Colloqui di Segni con i ministri in una atmosfera di incertezza di Enzo Forcella

Colloqui di Segni con i ministri in una atmosfera di incertezza Sinora nessun accordo per il bilancio finanziario Colloqui di Segni con i ministri in una atmosfera di incertezza 11 sen. Gava ancora indeciso - I liberali sono contrari ad aiiidare V«interim» a Vanoni - Segni invita Saragat ad accettare riduzioni negli stanziamenti predisposti dai dicasteri socialdemocratici Roma, 26 gennaio. A cinque giorni dalla presentazione in Parlamento del nuovi bilanci di previsione non si può dire ancora se essi recheranno anche la firma del Ministro del Tesoro, Gava. Non si sa ancora, cioè, se verrà superato il contrasto che si è delineato sul criteri informativi dei bilanci, o Be il ministro darà seguito al ventilato proposito di dimettersi. La giornata ha offerto in proposito indicazioni positive e negative. E' stato considerato un segno positivo ihe Gava abbia difeso in Senato con molto vigore il disegno di legge per la soppressione degli enti superflui, ma, di contro, si è notato che egli ha continuato a non partecipare alle riunioni che Segni, Vanoni e gli altri ministri via via interessati dedicano alla messa a punto degli aspetti particolari del bilancio. Del resto, 1 suoi amici ripetono che non si può dire ancora la ultima parola, tutto essendo condizionato alla configurazione definitiva che assumerà lo stato di previsione. Se si dovesse fare una previsione — aggiungono — propenderemmo più per jl si che per 11 no: Gava è effettivamente dubbioso sull'opportunità di sottoscrivere un indirizzo economico sensibilmente lontano dalle sue convinzioni. Le ripercussioni ohe l'intransigenza del Ministro del Tesoro potrà avere sulla stabilità della compagine governativa rimangono quelle che abbiamo delineato nei giorni scorsi: se si fosse certi che le eventuali dimissioni di Gava rimarranno un fatto isolato, dopo avere provveduto ad affidare ad un altro componente del Gabinetto l'interinato, al Presidente del Consiglio non rimarrebbe che il rimpianto di avere perduto un capace collaboratore. VI è il pericolo, tuttavia, che' l'atteggiamento) di .Gava.- trovi solidarietà In altri settori delio schieramento governativo. Allora il caso personale si trasformerebbe in caso politico e finirebbe per provocare inevitabilmente una crisi di governo. Anche l'eventuale sostituzione di Gava, del resto, comincia a profilarsi più difficile di quello che il Viminale in un primo momento avesse pensato. I liberali hanno fatto capire che non gradiscono l'interinato del Tesoro a Vanoni, e lo stesso Ministro del Bilancio considera di avere già sufficiente lavoro per accollarsene dell'altro. Anche l'ipotesi dell'assunzione dell'interinato da parte di Segni non ha avuto seguito. Si sono perciò moltiplicati gli sforzi sia per convincere Gava a non insistere nel suo proposito, e, in via subordinata, per risolvere la questione dell'Interinato; sia per bloccare la spinta centrifuga che l'atteggiamento del Ministro ha alimentato. Alla prima opera stanno badando i dirigenti democristiani, che oggi hanno avuto molti contatti con 1 Ministri più interessati alla vicenda; alla seconda il PresiJ dente del Consiglio, che è restato per tutta la giornata impegnato in riunioni per la definizione del singoli stati di previsione e in colloqui con gli esponenti politici. « Stiamo lavorando attorno ai bilanci », ha confermato lo stesso Segni quando, poco prima delle ore 11 di sera, ha lasciato 11 Viminale. «Vanoni accetterà l'interim t ». «E' una domanda prematura», ha risposto il Presidente del Consiglio, lasciando cosi comprendere che il problema Gava sussiste, ma che si spera di isolarlo come un fatto personale. Saragat si era recato per ben due volte nel corso della giornata dal Presidente del Consiglio e tutto lascia credere che da questa parte la stabilità governativa non tema sorprese. E' probabile che Segni abbia insìstito per ottenere dai socialdemocratici qualche sacrificio sugli stanziamenti dei Ministeri ch'essi dirigono: non si sarebbe più ad ogni modo, nell'ordine del «tagli» che aveva chiesto in un primo tempo Andreotti e non sarebbe difficile perciò raggiungere un'intesa. Con Malagodi, dal quale possono sorgere le maggiori difficoltà, Segni ha discusso per oltre un'ora. Il segretario del P.L.I. ha confermato, uscendo, che la sua parte ritiene assolutamente necessario astenersi dell'imporre nuove tasse, perchè solo così si potrà fermare la spinta verso nuove speae ed imporre una seria riqualificazione del bilancio. Sono, come si vede, concetti di intonazione generale che non permettono di capire come 1 due uomini politici Si sono lasciati. E' convinzione comune, tuttavia, che 1 liberali non sono pronti ad assumersi la responsabilità d'una crisi, corno avverrebbe se solidarizzassero con Gava. Anche Andreotti — altra « carta coperta » nel complesso gioco che Segni sta pazientemente dipanando — pur essendo anche lui deciso n rifiutare qualsiasi inaspriménto fiscale, non pare propenso a sostenere le posizioni del Ministro del Tesoro. E si può dire quindi che, sia pur con tutte le incertezze che abbiamo accennato, le prospettive si presentano per Segni abbastanza serene. Il Comitato centrale del P.S.I. ha concluso 1 suoi lavori approvando un documento nel quale sono fissati i criteri cui il partito ispirerà la sua condotta nella preparazione delle prossime elezioni amministrative. Il P.S.I. si batterà in primo luogo per far estendere la proporzionale ai Comuni dal 10 mila ai 25 mila abitanti. Nei Comuni dove verrà applicata la proporzionale presenterà liste proprie col contrassegno di partito. Negli altri e nelle elezioni provinciali si adoprerà per la formazione di liste a candidatura unitaria « nelle quali si realizzi il più largo schieramento di tutti i fautori della proporzionale, delle autonomie locali, di una politica amministrativa corrispondente agli interessi popolari». Nel Comuni in cui sj voterà col sistema maggioritario, il P.S.I. praticamente si alleerà con i comunisti e possibilmente con gli altri gruppi minori dEscntth«pmusleqtcav di sinistra e di centro-sinistra. E' difficile in questi Comuni sottrarsi al richiamo dei blocchi contrapposti e la decisione del P.S.I. era praticamente inevitabile. Non ha fatto tuttavia buona impressione ed ha ravvivato la polemica sul « frontismo » di questo partito. Da notare in proposito una presa di posizione estremamente aspra del settimanale ufficiale della D.C., dove si sostiene che l'obiettivo principale della prossima campagna elettorale dovrà essere l'Isolamento della sinistra. Anche questo va messo nel conto dell'atmosfera preelettorale, che obbliga necessariamente all'esasperazione delle rispettive posizioni. Enzo Forcella

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