Il bandito ha abbandonato l'auto o 500 metri dal luogo della rapina
Il bandito ha abbandonato l'auto o 500 metri dal luogo della rapina Il bandito ha abbandonato l'auto o 500 metri dal luogo della rapina L'autore del colpo nella gioielleria di corso Giulio Cesare non ha lasciato tracce E' stata ritrovata ieri pomeriggio in via Aosta, a poco più di mezzo chilometro dal luogo della rapina, la « 1100 A » di cui si è eervito lunedi il bandito che ha assaltato la gioielleria Serra di corso Giulio Cesare 20. La macchina, come è noto, porta la targa TO 83519 ed è di proprietà del dott. Luigi Bocchiola, di 32 anni, domiciliato in Tia Napione 23, contitolare della ditta Arti Grafiche Giachino e C. Lunedi alle 17,30 il Bocchiola si era recato da un cliente in via Rivarolo 3. Era rimasto nella casa per circa un quarto d'ora. Quando ne era uscito aveva avuto la sgradevolissima sorpresa di constatare la sparizione dell'auto, alle 18,15 il Bocchiola si recava mestamente al commissariato Borgo Dora e sporgeva denuncia. Con sbalordimento si sentiva rispondere che la sua macchina era stata rubata da un bandito il quale, entrato nell'oreficeria Serra aveva rubato una quindicina di anelli e si era poi dileguato, sempre sulla « 1100 », minacciando di morte con una pistola il gioielliere che lo Inseguiva. Ieri mattina alle 8,30 la signorina Giuseppina Casetta, di 20 anni, abitante al plano rialzato di via Aosta 31, uscita per fare le consuete compere, notava distrattamente una «1100» verdolina di modello antiquato, ferma dinanzi alla casa. In posizione di < contromano ». Quando tornava, alle 9,30, rilevava che la macchina era sempre lì ed anzi, incurioalta, dava un'occhiata al parabrezza per vederi» se non vi fosse Il biglicttino della multa. Nel pomeriggio, alle 14.30, la signorina stava leggendo « La Stampa » ed a un tratto constatava che la descrizione dell'auto usata dal ra pinatore di corso Giulio Cesare corrispondeva alle caratteristiche della « 1100 » notata poco prima. Stendeva subito in strada e accertava che anche il numero cor rispondeva: perciò trionfante telefonava al commissariato Borgo Dora. DI qui accorrevano il maresciallo Luglio e l'agente Giordano i quali constatavano che effettivamente era quella rubata al dott. Bocchiola. Nell'interno tutto era in ordine: H bandito aveva lasciato sul sedile posteriore, ove li aveva il eterno prima deposti l'industria¬ le, un sacchetto di riso di 6 chilogrammi ed un grosso fascio di carte e di documenti. Più tardi si poteva stabilire dall'esame del contachilometri che la vettura non aveva percorso neppure un chilometro (eridentemente il malfattore se n'era disfatto subito dopo la rapina). Intervenivano agenti del reparto scientifico i quali esaminavano attentamente la macchina alla ricerca di impronte digitali. L'esame però dava esito del tutto negativo. Veniva avvertito il proprietario il quale un'ora più tardi, felice, recuperava la sua vettura. Intanto la Squadra Mobile ha proseguito nelle Indagini per giungere alla identificazione del bandito. I funzionari non si nascondono che l'impresa appare difficilissima, in quanto nessuno è stato in grado di fornire connotati, che non fossero estremamente vaghi e contraddittori, del rapinatore: chi dice che abbia trent'anni. chi molto meno, chi sostiene che indossasse un cappotto grigio e chi un giaccone di pelle. La polizia comunque ha effettuato I soliti rastrellamenti e fermi nell'ambiente della malavita. Sono stati anche fermati due ricettatori. Sino ad ora però le indagini sono praticamente arenate. Si spora che il bandito si possa tradire vendendo la refurtiva. Giuseppina Casetta, 20 anni
Persone citate: Bocchiola, Giachino, Giuseppina Casetta, Luigi Bocchiola, Napione
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