Il boscaiolo svedese Jernberg ha vinto la gara di 50 chilometri di Carlo Moriondo

Il boscaiolo svedese Jernberg ha vinto la gara di 50 chilometri Venti gradi sotto zero a Cortina dorante la più aspra prova delle Olimpiadi Il boscaiolo svedese Jernberg ha vinto la gara di 50 chilometri Il nuovo campione olimpico ha dominato dalla partenza all'arrivo - Secondo è giunto il finlandese Hakulinen - Il primo degli italiani (Mieli) classificato sedicesimo - Oggi scendono in lotta i "bob a quattro,, (Dal nostro inviato speciale) Cortina, 2 febbraio. Un senso di angoscia et ha preso stamane alla partenza della gara di gran fondo. Il cielo ancora grigio, barbe di ghiaccioli appesi ai rami degli abeti, alpini in tuta attorno a fuochi di bivacco; erano quasi le otto ed il termometro al traguardo segnava 18 sotto zero (ma dalla località Cadin arrivò la segnalazione che laggiù, si era a meno BUS). Un ambiente siberiano. Eppure un manipolo di 33 uomini stava per lanciarsi in questo inferno bianco e percorrervi SO chilometri. La neve crocchiava sotto gli scarponi, il fiato formava nuvolette attorno al viso. Arrivò Kuzin, il campione russo e scosse la testa: < Nicht gut! > disse, e ondò ad aiutare i compagni a' spalmare la sciolina. Ci informarono che Kuzin noti stava bene, che non avrebbe preso il via, ma vi fu subito chi sussurrò: « Raffreddore diplomatico... >. In effetti il sovietico non è riuscito quest'anno a ritrovare la forma sensazionale che lo portò a vincere due titoli di campione del mondo. Quando il sole forò un cu scino di nubi che si era aggrappato sulla cima dell'Anteìao, il gelo sembrò ancora aumentare. Arrivarono i finlandesi, Hakulinen in testa, chiuso, accigliato, il volto dai tratti rudi di boscaiolo, chino sul petto enorme; poi ecco gli svedesi con Jernberg, biondissimo, anche lui taglialegna. Nell'attesa gli accompagnatori ci insegnano che bisogna gridare: « Hcja, heja Sverige! > e ci parlano di lui, del loro grande campione. Compirà S7 anni il prossimo 6 febbraio: vive a Ì00 chilometri a nord di Stoccolma, dove la neve dura otto mesi all'anno e tutto attorno è una immensa pianura gelata. Jernberg parte al mattino dalla sua capanna fra le betulle; fa 80-30 chilometri per arrivare sul posto di lavoro, taglia e sega tutto il giorno; quando il sole comincia a diventare rosso, calza di nuovo gli sci per ritornare. Alla domenica ci sono le gare: cinquanta-scssantamila persone attorno ad una prova di fondo. Jernberg prende ancora gli sci; alla sera ha qualche medaglia di più da mostrare alla fidanzata. Così si spiega il predominio degli scandinavi nelle gare più estenuanti: perchè per loro quei due semplici pezzi di legno sono strumenti essenziali di vita (come da noi era, ed è ancora, la bicicletta, e per lo stesso motivo non vedremo mai un finlandese vincere un Giro di Italia). <Fa molto freddo, vero 7 > domandiamo. < Un poco — dice il taglialegna Jernberg — 10 sotto zero, però, sarebbe proprio la temperatura ideale >. Certo questo gelo elimina gli inconvenienti di un errore di sciolinatura. La neve si è solidificata in minutissimi cristalli a spigoli taglienti: dopo pochi chilometri qualsiasi sciolina sparisce, resta solo il legno. Niente alchimia di laboratorio; niente unguenti sjgreti, oggi: vince chi ha più gambe e più cuore e più polmoni. Ed il cuore di Jern berg batte lento come quello di Coppi: 50 pulsazioni al mi nuto; aumenterà il ritmo alla partenza per quella comprensibile emozione