Una lettera trovata all'ufficio postale potrebbe spiegare le cause della strage

Una lettera trovata all'ufficio postale potrebbe spiegare le cause della strage Padre, madre e figlia uccisi nella tabaccheria presso Brescia Una lettera trovata all'ufficio postale potrebbe spiegare le cause della strage Si riferisce ad affari imprecisati, non è firmata e fa parte di un carteggio regolare - Ma nessuno scritto è stato rinvenuto in casa: forse gli assassini hanno distrotto ogni cosa - L'uomo sapeva che lo volevano sopprimere ed era sempre armato (Dal nostro inviato spc-'ile) Brescia, 24 gennaio. « Delitto perfetto »: questa è l'opinione di quanti si occupano della strage di Pontoglio. Ma forse la definizione non è esatta. Gli assassini hanno commesso un errore che potrà condurre alla loro scoperta. E non un solo errore. Hanno dimenticato una sciarpa. Una sciarpa di lana rosa, stac¬ catasi dal collo di uno dei colpevoli e dimenticata nella camera dell'eccidio. In un primo tempo ieri mattina è ri)nasta inosservata, confusa nel disordine dell'alloggio. Ma quando i parenti delle vittime, invitati a riconoscere ogni oggetto che si trovava nella stanza, dichiararono che essa non apparteneva alla famiglia Breno, l'umile e negletta sciarpa rosa divenne un oggetto prezioso. Se non era delle vittime, si pensò logicamente, era di uno degli assassini. Su di' essa si sono dunque lanciati carabinieri e polizia. Non se ne deduca però che quel rettangolo di lana rosa, e tutt'altro che nuovo, possa guidare alla scoperta dei responsabili della strage. Ma è certo un elemento di controllo che potrà avere il suo valore. Altro errore: le impronte di due diverse paia di scarpe. Gli autori del triplice delitto non hanno lasciato tracce o impronte digitali, perchè provvidero a cancellarle o evitarono di lasciarne usando guanti; ma il disegno di una suola di tipo carro armato e di un'altra di para, impresse nel sangue, è rimasto sul pavimento, presso il letto ove giacevano > tre corpi sfigurati dalla loro ferocia. Terzo elemento. Uno di essi, se venisse subito catturato, sarebbe in grave imbarazzo nel giustificare profondi graf fi al viso o a. collo c alla testa. Perchè appunto imo di essi, nella lotta mortale impegnata coti Emilia Breno, fu raggiunto dalle sue unghiate: e sotto le unghe di lei sono rimaste sottili strisce di pelle minuscoli frammenti di caelli, mescolati a strutture di angue. Un po' di pelle, di capelli c di sangue non potrano certo additare un colpevoe; ma trovato un tipo molto ndiziato, ecco un controllo he per loro mezzo potrà asumere V importanza d' una prova. E se inoltre la misura delle sue scarpe corrispondese con quelle impronte, e se ncora egli risultasse possesore di quella sciarpa, è chiao che le sue affermazioni di nnocenza non potrebbero apparire molto solide. E infine, a che cosa servirebbe negare se poi la sua grafìa fosse identica, o somigliasse moltissimo, o quella di una lettera sequestrata dal'autorità giudiziaria? Questa ettera non è stata trovata in casa di Cesare Breno, ma in un ufficio postale di un paese presso Pontoglio, ed è stata spedita da una località non molto lontana. E' una strana missiva. Vi si accenna, in un inguaggio convenzionale, ad affari imprecisati, e non è firmata. Dal suo tenore si comprende che essa fa parte d'un carteggio regolare, però in casa di Cesare Breno non ne sono state trovate altre, nè sono state trovate altre copie di ettere da lui spedite. Con quella lettera si è enrati in possesso d'un elemento che conferma quanto circola quasi apertamente a Pontoglio. Cesare Breno viveva una doppia vita. Non quella di capocameriere d'albergo e di tabaccaio; non quella di sereno padre di famiglia e di modesto dongiovanni; non quella di giocatore di briscola e di sovvenzionatorc finanziario ad alto interesse. Ma di quella di uomo i probo