II progetto di riforma degli esami di Stato di Paolo Serini

II progetto di riforma degli esami di Stato II progetto di riforma degli esami di Stato Riduzione del numero delle prove e progresso rispetto al sistema ancora in vigore - Motivi di perplessità sulla scelta delle " materie-base „ - L'abolizione della sessione autunnale ed i privatisti In che consiste propriamente la riforma degli esami di Stato di maturità e di abilitazione progettata dal ministro Rosai e contemplata nello schema di disegno di legge presentato per il prescritto parere consultivo al Consiglio su perlore della Pubblica Istruzione? Il progetto conserva bensì all'esame di Stato il suo carattere tradizionale di esame conclusivo degli studi secondari (e non introduce innovazioni di rilievo per quanto concerne la composizione delle commissioni, le sedi di esame, ecc.). Ma ne modifica profondamente la struttura in base al concetto che è difficile pretendere da chi è giunto al termine degli studi secondari, e «allo soglie d'una scelta professionale», una «maturità integrale» cui concorrano congiuntamente e in pari misura, « almeno per quanto concerne il bagaglio di nozioni», tutte le materie d'ir-, segna mento. «Difficile e, si vorrebbe aggiungere, deprecabile, perché una maturità siffatta (generica e non consapevolmente orientata) sarebbe spesso deviente e probabilmente sterile. Chi giunga a quelle soglie dovrebbe aver già compiuto nel suo spirito quel travaglio di seiezlone e di decantazione che fa affiorare le direttrici sicure per la vita; chi a tanto non fosse giunto, e ancora posasse In una genericità Bla pure aurea,, piuttosto che maturo in foto sarebbe un immaturo, che dovrebbe ancora trovare la sua strada ». Conforme a tale criterio, il progetto attribuisce, ne^ meccanismo degli esami, un '« particolare rilievo» a certe discipline, e propriamente a quelle che «stanno alla base dell'organizzazione di ciascun tipo di scuola» e ne definiscono le finalità: italiano, latino, greco storia, filosofia, per la maturità classica; italiano, latino, lingua straniera, matematica, scienze, per quella scientifica; italiano,' pedagogia, matematica, storia e geografia, per la abilitazione magistrale, e cosi via. Prescrive, per tali discipline, altrettante prove scritte (che potranno però esser, impostate anche in maniera diversa da quella tradizionale: nella forma, ad esempio, del «questionario», ossia dell'in ritenzione d'un certo numero di quesiti tra 1 quali il candidato sia tenuto a svolgerne alcuni a sua scelta). E conferisce a tali prove speciale efficacia, pòeitlva o negativa: in quanto il candidato che dimostri in esse «una notevole capacità» (e che abbia conseguito, negli scrutini finali, la sufficienza nelle altre materie) potrà esser dichiarato «maturo» o «abilitato» senza bisogno di ulteriori accertamenti; mentre quello che abbia dato « cattiva prova in tutte » Bara, a sua volta, dichiarato senz'altro «réspinto». A sostenere le prove orali (e a sostenerle in tutte le materie) i candidati saranno tenuti solo nei casi dubbi: quando cioè non abbiano conseguito, nelle prove scritte, risultati assolutamente positivi (o negativi), e appaia perciò necessario un ulteriore accertamento della loro preparazione. Es se avranno perciò, nel nuovo sistema, un carattere diverso da quello attuale: il carattere di prove integrative o compensative e, quasi, di « secondo appello». Donde, come ultima conseguenza, la soppressione della sessione autunnale: col nuovo sistema, la sessione di esami sarà unica. * * A noi sembra, tutto sommato, che il progetto dell'on. Rosei segni un progresso rispetto al sistema attualmente in vigore. La riduzione delle prove d'esame e il renderle tutte scritte posson costituire un efficace correttivo a-H'enciclopedismo che vizia spesso la nostra scuola e che riduce, in molti casi, gli esami a prove di memoria in cui finisce con l'avere una parte preminente l'attitudine a ritenere un'certo numero di nozioni (salvo a dimenticarle sùbito dopo) piuttosto che la capacità di approfondire una data disciplina o gruppo di discipline. Mentre l'esigere che — per ottenere