In pigiama affronta i ladri penetrati nella sua fabbrica
In pigiama affronta i ladri penetrati nella sua fabbrica In pigiama affronta i ladri penetrati nella sua fabbrica Svegliato dai latrati del cane di guardia - La fuga dei malviventi a o: no e uua nel mno palano ili no o, ra: ». il o, to ma- I latrati dì un cane e un tintinnio di vetri infranti hanno sventato tm'impresa ladresca ai danni della fonderia di corso Belgio 136, all'angolo di via Pallanza. Ma se i malviventi sono stati costretti a fuggire senz'altro bottino che una bicicletta, il merito spetta soprattutto al proprietario dell'officina e a una guardia notturna, che hanno affrontato i ladri pur essendosi accorti che questi ultimi erano armati. II drammatico episodio è avvenuto l'altra notte. Udendo abbaiare insistentemente il suo cane lupo, lasciato a guardia della fonderia, il signor Ermanno Monti — che abita nello stabile attiguo, cioè quello di corso Belgio 138 — saltava dal letto e, gettatosi un soprabito sul pigiama, scendeva in istrada, impugnando la sua rivoltella. Un rovinio di vetri spezzati gli aveva nel frattempo avva¬ lorato il sospetto che i ladri avessero preso di mira la sua officina. Si avvicinò alla porta della fonderia, e constatò che era socchiusa. In quell'istante la guardia notturna Giuseppe Vico compiva il suo giro di ispezione e H Monti lo informò brevemente di quanto stava succedendo. Cautamente, i due entrarono nell'officina e il proprietario si avvicinò all'interruttore della luce per sorprendere i ladri. Ma all'improvviso una voce minacciosa si levò nelle tenebre: «Fermi dove siete e mani in alto, sennò spariamo! ». Subito dopo, dall'oscurità emersero due individui molto giovani, che si diressero di corsa verso il cortile. L'attimo di sorpresa da parte della guardia notturna e del proprietario della fonderia permise ai due malviventi di balzare verso il corso, rinchiudendo alle loro spalle la porta dell'officina. Per impedire di essere inseguiti, gli sconosciuti portarono via la bicicletta che la guardia notturna aveva appoggiato al muro esterno e la gettarono in un fosso a qualche centinaio di metri di distanza.
Persone citate: Ermanno Monti, Giuseppe Vico
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