Il rapinatore si presenta alla polizia per denunciare il furto della sua auto

Il rapinatore si presenta alla polizia per denunciare il furto della sua auto Il rapinatore si presenta alla polizia per denunciare il furto della sua auto Inaspettato epilogo dell'aggressione di via Cavour - 11 confronto con la vittima e l'arresto Uno dei due ladri che venerdì ipomeriggio alle 13,30 in via Cavour rapinarono le signorine Nelide Rinaudo e Giulia Ramella Marchetti, già è stato arrestato. E' il ventottenne Aldo Lampis, domiciliato in via Borgo Dora 28. Egli è caduto nelle mani della polizia con grande ingenuità. Comunque la sua cattura era praticamente certa, essendo stato rilevato Il numero dell'Aprilia nera a lui intestata e con la quale era stato compiuto il colpo. Come si ricorderà, venerdì pomeriggio la signorina Nelide Rinaudo, mentre usciva con la sua amica Giulia Ramella Marchetti dal magazzino dvlla ditta Biancardi dove poco prima aveva acquistato uno stock di biancheria di lusso por il valore di 200 mila lire, sorprendeva un giovanotto intento a portare via dalla giardinetta due valigie, una delle quali conteneva appunto la merce poco prima comperata. La signorina si lanciava contro il malfattore ed impegnava una violenta colluttazione. Purtroppo il suo tentativo era vano in quanto essa riusciva soltanto a ricuperare la valigia vuota, ma veniva poi brutalmente scaraventata a terra, mentre il ladro saliva con la refurtiva su un'Aprìlia nera guidata da un altro giovanotto. In quei brevissimi istanti la signorina Marchetti era tornata sui suoi passi ed aveva invocato eoccorso presso il titolare della ditta Bianciardi il (inalo, uscito Bulla strada, faceva in tempo a rilevare il numero della macchina che si stava allontanando: TO 75301. Questa la notizia da noi pubblicata ieri mattina e che naturalmente veniva letta anche dalle due persone più direttamente « interessate »: e cioè dal ladro e dal suo complice. Quest'ultimo era appunto Aldo Lampis il quale, resosi conto che la sua macchina era identificata, tentava di giocare d'astuzia. Egli si presentava al commissariato Castello dichiarando di essere rimasto vitti- ma del furto di un'automobile. — Che macchina è? — gli domandava il funzionario. — Un'Aprilia nera. — E che numero di targa ha? —- Non ricordo, non ho ben preeente. Era una risposta strana con la quale il Lampis riteneva di im brogliare la situazione a suo van taggio. In realtà non faceva che destare gravi sospetti per cui veniva invitato ad attendere un « momento » in commissariato. L'attesa era piuttosto lunga. E dopo un paio di ore egli veniva mosso dirottamente a confronto con la signorina Marchetti, nel frattempo convocata presso Tuffi ciò di polizia. — Lo riconosco — dichiarava subito la Marchetti — è l'uomo che stava al volante e che per poco non m'investiva mentre mi Irovavo a terra dopu la collutta zione. Non posso sbagliarmi anche se ha cambiato soprabito, indossando Il «montgomery» del suo complice: è lui, ne sono rerta. Il Lampis dinanzi ad una situazione così imprevedìbile ha finito por confondersi, ma non ha voluto confessare pienamente, ri Untandosi tra l'altro di rivelare il nomo del suo compagno, autore materiale della rapina. Comunque 6 stato inviato in carcere mentre l'inchiesta continua: aia Iter rintracciare l'altro malfattore sia por recuperare ]a merce. Verso sera giungeva alla polizia la segnalazione che un'« Aprilia » nera era stata abbandonata fin dal mattino in un prato nei pressi di via Paolo Veronese 144. Gli agenti si sono recati sul posto ed hanno accertato che si trattava della macchina dei rapinatori Con ogni probabilità 11 Campis ritiene la Questura, ha portato egli stesso l'« Aprilia» nel prato prima di recarsi a denunciare il furto.

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