si deve alle bellezze naturali di esso, come si può dire di Capri, della costa ligure, dei celebrati laghi svizzeri, il cielo è lucido, il clima è mite d'inverno e ventilato d'estate, siamo alla latitudine di Porto Budan, della valle dei Re lungo il Nilo. Ma questo.è tutto; il resto è frutto di una gigantesca avventura di speculatori. Cent'anni fa tutta la Florida era una landa malsana, fetida palude o savana squallida; lo spagnolo scopritore la chiamò < fiorita » dai molti fiori selvaggi, ma che nascevano dalla putrefazione, dalle acque morte, dai tronchi marciti, dall'intrico dei rami ohe toccando terra rinascevano in radici. Lungo questa Biscayne Bay c'erano sabbie sterili infestate, come ancora ogci del resto, da scorpioni o da ragni mortiferi come la black widow, la vedova nera, da scarafaggi rossi, da pulci marine; e da coccodrilli e serpenti. Tutto quello che si vede e rallegra l'occhip oggi è opera dell'uomo, le isole fatte sorgere dal fondo della baia per costruirvi sopra giardini e luoghi di piacere, i boschi delle palme, delle bougainvillee, dei pini, degli oleandri portati qui già grandi da altre terre, disposti qua e là secondo piani prestabiliti come per uno scenario di teatro. E lo stesso Udo su cui è distesa la città balneare è stato in buona parte conquistato al mare, ricavando con gigantesche draghe la sabbia dal fondo della baia e spargendola, sull'asciutto, lisciando e allargando la landa originaria. Paolo Monelli

Persone citate: Biscayne, Budan, Lauderdale