e nello stesso tempo di, partecipe di affari non del tutto chiari. E infine di uomo che si sat>ev.a minacciato e che prevedeva un possibile attacco. Tanto ch'egli circolava armato, e la sera andando a dormire deponeva nel cassetto del comodino da notte una pistola carica e con cartuccia in canna. L'arma è stata trovata al suo posto ieri mattina. Prova ch'egli fu colpito nel sonno, fulmineamente, e che gli aggressori non gli diedero il tempo di servirsene. Un episodio accaduto due mesi fa e che allora apparve insignificante, si presenta ora come sintoniatico d'una situazione e d'uno stato d'animo particolari. U?ia nptte il proprietario dell'osteria accanto al negozio del Breno udì dei rumori nel cortile. Dalla sua camera, attigua a quella di Cesare, avverti il vicino; e questi, aperto uno spiraglio della finestra, sparò due colpì di pistola in direzione del rumore. Un altro particolare è ancora più sintomatico. Quando ieri due parenti si recarono a Sondrio a prendere l'unico superstite della famiglia, il diciottenne Sandro, con delicatezza lo prepararono alla tremenda notizia. Gli dissero anzitutto che il padre era ammalato, poi che era morto. < Morto t — disse Sandro singhiozzando. — Allora l'hanno ammazzato 1 >. Perchè associò immediatamente la morte del padre a un delitto? Soltanto una situazione preesistente e un preciso stato d'animo possono giustificare una così diretta illazione. Padre e figlio erano molto legati; Cesare lo aveva avviato alla carriera alberghiera, ogni anno durante le vacanze sco lastichc lo accompagnava in un viaggio all'estero; nell'està te del '5!i e. m quella del '55 il padre aveva fatto il capo cuoco in un albergo di San Pellegrino, e aveva fatto assumere il figlio come aiuto portiere. Essi erano legati da grande ìaffetto. Può darsi che qualcosa il raj gozzo sappia, che possa forni | re qualche elemento utile a ricostruire la vita paterna e a mettere gl'inquirenti sulle tracce degli assassini. 1 quali, dal modo selvaggio in cui hanno commesso il trìplice delitto, erano chiaramente animati da un odio spietato. Odio nato forse — »ion si tratta che di ipotesi vaghissime — da un inganno subito da parte di Cesare Breno, o da un tradimento di cui si sono creduti vittime. Un odio così cieco e sterminatore, da unire a lui nella morte la moglie e la figlUx che certo non potevano avere avuto parte alcuna nei motivi che hanno provocato la loro ven detta. Dall'esame necroscopico compiuto ieri sera è risultato che ognuno da tre ha rtcevu to una dozzina di colpi vibrati da due diverse persone e da tre diversi oggetti: una mazza, un martello, una sbarra ' di ferro. A lungo oggi il giovane Sandro Breno è stato interrogato dal giudice istruttore dottor Cammarano e dal Procuratore della Repubblica dottor Intontì, che dirigono lo indagini con la collaborazione dei carabinieri e della polizUi. Naturalmente non si conoscono le sue dichiarazioni. E' stata una giornata intensa. Dai magistrati e dalla polizia giudiziaria sono state interrogate una quarantina di persone; puntate sono state fatte in varie località del Bergamasco e del BrescUino. In particolare sono state svolte indagini presso un grande albergo di S. Pellegrino e una minuziosa perquisizione e stata compiuta in un albergo di Bergamo sospettato di accogliere contrabbandieri. Un'ultima tesi vorrebbe mettere in relazione l'incendio di Agrara, il duplice delitto di Grone in Valle Cavallina con la strage di Pontoglio, località a non molta distanza fra di loro. 1 tre gravi fatti deliituo si sarebbero opera di uno stesso pazzo criminale. Ma questo non è facile da provare. Giuseppe Faraci Emilia Breno lottò disperatamente con uno degli assassini: frammenti di pelle e di capelli sono rimasti attaccati alle sue unghie Emilia Breno lottò dispera

Persone citate: Cammarano, Giuseppe Faraci Emilia, Sandro Breno