Dà la pistola ad una ragazza ed è ucciso da un colpo al ventre

Dà la pistola ad una ragazza ed è ucciso da un colpo al ventre Tragico scherzo in una trattoria dello Val di Susa Dà la pistola ad una ragazza ed è ucciso da un colpo al ventre Credeva che l'arma fosse in sicurezza - La consegnò celiando alla giovinetta perchè imparasse a difendersi dagli avventori importani - E' morto dopo 23 ore di agonia ii n in n 111 n inumimi (Dal nostro inviato speciale) Borgone, 3 febbraio. Una frase scherzosa e un gesto sconsiderato hanno provocato una tragedia: una ragazza di quindici anni ha ucciso con un colpo di rivoltella un uomo di 56 anni che per gioco le aveva offerto l'arma invitandola a sparare. Ma la rivoltella, una Beretta calibro T,65, era carica ed è bastato che essa rimanesse un attimo nelle mani inesperte della giovane perchè il colpo già in canna partisse. L'uomo di fronte a lei, raggiunto alla regione inguinale sinistra, si è accasciato al suolo con un gemito: ventitré ore dopo è spirato. Il dramma si è svolto in un esercizio pubblico, la trattoria Croce Bianca, gestita dalla famiglia Gaspardino. Ieri sera, alle 19,30, nell'esercizio si trovavano una decina di persone intente al gioco o a chiacchierare intorno ai tavoli davanti ai bicchieri di vino. Il gestore stava al banco e lo aiutava la figlia Rina di 15 anni, pronta a correre di tavolo in tavolo per esaudire i desideri degli avventori. Uno di questi — certo Marco, uno scalpellino di 60 anni — a un certo momento si metteva a scherzare con la ragazza: cercava di pestarle i piedi mentre ella stava versandogli da bere. Il banale scherzo si protrae- va un poco e la ragazza si dimostrava stizzita. Un altro cliente che era seduto a un tavolo accanto — Armando Alotto di 56 anni, messo comunale in pensione, mutilato del braccio sinistro — a un certo punto, per assecondare la burla dell'altro avventore, si rivolgeva alla ragazza e ridendo la invitava a reagire. Poi, tolta di tasca la propria rivoltella, la porgeva alla giovane: < Tieni, sparagli — le diceva — oppure spara a me». Rina, ridendo anch'essa, prendeva in mano la pistola, ma un attimo dopo echeggiava uno sparo. Il colpo aveva raggiunto lo stesso Alotto che si accasciava con un gemito, si accasciava con un lamento, la ragazza erano subito intorno a lui per soccorrerlo, qualcuno telefonava ai carabinieri e al medico. Pochi minuti dopo giungeva il maresciallo Buti, il carabiniere Di Martino e il dott. Ferdinando Tua. Il ferito che perdeva sangue in abbondanza ed era privo di sensi, veniva caricato su una auto pubblica e trasportato all'ospedale di Susa. Qui veniva sottoposto immediatamente ad atto operatorio per l'estrazione del proiettile; erano necessarie anche tre trasfusioni. Nel pomeriggio di oggi improvvisamente il ferito si aggravava: gli sopraggiungevano complicazioni al peritoneo per cui i medici disperavano di poterlo salvare. Alle ore alla sua abitazione. L'Alotto veniva trasportato a Borgone presso la casa di una sorella vivendo egli solo. Poco dopo l'arrivo entrava in coma e alle 20 cessava di vivere. Armando Alotto portava la rivoltella sebbene non fosse munito di porto d'arme; causa la sua grave infermità (mancanza del braccio sinistro) manteneva l'arma sempre con il proiettile in canna per poterla usare con prontezza in caso di aggressione. La notizia della sciagura, rapidamente diffusasi nell'abitato di Borgone, ha suscitato profonda impressione. Prima di morire l'Alotto ha voluto parlare con il maresciallo dei carabinieri al quale ha precisato che la colpa dell'accaduto ricadeva esclusivamente su di sè per il suo gesto di imprudenza. Rina Gaspardino dopo la disgrazia è stata colta da un grave « choc » che le ha paralizzato per parecchie ore la parola r. I.

Persone citate: Alotto, Armando Alotto, Beretta, Buti, Di Martino, Rina Gaspardino, Tieni

Luoghi citati: Borgone