In aumento le malattie di cuore diminuiscono quelle respiratorie

In aumento le malattie di cuore diminuiscono quelle respiratorie Le nascite e te morti in Torino nei 19SS In aumento le malattie di cuore diminuiscono quelle respiratorie In tm anno soltanto 1335 nati in più dei morti - In compenso, causa l'immigrazione, gli abitanti sono aumentati di 36.718 persone. Ora siamo 825 mila L'anno che è ormai alle nostre spalle, nel computo della popolazione presente, si è chiuso con un attivo di 36.718 unità: di tanto, infatti, siamo aumentati nel 1955. A Torino siamo ora in 824.688. Non tutti torinesi, è evidente, perché l'aumento sensibilissimo cui va soggetta la nostra città è dato soprattutto dall'immigrazione. Lo dimostra il fatto che delle 36.718 persone che si sono aggiunte al nostri registri anagrafici solo 1335 rappresentano l'eccedenza dei nati sui morti. Nel '55 i nati furono 9860, di cui 5057 maschi e 4803 femmine, e i morti 8525 di cui 4477 maschi e 4048 femmine. I maschi, come si vede, per quanto si sforzino di averla vinta, anagraficamente, sulle femmine, non ce la fanno. Ne sono nati, l'anno scorso, 254 di più ma poi le loro morti hanno superato di 429 unità quelle delle femmine. Così le donne continuano a consolidare la loro posizione che ha già una maggioranza di 32.378 unità. La differenza è determinata dal fatto che i bimbi maschi sono più soggetti a soccombere nei primissimi tempi di vita e che le donne sono decisamente più longeve degli uomini. Come si sono distribuite io nascite e le morti nel 1955? Il mese più prolifico è stato maggio nel quale hanno visto la luce 886 bimbi (1,29 ogni sali e abitanti), seguito da giugno con 882 nascite, marzo con 872; in coda c'è dicembre con 728 nati (1,03 per mille). I nascituri, evidentemente preferiscono la buona stagione per affacciarsi a questo mondo. In marzo, mese dei repentini sbalzi di temperatura, delle brinate sui fiori, delle notti di gelo dopo giornate primaverili, ci hanno lasciati 883 torinesi (1,30 per mille). Il triste primato ha visto ai posti successivi: gennaio con 828 morti, dicembre con 826, febbraio con 788, proprio la triade dei rigori invernali. Agosto è venuto a confermare ciò che i neonati avevano già capito che col caldo è meno facile morire; In questo mese i decessi sono stati limitati a 536 (0,77 per mille). Questo andamento trova riscontro anche nel 1954 in cui le nascite ebbero le loro punte massime e minime rispettivamente in giugno e in dicembre e le morti in gennaio e in agosto. Vediamo ora quali sono le principali cause di morte. In testa stanno le malattie del sistema circolatorio: non per nulla sono purtroppo frequenti i casi d'infarto cardiaco. Nei primi dieci mesi del 1955 sono morte per queste malattie 2357 persone con un rapporto, rispetto alla popolazione, del 2,872 per mille. Il grave è che tali malattie, nonostante i progressi della scienza, sono in aumento. La percentuale del 1954 era del 2,545 per mille e quella del 1937 appena del 2,125 per mille. I tumori, che sono al secondo po¬ sto nella graduatoria delle cause di morte, sembra che non progrediscano: i morti fino al 31 ottobre dello scorso anno furono 1280 (1,658 per mille contro 1,542 dell'anno precedente 6 1,572 per mille del 1937). Passi da gigante sono stati compiuti nella lotta contro la tubercolosi e le malattie dell'apparato respiratorio. Alla streptomicina, alla penicillina e a tutti gli altri antibiotici che in questi ultimi anni sono venuti ad arricchire il vasto repertorio dei farmachi cui l'uomo può ricorrere nei casi di malattie che un tempo apparivano disperate, va il merito di avere enormemente abbassato l'indice della mortalità. Nei primi dieci mesi del '58 i morti per tubercolosi furono 286 (0,353 per mille) e quelli per malattie dell'apparato respiratorio 478 (0.584 per mille). Le percentuali di queste stesse cause relative al corrispondente periodo del 1937 sono invece: 1,429 per mille per la tubercolosi e 2,322 per mille per le malattie dell'apparato respiratorio. Le morti che hanno trovato le loro cause negli incidenti stradali sono invece sempre più in aumento. Peccaito che non sia possibile un confronto statistico con il 1937, ma in quell'anno il problema delle sciagure della strada non aveva ancora aspetti tragici come al giorno d'oggi, tanto che le persone decedute per quella causa venivano computate fra i morti di qualsiasi altra causa violenta. Fino al 31 ottobre 1955 a Torino hanno perduto la vita sull'asfalto 136 persone, senza contare quelle che sono morte in un tempo successivo all'incidente. Nello stesso periodo 101 individui, vinti dallo sconforto, hanno rinunciato alla vita suicidandosi. In complesso l'indagine statistico-anagrafica relativa al 1955 può considerarsi positiva. Taluni indici di mortalità sono in ribasso, altri sono in aumento, ma comunque la mortalità in generale ha subito un ulteriore spostamento nell'età degli indi%idui, il che significa che la media della vita umana si va prolungando.

Persone citate: Agosto

Luoghi citati: Torino