Si è aggravata la posizione del parroco per la morte della domestica di Cortona

Si è aggravata la posizione del parroco per la morte della domestica di Cortona La giovane che fu trovata cadavere sul greto del torrente Si è aggravata la posizione del parroco per la morte della domestica di Cortona Dopo l'accasa di falso in atto pubblico, peserebbero so don Catoni seri indizi per un altro grave reato ■ L'antopsia ha stabilito che Celeste Palustri era in stato interessante e morì per avvelenamento da sostanza ignota - Nuove perìzie ordinate dal magistrato ■ Un giudizio del vescovo' di Cortona: forse ha commesso nn errore, e per ripararlo ne ha compioti altri (Dal nostro inviato speciale) Arezzo, 6 febbraio. Don Amilcare Coloni, parroco della chiesa di San Marco a Cortona, che da mercoledì scorso è in stato d'arresto nel carcere di Arezzo sotto l'accusa di falso in atto pubblico e di uso di atto pubblico falso, sembra seriamente implicato nella morte di Celeste Palustri. Un provvedimento preso ieri dal- ì l i - l'autorità giudiziaria fa ritenere che al reato precedente se ne sia aggiunto uno molto più grave. All'avv. Antonio Cappelli, difensore di don Coloni, è stato infatti notificato ohe è in corso una perizia medico-legale su alcuni reperti organici appartenenti a Celeste Palustri. Se ne deduce che al sacerdote è stata fatta dal magistrato una precisa contestazione in merito a un determinato reato strettamente connesso con la morte di Celeste Palustri. La. vicenda, di cui si sta occupando il giudice istruttore di Arezzo, dottor Bigazzi, è cominciata la sera di domenica 29 gennaio. Alle SS, sotto un ponte che scavalca il torrente Esse, a pochi chilometri da Cortona, fu scoperto sul greto il cadavere di Celeste Palustri in Markio, di «8 anni. Sulla spalletta del ponte c'erano una sua giacca abbottonata e le scarpe non infangate. Il particolare delle scarpe non infangate, unito ad una ferita alla fronte risultata posteriore alla morte, fecero subito scartare l'ipotesi d'un suicidio o d'una caduta accidentale dai ponte. Celeste Palustri non era più in vita quando fu precipitata sul greto del torrente. Si scoprì successivamente sul suo avambraccio destro la traccia di una iniezione endovenosa. L'autopsia stabili infine che la morte era avvenuta per avvelenamento da sostanza ignota: è questa sostanza che l'Istituto di medicina legale di Siena cerca di accertare. iiiiifiiiiiiiiiiiiiiiiiiii(iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii>iim e ù , n e . e o n o a e a n e a o ri a a e ina a e a e. ù a ul a fia a e e e. m e o aailia mmr aaanaiio. ali iel eia L'autopsia accertò anche in Celeste Palustri una maternità di tre mesi. Tale constatazione fu messa in relazione con la traccia rilevata sul suo braccio: era il segno d'una iniezione fatta allo scopo d'interrom-. pere la maternità o di anestetizzare la paziente per predisporlo ad un atto operatorio avente lo stesso fine. La storia della donna è venuta alla luce nei suoi particolari segreti e amari. Celeste Palustri era stata allevata in un brefotrofio, e all'età di due anni e mezzo adottata dalla famiglia dello spazzino Bucci di Cortona. Aveva fatto la domestica a Roma ed a Terontola; non era bella, era piccola e grassa, ma possedeva due occhi luminosi e cordiali.- Qualche anno fa tornò a Cortona, e di tei s'interessò affettuosamente U parroco don Amilcare Coloni, di !fi anni, lontano parente della madre. In paese l'interessamento di don Coloni parve troppo affettuoso, suscitò qualche malignità. Le malignità giunsero al vescovo di Cortona, vi fu una inchiesta discretissima, forse un ammonimento* Ma l'affettuoso interessam.ento non cessò: nell'autunno del '52 Celeste Palustri era al servizio della famiglia Puccetti a Terontola, fu vista parecchie volte con un giovanotto, Antonio Marinelli, un pescivendolo di Ancona, da lei conosciuto tempo prima a Roma- L- ragazza parlava del arar incili come di un fidanzato, accennava a un prossimo matrimonio. Egli andava ad aspettarla ogni sera meno la domenica: il pomeriggio della domenica Celeste si recava a un certo bivio dove una vetturetta era in attesa; al volante non c'era fi Marinelli. Sono di quell'epoca i segni di una incipiente maternità di Celeste Palustri. Quando questi segni divennero evidentissimi, la ragazza scomparve. Si seppe che si era rifugiata a Perugia, in una casa di proprietà di don Coloni. In quella casa il SS marzo del 'SS, Celeste diede alla luce un bambino: Ugo. Con lui, qualche mese dopo fece ritorno a Cortona, presso la famiglia Bucci. Andava ogni giorno in canonica ad aiutare nei lavori domestici la perpetua del parroco; con sè portava il bambino. Don Catoni era affezionatissimo al piccolo Ugo. Quando il bimbo cominciò a parlare, lo chiamava « zio ». Impro isamente, all' inizio del 'SA, ' este Palustri diffuse la voce i..