L'assalto di settecento alpini che hanno portato la neve a Cortina di Nicola Adelfi

L'assalto di settecento alpini che hanno portato la neve a Cortina COME GLI ITALIANI HANNO ORGANIZZATO LE OLIMPIADI L'assalto di settecento alpini che hanno portato la neve a Cortina Stupende massicciate sono sorte dall'opera paziente di quei ragazzi volonterosi - Poi il cielo si è coperto di nuvole, i fiocchi candidi sono discesi, il paesaggio è diventato meravigliosamente invernale - Lo Stadio del Ghiaccio è tra ì più belli del mondo, il trampolino olimpionico è il più perfetto, la pista del bob sarà una delizia per gli amatori di questo sport vertiginoso - Si sono spesi 6 miliardi, ma tutto sarà degno del grande avvenimento sportivo internazionale - In attesa del 25 gennaio, Cortina, linda, elegante, avvolta nelle bandiere di 33 nazioni, è già ora uno spettacolo incantevole (Dal nostro inviato speciale) Cortina, 21 gennaio. Che c'entra l'Italia con gli sport invernali, con la neve e il ghiaccio t L'Italia è il Paese del sole, dei mandarini e dei fichi d'India. Erano questi i discorsi che facevano i delegati svizzeri sei e più anni fa, quando si stava per decidere a quale località assegnare le Olimpiadi invernali del 1956. Viceversa, aggiungevano gli svizzeri, il nostro è, per antonomasia, il Paese della neve, solo da noi si trovano le più belle e famose montagne del mondo, e, per quello che riguarda l'organizzazione alberghiera, è questa la nostra maggior industria e quasi una scienza che coltiviamo da secoli. Concludevano questi ragionamenti chiedendo nue1nltrmgVpsrnzinsfcutidche i giochi olimpici inverllllIlllllllIIMIlllllllllIMMIItlMIIItllllllIIIIIIIIlllllllI nati fossero tenuti ancora una volta a St. Moritz. Si era nella primavera del 1949. Il lungo dopoguerra non accennava a finire nell'Europa, e la maggior parte dei delegati non desiderava minimamente far assumere al proprio Paese la grossa spesa richiesta dalVorganizzazione d'una Olimpiade. I delegati italiani riuscirono infine a far prevalere la candidatura di Cortina. Ammisero con gli svizzeri che sì, è vero, l'Italia è il Paese del sole e Cortina non aveva V attrezzatura sportiva di St. Moritz, ma furono così persuasici nel chiedere che fosse aperto un credito alla capacità dei tecnici italiani, che alla fine il Comitato intemazionale disse di sì a Cortina. Gli svizzeri uscirono da lIIIIIIIIinillllllItllItllMIIIIIlllMIIIIIIIIIIflIIItlt U ae, e > ee o la io nae di aaanai, quelle riunioni di sei anni fa facendo amare preuisioni; < Ve ne pentirete. A Cortina gli atleti andranno a raccogliere margheritine sui bei prj.ti vellutati, faranno bagni di sole di giorno, e di notte dormiranno all'albergo della Luna ». Ora, fino a poche settimane fa, pareva che il cielo fosse disposto a dar loro ragione; insistevo nel restare azzurro e terso, magari ogni tanto cadeva una sfarinata di neve, ma nei giorni successivi ecco di nuovo il sole a riscaldare le rocce dolomitiche. I turisti, senza nemmeno sciogliere gli sci dal tetto delle automobili, facevano bagni di sole a petto nudo. C'è ora una teoria che sostiene che l'Equatore non è una linea fissa, ma secondo periodi ciclici tende a spostarsi verso il Nord; starebbe qui la spiegazione del fenomeno per cui da molti anni non si ricordano più, nelle zone temperate, i rigidi inverni d'una volta, le grandi nevicate di trenta o cinquanta anni fa. Tuttavia, i cortincsi avevano V impressione che quest'anno la linea dell'Equatore si fosse messa addirittura al galoppo. Un tocco di fortuna Ad un certo momento, visto che le Olimpiadi si avvicinavano, gli osservatori e i giornalisti stranieri che venivano qui, domandavano, fra perplessi e ironici: c Dove si correrà lo slalom gigante? Come farete per la gara di gran fondo di 50 chilometri t E per le piste di bob? E per la discesa libera t ». Gli organizzatori, sia pure a denti stretti, rispondevano che tutto sarebbe stato pronto il 25 gennaio, il giorno fissato per la cerimonia di apertura. Intanto scrutavano il cielo, mandavano messaggi urgenti al Centro meteorologico, facevano voti speciali alla Madonna delle Nevi. Ma era tutto inutile; il cielo restava di un bel blu fisso, o se qualche cosa cadeva giù era acqua, pioggia portata dallo scirocco. Furono allora chiamati gli Alpini, settecento ragazzi alti e forti, volenterosi e discipUnait^POicKS il cielo non Intendeva fare il dover suo, ebbene sarebbero stati