Un ragazzo è orribilmente ustionato dal fuoco scoppiato in un laboratorio
Un ragazzo è orribilmente ustionato dal fuoco scoppiato in un laboratorio Il paese di Mole in allarme per un grave incendio Un ragazzo è orribilmente ustionato dal fuoco scoppiato in un laboratorio Investito in piena faccia dall'esplosione di un forno - Il padrone lo trascina fuori del locale trasformato in un rogo • Ricoverato in ospedale in gravissime condizioni A breve distanza dall'atroce episodio di Caselle in cui è morto bruciato vivo in una baracca di legno il piccolo Maurizio Roncon, un altro dramma del fuoco è avvenuto ieri pomeriggio a Noie Canavese: un ragazzo di tredici anni, causa Io scoppio di un forno, è stato investito in pieno dalle fiamme, orribilmente ustionato e si trova ora ricoverato all'ospedale Maria Adelaide in gravissime condizioni. Èrano le 13 circa. Al n. 17 di strada Torino, nell'interno del paese, vi è un edifìcio adibito ad abitazione. L'edificio, anticamente, era una cascina e al di là del cortile aveva un ambiente in legno e muratura, di notevole capacità, adibito a fienile. Da anni, comunque, il fienile era sparito e nel vasto locale s'era sistemato convenientemente il laboratorio di verniciatura, di cui è litolare il signor Luigi Macario: un laboratorio che da tempo, con ottimi risultati, s'è specializzato nella Iintura di pelli di bovini. Vi lavorano lo stesso signor Macario, con la collaborazione di due operaie Ieri verso le 14 e 30 faceva capolino nel laboratorio il ragazzo Carlo Benedetto, di 13 anni, che abita nello slesso stabile con la mamma, dipendente della « Magnoni-Tedeschi », e la sorella Rosina, quindicenne, apprendista sarta (il padre è deceduto nel 1945 in un campo di concentrameli! o nazista, in Germania). Il Benedetto, che frequenta la scuola professionale « Piemonte » di via Milano a Torino, era ieri in vacanza e, solo in casa, pensava di passare qual Il tredicenne Carlo Benedetto che ora nel laboratorio del Macario, che lo accoglieva sempre con un sorriso, affettuosamente.. Dopo aver scambiato parola con il proprietario e le operale, il ragazzo si metteva in un angolo e con alcune vecchie assi comini ciava a costruire una gabbia per j i conigli. D'improvviso, alle 15. avveniva ! il tremendo scoppio. Nel locale j vi sono — meglio: vi erano — due \ capaci forni elettrici ove vengono poste a seccare le pelli già verniciate: ad un tratto (si suppone, ma l'ipow-si appare alquanto attendibile) si verificava un corto circuito della « resistenza » di uno dei due forni: la scintilla scoccava nell'interno, cioè in uno spazio relativamente angusto dove l'aria era satura di gas sprigionato dalla vernice. Si formava pertanto una miscela esplosiva che, essendo lo sportello del forno ermeticamente chiuso, non aveva modo di sfogare. Un rombo spaventoso e la deflagrazione scuotevano l'edifìcio da cima a fondo come se fosse il terremoto: il robustissimo sportello del forno veniva divelto e frantumato e dalla bocca usciva sibilando paurosamente una mostruosa lingua di fuoco. Tutto si svolgeva nel giro di pochi secondi. Le fiamme, dal forno spaccato, balzavano verso le pareti e il soffitto e s'apprendevano fulmineamente all'altro forno (che pure esplodeva). Miracolosamente il signor Macario e le due operaie restavano illesi, salvo piccole e trascurabili scottature e contusioni. Cadevano tutti e tre al suolo, si rialzavano, facevano per fuggire verso la porta, ma subito il Macario gridava: « E il ragazzo? Dov'è il ragazzo? ». Tornava indietro e scorgeva il Benedetto riverso sul pavimento, che gemeva. Intanto il cupo boato era stato inteso in tutta Noie e nella campagna attorno: le massaie uciva- tto ricoverato al Maria Adelaide aon on il lo ner va ale ue no nine, no dalle cose, i contadini abbandonavano il lavoro. La campana suonava a martello e i vigili del fuoco volontari di Noie si precipitavano sul posto. Ad essi si univa il corpo volontario dei pompieri di Cirìè. Complessivamente tre motopompe e più di venti uomini iniziavano la battaglia contro il violento incendio e riuscivano a circoscriverlo, evitando il pericolo più grosso ed evidente: quello cioè che le fiamme si propagassero alle abitazioni. DI rinforzo arrivavano anche i vigili del fuoco di Torino, con tre autopompe al comando del capitano De Palmal Il Benedetto .veniva subito trasportato all'ospedale civile di Cine, ove il medicò dott. Viola lo assisteva amorevolmente: gli riscontrava ustioni- di secondo grado alla mano sinistra e al braccio sinistro e ustioni di primo grado al viso, al collo e alla mano destra. Nonostante lo stato di « choc » il ragazzo, che dimostrava di saper sopportare il terribile dolore con ammirevole, commovente coraggio. Alle 18 e 30 le condizioni del ragazzo peggioravano e il dottor Viola consigliava l'immediato ricovero all'ospedale Maria Adelaide di Torino. Il che veniva fatto con la massima sollecitudine. Al Maria Adelaide i sanitari si sono riservata la prognosi La commissione parlamentare
Persone citate: Carlo Benedetto, De Palmal, Luigi Macario, Macario, Magnoni, Maurizio Roncon
Luoghi citati: Germania, Noie Canavese, Piemonte, Torino
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