*--' si era sposata. Si era sposata con uno sbandato polacco, giù appartenente all'esercito del generale Anders. Il marito si chiamava Antonio Markic, e dopo il matrimonio era ripartito per destinazione ignota. Le nozze erano state celebrate da don Coloni il £-4 gennaio 1954 nella parrocchia di San Marco, con esenzione delle pubblicazioni. iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiillillilllliillillillllllliliiiiiiiiiiii Markic, San Marco. A qualcuno questa assonanza parve un po' sospetta. Nuove malignità che giungono al vescovo, e suo secondo intervento. Come mai quello speciale matrimonio segreto era stato celebrato senza la sua autorizzazione scritta/ Don Coloni esibì un documento firmato dal vescovo di Perugia. Il documento risultò contraffatto; e altrettanto risultarono contraffatte le firme dei testimoni. Da qui è venuto mercoledì scorso l'arresto di don Coloni per falso in atto pubblico e uso di atto pubblico falso, questo secondo reato dovuto alla registrazione presso il Municipio di Cortona dell'atto di matrimonio. . Tre mesi fa intanto Celeste Palustri si accorge di una incipiente maternità. Se ne accorge anche la madre adottiva, e le fa una scena; la ragazza afferma che. si tratta di un € falso allarme >. Un'altra scena la madre la fa a don Coloni: <E badi bene che questo figlio ha da nascere >, gli intima. Anche don Coloni la rassicura: ai trotta d'un falso allarme. Ma intanto dalla canonica provengono voci ài. alterchi fra lui e Celeste Palustri. Si giunge cosi alla domenica S9 giugno, giorno del dramma. Al mattino Celeste va ad acquistare un paio di calze e biancheria intima. Appare gaia e spigliata; in casa annuncia che al giovedì conta di partire per Roma, dove dichiara di aver trovato occupazione come domestica. Alle 17 si reca in canonica, dove si gioca a tombola; lei non partecipa al gioco e pochi minuti dopo esce. Poco dopo anche don Coloni esce, inosservato. Da quel momento non si saprà più nulla di Celeste Palustri, fino alle SS, quando viene scoperto il suo cadavere sul greto del torrente Esse, quasi sotto il ponte. Alle i8,!,o don Coloni viene visto alla stazione di Terontola, dove si reca ad aspettare il sagrestano Francesco Bellacchioni, che tre settimane prima era andato a Roma. Ma il sagrestano aveva annunciato il suo arrivo' per la sera di lunedi, non di domenica; ed, egli era stato appunto pregato di andare a prenderlo con la macchina. Ci va invece la domenica, e in un'ora in cui non vi sono treni in arrivo da Roma. Don Coloni toma a Cortona e alle 1945 è in casa del medico Buoni, che è ammalato, e gli misura la febbre. Torna in canonica alle SO, e il maestro di musica Di Matteo, che è da lui invitato a cena, osserva che egli sembra nervoso, quasi sconvolto. Quegli indumenti nuovi acquistati da Celeste Palustri fanno pensare che ella dovesse sottoporsi a una visita. Quel tdipio di iniezione al braccio fa pensare che la visita sia stata fatta, e che le pràtiche alle quali si sottometteva contro la propria volontà, nell'interesse di qualcuno, abbiano avuto inizio, ma non siano state portate a termine per un'imprevedibile svolta della sorte. Ad Arezzo s'è diffusa la voce che ieri don Coloni, sottoposto a un nuovo interrogatorio da parte del giudice istruttore, dott. Bigazzi, abbia fatto im portantissime ammissioni. Da esse presumibilmente ha avuto origine la decisione dej magistrato di una specifica perizia medico-legale. Una conferma di ciò si ha nella notifica del provvedimento fatta dal magistrato al difensore di don Coloni: cioè una precisa contestazione in merito a un preciso reato. Reato che, stando a quanto si dice, sembra non andare oltre l'omicidio colposo o tutt'al più preterintenzionale. In altre parole, nel commettere qualcosa di illecito si è involontariamente commesso qualcosa di più grave. E infine si perde la testa e si aggravano i guai. Mons. Franciolini, vescovo di Cortona, così si è espresso a proposito di don Coloni: « Spero che l'autorità giudiziaria faccia completa luce su questa triste vicenda, e invoco la misericordia di Dio sul colpevole o sui colpevoli. Di don Coloni posso dire soltanto che forse ha commesso un errore, e per riparare a quello può averne commesso altri y. Giuseppe Fataci Don Amilcare Calonl (Tel.) La domestica morta, Celeste Palustri,, ed 11 suo bambino