quei settecento ragazzi a prendere la neve e a portarla a Cortina. Fu un vero e proprio assalto, condotto ccl serio e metodico impegno di una operazione tattica. Decine di slitte, camion e campagnole partivano da Cortina ancor prima che si levasse il sole, in direzione di lontani campi li neve, e tornavano dopo qualche ora con il loro bianco carico: pazientemente sorsero così le piste, i percorsi, lo Stadio della Neve diventò veramente tale. E quando tutto fu finito o quasi, ecco il cielo coprirsi di nuvole, lo scirocco dileguare e cadere giù la sospirata neve. Ora sì che tutto era pronto, ora non solo c'era la neve per gli atleti, ma anche il paesaggio era davvero invernale, alpino. Poi ci furono altre nevicate, poi di nuovo lo scirocco tornò all'attacco, ma ormai non faceva più paura: i cinquanta o sessanta centimetri di neve formavano una coltre compatta, resistente, duratura. I capricci del tempo faranno probabilmente la fortuna di questi giochi olimpici. Mi spiegano i tecnici che la massicciata artificiale fatta dagli alpini, con la neve che vi è caduta in seguito, darà alle piste e ai percorsi una consistenza e una elasticità che la natura da sola non può provvedere. E' stato un tocco di fortuna che gli organizzatori si meritavano. Pensate; erano al lavoro da cinque anni, tutto studiando, analizzando e prevedendo per iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiuniiiiiiiiiii fare delle prossime Olimpiadi una manifestazione memorabile. Per esempio, lo Stadio del Ghiaccio costa un miliardo e cento milioni, ed è, se non proprio il più bello del mondo, certamente uno dei primissimi; potrà contenere fino a dodicimila spettatori, l'impianto di refrigerazione è tre volte più grande della sala delle macchine di un transatlantico. Una meraviglia è poi il trampolino olimpionico; sono tutti concordi nel giudicarlo il più moderno e il più perfetto dal punto di vista tecnico. Anche la pista di bob dà a Cortina un titolo destinato a renderla famosa fra tutti gli amatori di questo sport vertiginoso. Un discorso a parte merita la pista di pattinaggio, sorta sul Lago di Misurina. Che sia la più veloce del mondo lo sanno tutti; ma perchè lo sia era, fino a poco fa, un mistero. I tecnici studiarono infine la composizione dell'acqua di quel lago, e si accorsero che è poverissima di calcio; ne derivarono che altrove il calcio, gelando, faceva da freno ai pattini. La spiegazione è esatta, in generale, ma non serve per Misurina. La verità è che a Misurina, quando nevica, non spazzano via la neve dalla superficie del lago, ma la fanno gelare con getti d'acqua calda. Perciò i pattinatori scivolano sulla neve o su una sostanza che non contiene calcio neppure in minima parte. Per darvi ora un'idea di quanto denaro e lavoro sia costata la preparazione di questa Olimpiade invernale, che dovrebbe recare solo lode al nostro Paese, eccovi alcuni dati alla rinfusa, via via che li trovo fra i miei appunti. Finora sono stati spesi oltre sei miliardi di lire. Per gli impianti sportivi dei nove campi di neve e ghiaccio, l'organizzazione generale, la costruzione del villaggio militare e di quattro autorimesse per 4250 automobili, alla periferia-di Cortina, la spesa è stata di tre miliardi e trecento milioni; la spesa per migliorare le strade tutt'intorno a Cortina, allargandone le curve, aumentando la carreggiata, e abolendo i passaggi a livello, e per acquistare una quindicina di spazzaneve è salita a poco meno di due miliardi. Non meno di un miliardo è stato poi speso per tutti gli altri allestimenti. Per esempio, da Cortina possono ora partire contemporaneamente duecento telefonate, grazie ai nuovi cavi coassiali. La rete telefonica è collegata con diverse centinaia di circuiti ai campi di gara; grazie ad un sistema di riscaldamento con raggi infrarossi il pubblico nello stadio sarà avvolto in dolce tepore; la radiotelevisione ha inviato qui trecento persone per dare la possibilità a venticinque paesi, dalla Russia agli Stati Uniti e dal Giappone al Canada, di mandare sulle onde dell'aria suoni, voci e immagini delle Olimpiadi. Per evitare la confusione Quanto ai settecento alpini sono tutti qui. Senza volerlo faranno parte anch'essi di questa gara mondiale delle nevi. La notte, infatti, divisi in squadre, saliranno con gli sci sui monti, illuminandosi con centinaia di torce a vento: sarà loro il compito di sistemare piste e percorsi, in modo che