che prende an che gli atleti più navigati, poi tornerà ai valori normali: 50 pulsazioni al secondo dal 5" al 50° chilometro: come un motore perfetto. Arrivano i nostri: Mismetti, Busin, Mich, Carrara con la barba incrostata di ghiaccio che lo fa parere un vecchietto canuto. Non hanno molte speranze: il gran fondo è negato ai paesi latini. Le otto. Il primo parte alle 8,30. Il suono della campana fa scattare Mismetti; poi il russo Terentiev. Via via partono tutti: Kolcin, il sovietico dalle mascelle serrate; Schelyukin un altro russo; Hakulinen, gi gantesco; Jernberg dallo sguardo azzurro. Solo ora che sono tutti partiti ci avvediamo che siamo rimasti in tanti, ma ognuno di noi è solo: perchè il nostro cuore è laggiù con loro, con gli atleti tesi nella fantastica galoppata. Ecco, vorremmo raccontare i passaggi al 10', al to' chilometro, narrare ippszJH3iztmacbnlMcpfisdsdHmèficzfilslp il dramma di ognuno dei 33: perchè un momento di crisi c'è per tutti; si tratta di superarlo stringendo i denti. Controlliamo i passaggi a mezza gara. Come si prevedeva, Jernberg è in testa con 1^4'11"; Hakulinen secondo con Ì,2-j'-46"; 3' Schelyukin con 1£5'0&", ma il compagno Terentiev lo incalza a 23" di distanza. Da un'ora e mezzo gli atleti arrancano selvaggiamente: molti hanno ceduto, altri sono al. limite delle forze. Passano come fantasmi davanti alle tribune, bianchi di brina: forse non odono nulla fuorché il galoppo sfrenato del loro cuore. Ma Jernberg, invece, scivola con leggerezza in un monotono passo di danza ripetuto all'infinito: per lui è come se dovesse andare al lavoro; gli abeti di Cortina sono le betulle del suo paese 400 chilometri a nord di Stoccolma. Al i0° chilometro Hakulinen ha perso un'altra manciata di secondi; Terentiev è ora terzo ad un secondo dal finlandese. La lotta prosegue e ci prende alla gola. I tre vanno da due ore e mezzo. La corsa tremenda sta per finire. Non dimenticheremo mai l'arrivo di Jernberg, vincitore sorridente: ha lasciato 50 chilometri alle spalle, si è arram- picato per pendii scoscesi, si è gettato in frenetiche discese per S^O'ST': non lo attende un duro lavoro, alberi da abbattere, tronchi da accumulare, ma una piccola medaglia d'oro. Per lui, un divertimento; per gli altri una fatica sovrumana. La classifica finale dice quanto è stata aspra la lotta: 1. Jernberg (Svezia) 2,50'27"; 2. Hakulinen (Finlandia) 2,51'46"; 3. Terentiev (Russia) 2,53'32"; i. Kolehmainen (Finlandia) 2,56'17"; 5. Schelyukin (Russia) 2,56'40"; 6. Kolcin (Russia) 2,58'; 7. Baranov (Russia) 3,3' e 55"; 8. Sivonen (Finlandia) 3,4'16" ; 9. Kontinen (Finlandia) 3,06'15"; 10. Grahn (Svezia) 3,06'32"; 16. Mich (Italia) 3,11' e 59"; 17. Carrara (It.) 3,14'39"; 21. Busin (Italia) 3,21'05"; 23. Mismetti (Italia) 3,23'15". Nel pomeriggio uno spettacolo di grazia: le prove di pattinaggio artistico femminile. La americana Albright — bionda in costumino scarlatto — ha vinto dominando. Domattina cominciano le prove per il bob a quattro che interessano in modo particolare gli azzurri, visto che si presenta la possibilità di rinnovare il trionfo ottenuto nel bob a due. i nostri equipaggi sono pilotati da. Monti e da De Martin. I due sono divisi da una corta rivalità che per quanto mantenuta nei limiti della lotta sportiva, genera una certa atmosfera di nervosismo. Ecco i risultati delle partite di finale di hockey: CanadaGermania 10 a 0; Stati UnitiSvezia '6 a 1; Russia-Cecoslovacchia 7 a 4. Carlo Moriondo