Il congresso del movimento Poujade si riunisce a Parigi a porte chiuse di Sandro Volta

Il congresso del movimento Poujade si riunisce a Parigi a porte chiuse Il congresso del movimento Poujade si riunisce a Parigi a porte chiuse Faure chiede il rientro ira i radicali - Divergenze ira i d. c. per un governo di Fronte repubblicano (Dal nostro corrispondente) Parigi, 13 gennaio. Incomincia domani una settimana di decisioni politiche, attraverso le quali i partiti determineranno la propria linea di condotta per l'apertura della nuova legislatura. La prima riunione è quella del congresso straordinario socialista, che si svolgerà a Parigi il 14 e 15. Negli stessi giorni ci sarà il congresso dei poujadisti, che però, a differenza di ciò che avviene per tutti gli altri congressi politici, si svolgerà a porte chiuse. La stampa ne sarà rigorosamente esclusa. Una volta chiuso il congresso, Pierre Poujade ha indetto una pubblica manifestazione di massa al Velodromo d'Inverno ii -iorno 16. Bottegai di ogni provincia francese si concentreranno a. Parigi in quella occasione, inquadrati in formazioni a carattere fascista. Il 16 si riunirà anche il comitato esecutivo radicale, al quale ha chiesto di intervenire Edgar Faure, per ottenere la revoca dell'espulsione che lo colpì alla vigilia delle elezioni. Ha prodotto una certa sorpresa questa decisione del Presidente del Consiglio, che non si riesce a capire a che cosa mira. Che egli creda veramente alla possibilità di essere riammesso nel partito sembra poco probabile, come pure che voglia riconoscere il proprio errore nella manovra elettorale, conclusa con risultati così catastrofici per lui e per i partiti che lo avevano appoggiato. E' certo che Faure non è riuscito finora a costituire un gruppo parlamentare proprio, perchè i deputati eletti con la etichetta R.G.R. non raggiungono il numero di quattordici, prescritto dal regolamento dell'Assemblea Nazionale; egli si troverà perciò isolato nella nuova Camera. Prima di rivolgersi ad altri gruppi politici, può darsi perciò che tenti Vembrassons-nous col suo vecchio partito. Il calendario delle riunioni politiche prosegue poi il 18 col comitato centrale del partito comunista, il comitato nazionale del gruppo repubblicano sociale e il comitato direttivo dell'Unione democratica socialista della Resistenza (U. D. S. R.). Il 19 ci sarà la prima seduta dell'Assemblea Nazionale e, finalmente, 11 21 e il 22, si riunirà il comitato nazionale della democrazia cristiana. Per i democristiani, peraltro, le decisioni sono già in parte compromesse dalla posizione che ha preso ieri sera la commissione esecutiva del partito, la quale si è dichiarata contraria ad un go¬ verno di minoranza ed ha annunciato che < il gruppo parlamentare non appoggerà col proprio voto un esperimento condannato alla precarietà e all'inefficacia». La commissione esecutiva ha anche aggiunto che si opporrà « a qualsiasi governo che non abbia in precedenza, e in modo definitivo, ripudiato. i voti comunisti ». Non bisogna attribuire però un valore assoluto a questa presa di posizione, che diventerà effettiva soltanto se verrà approvata dal comitato nazionale. In quanto al ripudio dei voti comunisti, negli ambienti parlamentari si osserva che i democristiani si troveranno in difficoltà a sostenerlo, dopo che loro stessi hanno partecipato ad un governo che, per due volte consecutive, ha ottenuto la fiducia del Parlamento in virtù soltanto dei voti comunisti. La decisione della commissione esecutiva viene interpretata perciò come una manovra per ottenere maggiori garanzie da parte dei capi del Fronte repubblicano, soprattutto riguardo alla legge Barangé (con la quale fu introdotto durante la passata legislatura l'insegnamento confessionale nelle scuole), perchè la composizione della nuova Assemblea Nazionale ne fa pre¬ vedere molto probabile l'abrogazione. Significativo è in ogni modo il fatto che alla riunione di ieri sera, giustificandosi con pretesti vari, non sono intervenuti Robert Sohuman, Georges Bidault, P. H. Teitgen e Robert Lecour. I più autorevoli esponenti della democrazia cristiana, quelli che rappresentano le principali tendenze del partito, si sono tenuti cosi estranei alla deliberazione e non hanno pregiudicata la propria libertà di azione. Un altro motivo di discordia fra i partiti che formavano la vecchia maggioranza ministeriale è la relazione di Jacques Soustelle sull'Algeria, che il Presidente del Consiglio espose nei giorni scorsi ai membri del governo. Edgar Faure presentò quella relazione come un piano di pacificazione del Paese in contrasto col programma preparato dai capi del Fronte repubblicano, ma Antoine Pinay e la maggior parte degli esponenti della destra hanno disapprovato le proposte di Soustelle. Ne è nata una polemica molto vivace, a Parigi come nd Algeri, e la notte scorsa Jacques Soustelle ha dato (e poi ritirato) le dimissioni. Sandro Volta

Luoghi citati: Algeri, Algeria, Parigi