Mutato in arresto il fermo dell'ex-socio della vittima

Mutato in arresto il fermo dell'ex-socio della vittima L'inchiesta svila strage nella tabaccheria presso Brescia Mutato in arresto il fermo dell'ex-socio della vittima Si è costituito l'uomo gigantesco indiziato per l'eccidio Ha fornito un alibi piuttosto incerto - E' zio dell'arrestato (Dal nostro inviato speciale) Brescia, 27 gennaio. Come era prevedibile, Vincenzo Volsi ha interrotto la sua latitanza per poter dissipare i sospetti che si erano orientati verso di lui. Ieri il figlio Lino, in attesa di essere interrogato, agitava in mano i giornali che recavano 1 drammatici interrogativi sul conto del padre. « Saprò scovarlo io — gridava il giovanotto. — Dovrà presentarsi all'autorità e scagionarsi se è innocente; e se invece è colpevole, dovrà affrontare la sua sorte». E' riuscito a scovare il rifugio del padre, che era a Falosco, a pochi chilometri da Pontoglio, e a convincerlo a costituirsi. Infatti 11 figlio ha informato i carabinieri, e verso mezzanotte un furgoncino è andato a prenderlo in una osteria di Palosco, dove Vincenzo Volsi aveva promesso di farsi trovare. Da li i carabinieri l'hanno portato alla caserma di Chi&ri, dove questa mattina il giudice istruttore è andato ad Interrogarlo. Pare che il Volsi abbia respinto ogni sospetto e che abbia presentato un alibi. Nell'ora in cui la famiglia Breno veniva massacrata, cioè intorno alle 3 del mattino di lunedì, egli si trovava presso Palosco, solo e in aperta campagna, aggiungendo di avere notato il passaggio di due persone. Un alibi piuttosto gracile, in verità Felice Castel-li, nipote del Volsi, ed ex socio d'affari della vittima, che e.:, stato fermato mercoledì sera, è da questa sera in stato d'arresto. Il provvedimento è stato preso in conseguenza degli indizi che pesano su di lui. Oggi egli ha subito un nuovo interrogatorio nel carcere di Chiari, dove Io ha raggiunto, in una cella ben lontana, lo zio Vincenzo Volsi. La loro posizione dipende dall'esame delle impronte digitali rilevate in casa Breno e spedite con corriere speciale all'istituto di polizia scientifica di Roma. Oggi si è avuto un nuovo intervento di cani poliziotto. Dal centro di addestramento di Nettuno sono arrivati Athos, Bull e Audax, i tre esemplari più famosi. Per primo è entrato in scena Athos. Dopo avere annusato la sciarpa famosa, si è diretto verso la porta posteriore del cortile dei Breno, che dà su un canale. Ha disceso l'argine, lo ha risalito, è passate sotto una rete metallica, ed è andato a finire in un altro cortile, quello dove abita il macellalo Giuseppe Molinari. Si è pensato che anche un cane poliziotto può avere le sue debolezze, mostrandosi sensibile all'odore della carne di manzo. Ma qui, in uno sgabuzzino, è stato trovato un paio di calzoni appartenenti al garzone Pietro Mossali. Essi apparivano lavati di fresco. I cabonisono stati portati nel cortile dei Breno e fatti annusare a Bull. Il cane è partito, e a sua volta si è diretto al cortile del macellaio. Il risultato di queste prove è stato che il macellalo e il garzone sono stati convocati questa sera dal giudice istruttore, e interrogati a lungo. Con loro è stato interrogato anche Paolo Raccagni, proprietario della trattoria sita nella casa dei Breno. I calzoni trovati nello sgabuzzino de) macellaio e appartenenti al garzone Mossali, insieme con un berretto e un paio di scarponi, sono stati mandati questa sera all'Istituto di Medicina Legale di Milano, per l'esame di certe macchie sospette. Per un esame analogo sono stati pure mandati alcuni martelli, e barre e leve, rinvenute in varie case, che presentano macchie sospette. Su un martello sono più appariscenti, e Inoltre il manico di esso risulta raschiato di fresco. Giuseppe Farad

Persone citate: Giuseppe Farad, Giuseppe Molinari, Paolo Raccagni, Vincenzo Volsi