La nascita dall'uomo nella serena forra cristiana di Angelo Viziano

La nascita dall'uomo nella serena forra cristiana IL PENSIERO DEL PONTEFICE SUL PARTO INDOLORE La nascita dall'uomo nella serena forra cristiana Come il Papa interpreta le parole sacre, rivolte sempre alla carità - Educare la donna ad una tecnica psico-fisica che la liberi dall'angoscia e dalla sofferenza Quel che di più notevole, si trova nel discorso del Pontefice a medici e ginecologi non è la dottrina sulla liceità del parto cosiddetto indolore: o, piuttosto, codesta dottrina prende tutto il suo valore umano dal raccostamento fattone ner bocca del Pontefice con la sua esegesi del versetto della Genesi : « Tu partorirai con dolore ». Una interpretazione letterale e legalistica del versetto vorrebbe farne un divieto contro ogni tentativo di eliminare o alleviare i dolori del parto: quasiché tentativi simili lignifichino voler contraddire alla volontà divina. Pio XII si è dichiarato contro una simile esegesi; e, richiamando tutto quel passo della Genesi (in cui si parla anche del « sudore della fronte» con cui l'uomo dovrà coltivare la terra), ha detto testualmente: « Dio non voleva proibire e non ha proibito agli uomini di ricercare e di utilizzare tutte le ricchezze della creazione, di far progredire passo a passo la cultura, di rendere la vita di questo mondo più sopportabile e più bella, di alleggerire il travaglio e la faticai il dolore, la malattia e la morte ». Sono affermazioni che più di un « laico » troverà ovvie, e forse anche inutili. Quel « laico » mostrerebbe di non conoscere la storia esegetiva di questo e di altri passi analoghi nell'antico e nel nuovo Testamento: e non tanto della esegesi fatta dai teologi nrofessionali quanto di quella di chi ha voluto e vuole trarre le narole sacre a conforto delle sue conceas'ohi conservatrici, legalistiche, f arisiache. Il meglio che si può fare, a chiarire questo punto di importanza sempre attuale, è di riawicinare il versetto della Genesi interpretato dal Pontefice ad un altro versetto, questo del Vangelo. Ai discepoli scandolezzati per il vaso di unguento «sprecato» dalla donna anonima sul capo di Gesù a Be tania — mentre si sarebbe potuto vendere, e dame il ricavato ai poveri — il Re dentore dice : « Avete sempre dei poveri con voi : ma non avete me ». E' uno dei detti più caratteristici per la sovrana libertà di spirito dell'Evangelo; eppure proprio questo detto è stato preso come testo di immutabile condanna divina dall'angustia mentale e miseria morale di tanti conservatori. Co stpro hanno detto (forse taluno lo dice ancora, al meno sottovoce) : vedete, dunque, che la povertà è ineliminabile, per sentenza di Gesù, per deoreto divino vano, dunque, ed irreligioso è il tentativo di bandirla dal mondo Da tempo il cristianesimo autentico ha risposto al sofìsma dicendo che Gesù con statava un fatto, non san tificava un diritto, non eternizzava una condanna. Perfettamente lecito e dovero so rimane il combattere contro la piaga del pauperismo, l'adoperarsi perchè al maggior numero possibile di uomini sia consentito un tenore di vita degno di uo mini. Credere che i mali della vita, i dolori dell'universo risalgano ad una misteriosa volontà divina — credenza che, per un verso o per un altro, con tutte le varianti di cui le idee di Dio, dell'uo mo e dell'universo sono su scettibili, non può essere ripudiata da alcuno — non è un motivo per rinunziare a combattere quei mali, ad eliminare quei dolori. La vittoria definitiva è lontana all'infinito: e ciò basta a di mostrare il nucleo profon do di verità contenuto in quegli ammonimenti della più alta tradizione religio' sa. Ma è proprio il rappresentante maggiore e più autoritario di essa tradizione a proclamare, con lo stru mento di una esegesi di su prema ortodossia, e al tem no stèsso cristiana ed urna na, che la condanna della umanità non è inappellabi le: che è in suo potere, ed è suo dovere, adoperarsi instancabilmente per riformarla. Luigi Salvatorelli doci in certo qual modo in opposizione alla germogliente tendenza a generalizzare 11 parto analgesico mediante far. maci (s'intende allorchè non intervengano ragioni medicoostetriche inderogabili) o a moltiplicare i casi di parto sotto ipnosi. Avevamo naturalmente già a nostra disposizione documentate relazioni sui brillanti esiti della Scuola russa e conoscevamo le esperienze del Read in Inghilterra, quando, qualche anno fa, segnalavamo dagli Stati Uniti come un gruppo di