Nuovo processo olio studente che uccise il suo protessore
Nuovo processo olio studente che uccise il suo protessore Nuovo processo olio studente che uccise il suo protessore Così ha deciso la Cassazione tenza di appello che ridusse l i a a o . e e a , . l è r a e è (Nostro servizio particolare) Roma, 30 gennaio. Il caso di Giuseppe Conte, lo studente che il 16 febbraio del 1953 uccise con tre colpi di pistola, il proprio insegnante di matematica prof. Modugno dal quale si riteneva perseguitato, verrà preso in esame per la quarta volta dal giudici. Questo ha stabilito la Corte di Cassazione rilevando che la sentenza della Corte d'Appello con la quale nel luglio di due anni or sono il ragazzo era stato condannato a 10 anni di reclusione era difettosa nella parte in cui si spiegava perchè sono state concesse le attenuanti per il vizio parziale di mente. Giuseppe Conte studiava ragioneria all'istituto « Leonardo Da Vinci ». Era un ragazzo dal temperamento piuttosto chiuso ed aveva un programma ben preciso dinanzi a sè: conseguire il diploma. Ma nel corso dei suoi studi ad un certo momento sorse improvviso un ostacolo che gli sembrò insormontabile: la matematica. L'insegnante di quella materia era il prof. Renzo Modugno e a lui Giuseppe Conte attribuì la responsabilità dei cattivi "oti che egli riportava». Il professore — si confidò una volta — non mi può soffrire. Io studio ed' egli mi dà ugualmente l'insufficienza. Ed Un giorno, il 16 febbraio 1953, decise di vendicarsi: sottrasse al padre, sottuffi¬ MIIIIIIIIllllliMIM 11 {I ! M11 II I II 1111 f 1M Iti 111 11 I !! I II n una via frequen ritenendo non motivata la sen la condanna da 14 a 10 anni ' ciale di P. S., la pistola d'ordinanza e nell'intervallo di una lezione si avvicinò all'insegnante che stava fumando nel corridoio della scuola una sigaretta e gli sparò tre colpi, I giudici del tribunale dei minorenni io condannarono il 3 aprile 1954 a 14 anni di re clusione. «E' responsabile — disse la sentenza — di omicidio premeditato e bisogna ritenere che fosse perfettamente capace di intendere e volere quando sparò contro il suo insegnante >. Non furono dello stesso avviso i guidici della Corte d'Appello. «Giuseppe Conte — essi spiegarono — non premeditò il delitto che commise quando la sua capacità di intèndere e volere era fortemente scemata. Quindi egli deve essere condannato a 10 anni di reclusione di cui 5 condonati >. Contro questa sentenza hanno protestato sia il Pubblico Ministero che i suoi difensori, avvocati Luigi Trapani e Bruno Cassinelli. I] magistrato ha sostenuto che i giudici della Corte d'Appello non hanno motivato con chiarezza le ragioni per le quali si erano indotti a concedere il vizio parziale di mente allo studente. Gli avvocati difensori hanno replicato lamentando che i giudici della Corte d'Appello hanno erroneamente ritenuto maturo psichicamente il ragazzo. g> g' I I ! M1 ! 111111111111111 II 11111111111 [I 11 11111111 II 1!Q tata di Genova
Persone citate: Bruno Cassinelli, Giuseppe Conte, Modugno, Renzo Modugno
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