Per una falsa radiografia a un paziente in lite gli avvocati ed i medici di Sanremo

Per una falsa radiografia a un paziente in lite gli avvocati ed i medici di Sanremo Per una falsa radiografia a un paziente in lite gli avvocati ed i medici di Sanremo Il malato di stomaco pretese mezzo milione per evitare lo scandalo ■ Poi seguì un malinteso tra medici, e al processo per estorsione due avvocati difensori dissero al giudice: "Auguriamoci di non dover mai essere curati in questa provincia,, - Si spera che la polemica non abbia sviluppi (Dal nostro inviato speciale) Sanremo, 2 febbraio. Grosse beghe a Sanremo fra medici e medici, e fra medici e avvocati. Due dei primi, insieme con un paziente, sono finiti in tribunale, accusati di scorrettezza d'indole penale; al processo tutta la classe medica si è considerata offesa da alcune' frasi pronunciate dagli avvocati. Ne $ seguito da parte dei medici un ordine del giorno di protesta e di deplo--' razione contro gli avvocati; a loro volta essi hanno annunziato una precisazione nei confronti dei medici. Il subbuglio odierno è nato da un episodio accaduto nel gennaio del '53. A quell'epoca il dott. Giovanili Solerio, di 53 anni, da Casale Monferrato, aveva in cura il venticinquenne Aurelio Gambacorta, da Penne, il quale accusava disturbi gastrici. Il paziente, che già aveva avuta fatta una radioscopia, desiderando ottenere una più completa diagnosi, gli richiesi un esame radiografico; invece il medico, che lo considerava un malato immaginario, si limitò a ripetere la radioscopia, ricevendo un onorario adeguato a tale prestazione. Quando però il Gambacorta, alcuni giorni dopo, tornò dal dott. Solerio per avere la lastra, questi gliene consegnò una eseguita su un'altra persona e addirittura da un altro medico. E' escluso che il Gambacorta abbia avuto una tale acutezza di percezione da riconoscere nelle ombre diafane della radiografia le caratteri stiche del proprio apparato digerente; il sospetto che si trattasse d'un errore o di una mistificazione venne invece a un nuovo medico, al quale egli si rivolse per farla esaminare. Questi era il dott. Dante Padoan, di 49 anni, da Adria, che riconobbe nella radiografia lo stile d'un altro collega. Il controllo fu facile, ed il Gambacorta si precipitò dal dott. Solerio sbandierando la lastra che nelle sue mani si era trasformata in un'arma. Affermò d'aver avuto un danno valutato in mezzo milione, minacciò una denunzia, ed il dott. Solerio la stessa sera gli consegnò un assegno per quella somma. L'episodio poteva considerarsi chiuso. Ma pochi giorni dopo esso circolava per tutta Sanremo, soprattutto fra i medici. Quale fonte avevano quelle vocit II dott. Solerio ritenne che ne fosse artefice il collega dott. Padoan. Questi in realtà aveva segnalato al dott. Sbrana, dell'Ordine dei medici, l'episodio della falsa radiografia, avendone in risposta che nessun intervento poteva essere fatto senza una denuncia scritta. A sua volta il dott. Solerio aveva informato l'Ordine dei medici d'aver ricevuto pressioni da parte del dott. Padoan, esplicitamente formulate nella minaccia di denunziarlo al Consiglio dell'Ordine se non gli avesse versato mezzo milione, somma ulteriormente ridotta a 150.000 lire. Logica- niente fu invitato a non dar j C0Ìs° «"a richiesta. ! Infine il Padoan presentò al i Consiglio dall'Ordine dei medi, ci una denuncia scritta contro \H Solano. Dieci giorni dopo mentre il procedimento disci plinare ara appena iniziato, ili Padoan inoltrò una denuncia anche al magistrato. Nel campo disciplinare, il Consiglio dell'Ordine inflisse al dott. Solerio quattro mesi di sospensione dall'esercizio professionale per il suo comportamento scorretto a proposito della radiografia, e un mese di sospensione al dott. Padoan per atti disdicevoli al decoro, professionale, avendo propalato fatti che dovevano es- sere taciuti, e avendoli denunciati al Consiglio in ritardo mentre avrebbe dovuto farlo subito. Nel campo giudiziario, l'istruttoria ebbe il suo corso e si concluse col rinvio a giudizio del dott. Solerio per truffa aggravata, del dott. Padoan per tentata estorsione, e del Gambacorta per estorsione. Dopo aver subito due rinvìi, il processo è stato celebrato il gennaio scorso al tribunale -di Sanremo. Il Gambacorta era ' difeso dagli avvocati De Michelis e Diati, il dottor Solerio dagli avvocati Coire e Meiffret, il dottor Padoan dagli avvocati Vota e Carnelutti. Per il Gambacorta, il tribunale non ha avuto dubbi, e lo ha condannato a due anni di reclusione col beneficio del condono e della non iscrizione. Quanto ai due medici, trovandosi fra un Solerio che senza prove accusa e un Padoan che senza prove nega, li ha assolti appunto per insufficienza di prove. Sentenza contro la quale si sono appellati tanto i due imputati quanto il P- M. Ma il processo ha fatto entrare la vicenda in una fase polemica. Nel corso delle toro arringhe, gli avvocati Vota e Carnelutti avrebbero pronunciato frasi che hanno suonato come inaccettabile censura all'Ordine dei medici e come apprezzamenti lesivi per il prestigio professionale dell'intera classe medica delle provincia di Imperia. In particolare sono risultate sgradite queste frasi, nelle quali si alludeva all'operato del Consiglio dell'Ordine, definito molle e accomodante: Carnalutti: « Spero che in aula non vi siano futuri clienti di questi medici». Vota: « Auguriamoci di non , l e ammalarci e di (non esser curati da questi medici». Carnelutti: « Avevo intenzione di fermarmi una settimana a Sanremo per curarmi la gamba dai postumi d'una caduta, ma al pensiero di certi medici meglio sacrificare un gallo a Esculapio ». E' noto che sotto la protezione della toga l'avvocato ha ampia libertà dì parola, con opportune limitazioni. Recente è il caso dell'avv. Sergio Ramaioli, di Milano, condannato a un anno di reclusione per aver offeso il pretore di Monza dott. Giovanni Mariconda, condanna che ha suscitato nella classe forense milanese varie preoccupazioni, espresse in un ordine del giorno. Analogamente hanno fatto i medici della provincia d'Imperia, in un ordine del giorno votato all'unanimità nella loro assemblea del 29 gennaio scorso. In esso l'assemblea, « sconcertata e meravigliata per i rilievi mossi al Consiglio dell'Ordine, indignata per l'atteggiamento assunto nelle arringhe di difesa, protesta altamente e deplora che si sia messo in discussione il valore morale di tutti i medici della provincia ». Contrattacco dell'Ordine degli avvocati. E' annunziata per domani una loro precisazione: in essa verrà dichiarato che anzitutto non viene riconosciuta ai medici la legittimità di censurare e deplorare una categoria che non è la loro e di cui non conoscono la prassi; m secondo luogo che non spetta a loro il controllo degli avvocati, ma al magistrato che dirige il dibattimenito, il quale non avrebbe permesso che i medici venissero denigrati, ma sarebbe intervenuto, come gliene dà facoltà il Codice di proce- dura; in terzo luogo, che quanto è stato detto in udienza è attinente alle risultanze istruttorie e dibattimentali, e che nelle arringhe sono stati portati non fantasie, ma fatti che costituiscono materia strettamente processuale. Non pare che, dopo tale pre citazione, la polemica possa su bire ulteriori sviluppi. Giuseppe Farad