insigni ostetrici della «Yale University Clinic >, seguaci del prof. Thoms, avessero preso essi pure posizione in favore della preparazione flsio-psicologica della gestante, ribellandosi ad una certa corrente d'oltre Atlantico troppo ligia alle anestesie ed alle analgesie più spinte. Abbiamo, quindi, salutato con entusiasmo su queste colonne la costituzione dei primi Centri italiani (quello universitario torinese del Dellepiane e poi quello milanese del Malcovati), soprattutto mettendo in luce i risultati già acquisiti allora anche in alcune Maternità di Francia, per impulso particolarmente del Lamaze-Vellay. Slamo pertanto dispensati dal tornare ad argomentare sui metodi diversi, per quanto analoghi, adottati dalle varie Scuole; basta ricordare che alla base dei vari sistemi odierni del parto indolore senza analgesici sta l'opera di persuasione sulla donna, perchè si convinca anzitutto che il parto normale è un puro atto fisiologico e, come tutti i fenomeni naturali umani, non è obbligatoriamente legato al dolore. L'idea ancestrale dell'ineluttabilità dei dolori del parto è, difatti, perlomeno inesatta. Essa deriverebbe, cioè, da una generalizzazione delle tribolazioni che può generare un parto non normale, patologico, per un complesso di cause che normalmente non sono presenti. E' il ricordo ed il perpetuarsi di racconti di casi anormali quanto ha creato, attraverso i secoli, quello stato di allarme psichico che, quale riflesso condizionato, è andato legandosi indissolubilmente con il parto stesso. SI sa che in virtù dei processi di eccitazione e di inibizione la corteccia cerebrale avverte tra la folla degli eccitanti interni solo quelli necessari ad essere percepiti. In genere, ad esempio, ognuno non sente i battiti del proprio cuore, non s'accorge del lavoro Intimo del reni o del fegato. Ma talvolta basta un'alterazione funzionale della corteccia cerebrale per variare la selezione percettiva. La paura agisce propriamente scatenando sulla corteccia uno stato di rivoluzione, per cui affiorano alla coscienza moleste sensazioni partenti da organi interni. In senso inverso l'attività e l'euforia, l'entusiasmo e la finalità d'un dovere non fan sentire dolori che hanno magari una base positiva. Il programma, quindi, dei moderni ostetrici è quello di smantellare la paura nella donna e liberare con ciò la corteccia cerebrale da quelle condizioni per cui essa interpreta malamente certe sensazioni provenienti da organi interni. « Parto senza paura » è stato, pertanto, definito con più appropriato termine 11 parto indolore, anche perchè nessuno asserisce che l'attenuazione del dolore arrivi in ogni caso al suo annullamento totale. Per sciogliere dalla condizione morbosa di preoccupazione la corteccia cerebrale della gestante il primo mezzo consiste evidentemente nello spiegare all'interessata, mediante chiare e semplici nozioni di anatomia e fisiologia del parto, come, assecondando la natura, venga a mancare la base dolorifica. E', però', altrettanto opportuno ammaestrarla sul modo di comportarsi durante il travaglio dal punto di vista fisico, per escludere quei gesti anormali, che mettono precisamente in moto le vie di conduzione delle r.ensazìoni dolorifiche. L'insegnamento fisico tende a rafforzare l'azione dei muscoli interessati ed a rilassare al momento opportuno quelli inutili; nonché ad insediare l'automatismo di certi atti respiratori, propizi nel momento cruciale. Si può dire che questo insegnamento viene fortunatamente a creare nuovi riflessi condizionati per cui si instaura un processo mentale, attraverso il quale le contratture del travaglio sollecitano non più risposte dolorose, ma atti utili (moti respiratori, ad esempio) perchè tutto proceda bene, normalmente, quindi senza stimoli dolorifici. Il portare la donna gestante più tranquilla verso il lieto evento non è fine a sè, ma concede alla madre di avviarsi nel migliore dei modi alla sua alta missione biologica e sociale. E' questa un'affermazione che trova riscontro nei fatti, allo stesso modo che ostetrici e pediatri consentono nel dire che sono bimbi che crescono meglio d'altri e senza sforzo quelli che sgorgano da parti naturali e senza paura. La liceità per il parto psico-fisico affermata dal Papa evidentemente non poteva essere che un fatto scontato per chi era addentro a tali segrete cose. Angelo Viziano

Persone citate: Dellepiane, Gesù, Luigi Salvatorelli, Pio Xii, Read, Thoms

Luoghi citati: Francia, Inghilterra, Stati Uniti