la dispensa dalle prove orali — il candidato, oltre ad aver superato le prove scritte in un certo numero di materie, ab» bla- conseguito, negli scrutini finali, la sufficienza nelle altre, rappresenta un'indubbia garanzia contro il pericolo che l'insegnamento o lo studio di certe discipline venga indebitamente trascurato. Né si può non plaudlre alla prevista possibilità d'introdurre, per talune prove scritte, il sistema del questionari o di sopprimere, nella maturità scientifica, la versione in latino. Non mancano tuttavia motivi di perplessità. Accenneremo solo ai principali. E' certo, anzitutto, che col dare < particolare rilievo » ad alcune discipline si rischia di introdurre di fatto, nelle nostre scuole secondarle, una distinzione tra materie fondamentali e materie complementari: distinzione suscettibile di avere pericolosi riflessi negativi, forse più che sulla preparazione dei giovani, sulla posizione morale degli insegnanti delle materie meno favorite, i quali non mancheranno di sentirsi in una condizione di inferiorità rispetto agli altri. Non riteniamo però che a tale inconveniente si debba rimediare, come ha proposto Guido Calogero, col lasciare ai candidati piena facoltà di scelta 'tra le materie in cui venir esaminati: sistema che rischlerebbe di compromettere le finalità culturali o professionali di ciascun tipo di scuola e di produrre inconvenienti forse più gravi. Pensiamo piuttosto che esso si potrebbe, se non eliminare, fortemente ridurre, col limitare il numero delle prove scritte obbligatorie a tre o, addirittura, a due e col lasciare, per le altre, libertà di scelta al candidato. In tal mòdo si metterebbero praticamente tutte le materie (ed i relativi insegnanti) su un piede di quasi parità: nessun professore di filosofia o di matematica o di scienze potendo ragionevolmente sentirsi menomato per il fatto che da uno scolaro di liceo si pretenda anzitutto un discreto possesso dell'italiano e del latino. Come avviene, del resto, anche oggi. D'altro canto, se l'attribuire efficacia decisiva alle prove scritte presenta taluni vantaggi, e può condurre a uno snellimento dell'esame, non bisogna dimenticare però due punti. Primo: che tali prove non implicano sempre una maggior garanzia di serietà culturale e di obiettività di giudizio, sia per la possibilità (tutt'altro che ipotetica) che il candidato abbia a copiare la traduzione o la risposta ai quesiti ^propostigli; sia per quella varietà soggettiva di criteri valutativi da parte degli esaminatori che il prof. De Castro ha messo così felicemente In luce proprio su queste colonne, a conclusione di un'importante inchiesta. Secondo: che pochissimi sono, di regola, i candidati che si dimostrino decisamente «maturi» o decisamente «immaturi» in più prove di esame. La grande maggioranza è costituita di elementi che oscillano tra queste due alternative estreme: che si dimostrano cioè sufficienti in alcune prove, Insufficienti In altre. (Donde, attualmente, l'altissima percentuale dei rimandati alla sessione autunnale rispetto a quelle dei promossi o dei respinti nella prima sessione). Orbene, secondo il progetto ministeriale, costoro dovrebbero sostenere anche le prove orali in tutte le materie. Il che significa, che per la grande maggioranza dei candidati, l'esame di stato conserverà, anche col nuovo sistema, la sua flsonomia attuale; con l'aggravante d'un maggior numero di prove scritte. Salvo che 11 disegno di legge definitivo non limiti l'obbligo di sostenere le prove orali alle sole materie In cui il candidato si sia dimostrato, negli scrutini finali o nelle prove scritte, insufficiente, o non lasci, In proposito, larghe facoltà discrezionali alle commissioni esaminatrici. Lasciamo da parte, infine, le perplessità che sollevano l'abolizione della seconda sessione (e le difficoltà che implica la sua pratica attuazione) e la condizione di netta inferiorità In cui verranno a trovarsi i privatisti. La relazione ministeriale premessa allo schema di disegno di legge ne fa, infatti, chiara e obiettiva menzione. Paolo Serini

Persone citate: Bara, De Castro, Guido Calogero, Rosai