gli atleti si trovino a competere, il giorno dopo, nelle condizioni migliori. Ma di tutti questi problemi che hanno tenuti impegnati per cinque anni un grande stuolo di tecnici e di organizzatori, il maggiore, senza dubbio, è stato quello della circolazione nel centro di Cortina. E' questo un paese di seimila abitanti, e, in tutto e per tutto, ha due strade: quella delle Dolomi- iiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiviiii^itiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiin ti e quella di Alemagna. Negli anni scorsi studiosi di statistica vennero qui il giorno di Ferragosto e l'ultimo dell'anno, e trovarono che a Cortina sostavano settemila macchine e ne transitavano diciassettemila: col risultato che la cittadina si trasformava in un grande bailamme, tra grida e confusione gli automezzi erano costretti a muoversi col passo della tartaruga. Un uguale imbottigliamento nel corso delle Olimpiadi significherebbe il fallimento completo, assoluto; gli organizzatori dovrebbero nascondersi la faccia nella neve dalla vergogna, e noi italiani usciremmo tutti con scorno da quest'avventura. Significherebbe, infatti, che le comitive di atleti, 1 fotografi, i cineasti, i radiocronisti, i cronometristi e gli organizzatori, non potrebbero spostarsi da un campo di gara all'altro, resterebbero come naufraghi ad annaspare tra la folla. Un fiore gentile Perciò alla mezzanotte del giorno Sì una cortina di ferro scenderà sulla cittadina; le automobili potranno uscire da Cortina, ma non entrarvi. Chi ha la vettura qui dovrà lasciarla nell'autorimessa per tutta la durata dei giuochi. Gli altri, coloro che arriveranno dopo la fatale mezzanotte, dovranno mettere l'automobile in uno dei quattro centri disposti intorno a Cortina, e poi con gli autopullman o con le campagnole, saranno accompagnati fino ai campi di gara. Tuttavia non è proprio certo che tutti potranno arrivare senz'altro fino alle quattro immense autorimesse: a una trentina di chilometri da Cortina funzionano infatti quattro posti di controllo (a Dobbiaco, ad Auronzo, ad Andraz e a Tai di Cadore), e là le automobili riceveranno un disco per poter proseguire verso Cortina. Se l'affluenza sarà superiore alle 4500 macchine, quelle che arriveranno dopo dovranno tornarsene indietro. E per le persone f A dire moltissimo Cortina può dilatarsi fino al punto di accogliere venticinquemlZa persone. Ora i cortinesi sono oltre seimila, gli atleti, gli accompagnatori, i piornafisti, gli organizzatori, sono altri quattromilacinquecento. Si calcola poi che in alberghi e case private troveranno alloggio più di quattromila turisti; arrivate cosi a una popolazione di circa quindicimila persone. Siccome tutta la Val Pusteria e la Val di Cadore sono considerate « comprensorio olimpico » e i paesini di quelle valli possono accogliere fino a settemila forestieri, eccoci già arrivati a un totale di ventiduemila persone. La conseguenza è che solo poche migliaia di visitatori po• tranno, dal di fuori, penetrare nella Cortina delle Olimpiadi. Ora, per far parlare sempre le cifre, di fronte ai seimila milioni che sono stati spesi, sarà grasso che cola se gli incassi agli sportelli dei campi di gara ammonteranno complessivamente a S50 milioni. Eppure si tratta egualmente di un eccellente affare. Mi dicono che specialmente gli svizzeri si stiano mordendo le mani per il fatto che molti e ottimi clienti, gli americani, per esempio, disertino le nevi cantonali per accorrere in Italia. Io credo che nessun americano o russo che sia, olandese o cecoslovacco, resterà deluso. Cortina ancora oggi, ancora prima che abbiano inizio i giochi, è già un grande spettacolo, avvolta com'è nelle bandiere di trentatrè nazioni, con il suo aspetto lindo ed elegante. Nella straordinaria chiostra di cime che la circonda c'è poca neve, ma la Valle d'Ampezzo è tutta bianca pulita; ne nasce un contrasto che farà sgranare gli occhi a tutti gli stranieri. E tutto andrà bene, o meglio, se il diavolo all'ultimo momento non ci metterà la sua imprevedibile coda, e se gli albergatori di qui non considereranno quest'occasione unica, come un affare da concludere subito, ma piuttosto come un fiore che l'Italia offre al mondo con animo gentile, siatene certi: domani non finiremo mai di rallegrarci per il fatto che oggi abbiamo speso seimiZa milioni e ne abbiamo ricavati appena trecentocinquanta. Nicola Adelfi

Persone citate: Alemagna