L'emigrante italiano può vivere e lavorare in ogni parte del mondo
L'emigrante italiano può vivere e lavorare in ogni parte del mondo L'emigrante italiano può vivere e lavorare in ogni parte del mondo Questo dono di adattabilità gli viene dalla situazione del nostro paese che aduna in poco spazio grande varietà di climi e rende l'uomo resistente a tutti i disagi Poiché si ripresenta il problema della emigrazione non è fuori di luogo guardare il problema anche dal punto di vista biologico anzi antropologico e razziale. Ha la razza italiana peculiare capacità migratoria? . Cerchiamo di rispondere a questa domanda. Non tutti i popoli possono impunemente abbandonare il luogo di nascenza. Ci sono alcuni, come tutte le razze polari e tropicali, razze per eccellenza fatte dall'uniformità Climatiche, che pagano lo sfratto con la pena addirittura della morte. E ci sono, invece, popoli eletti delle migrazioni efficienti: i prescelti dalla sorte, che possono andar lontano dalla cu'la originaria senza nulla perder di valore. Questi popoli fortunati, a cui tutta la terra appartiene in teoria per diritto naturale, sono per eccellenza quelli nati e formati nella ristretta zona circoscritta dal clima per eccellenza più variabile del globo; sono, in una parola, per l'emisfero boreale della Terra, che è quello che più conta agli effetti della civiltà, i popoli mediterranei, e specialmente quelli italiani che -di quel clima hanno la centrale signorìa; e da quel clima, a privilegio biologico, meglio di tutti gli altri popoli della Terra, hanno ricevuto i doni naturali del bisogno migratorio e della capacità di acclimatarsi altrove. Abbiamo detto specialmente l'Italiano, perchè anche altri popoli, come il Portoghese, lo Spagnolo e il Francese, godono degli stessi privilegi climatici d'ordine astronomico, trovandosi, chi più chi meno, nella medesima banda zonale della Terra, nello stesso fascio di paralleli a clima variabile ed a fattori quindi illimitati di stimoli efficienti della vita. L'Italia, oltre ad un clima d'ordine astronomico, ha al suo attivo biologico una varietà di clima d'ordine geografico in più gran numero di quello posseduto dalle altre regioni, di climi locali, di microclimi, di piccoli climi casalinghi, differenti e variabili, a poca distanza di spazio l'uno dall'altro; clima di piano e clima di marina, clima vallivo e clima litoraneo; sono tanti e | così vari e numerosi e susse¬ guente! in così limitato spazio di terra, che in Calabria, per esempio, voi potete lasciare alla piana le banane maturanti e le annone succulenti (Piana Sant'Eufemia) e dopo due ore solo di percorso in macchina trovare la neve eterna alla montagna (Botte Donato). L'Italia solar ha una superficie topografica cosi difforme e tanto tormentata nei rilievi del terreno (ne sanno qualcosa l'agricoltore e la viabilità) con due soli grandi tavolati piani: quello della Puglia e quello della Lombardia e poi con un numero senza conto di valli, vallette e di costoni, di superflci varie d'esposizione al sole, d'anfratti e d'incidenze, di rilievi accidentati, potenziatori e moderatori dei venti. A ciò si aggiunge una varietà di suolo oltre ogni dire: che solo in Italia si verifica il dettame della c terra a palmo >; qui l'argilla ancora pregna della giovinezza pliocenica del globo; a pochi passi l'arena come quella del deserto d'ordine eolico e poi il vecchio granito che si disfà nel tempo e più in là i sedimenti fluviali che la rabbia dell' acqua ha rapinato al monte. E poi l'altimetrle di tutte le gradazioni in poco volger di spazio e quindi tutte le caratteristiche climatiche; quelle di mezza costa alla collina ancora zona preferita dall'olivo; e poi quella più alta ricercata ancora dalla vite, e la mezza montagna della quercia e del castagno; e poi la montagna per eccellenza del pino e degli abeti, dei pascoli e delle malghe; ed infine la montagna eccelsa der ghiacciai e della flora nana premuta dalla luce. Che l'Italia sola, fra tutte le consorelle d'Europa, può sfoggiare in poca superficie un maggior numero di forme e di gradazioni altimetriche, che vanno da 0 a 4 e più mila metri, con tutti i ripiani che si seguono intermedi, un maggior numero quindi di gradazioni climatiche d'ordine altimetrico, un maggior numero infine di gruppi di fattori stimolanti della vita; poiché il clima delle altimetrie è quello che ha una maggiore influenza biologica sull'uomo; per i fattori dì insolazione, d'irradiazione, per 1 grandi scarti nella temperatura e per il comportamento barometrico dell'aria. Specie quando questo stato fisico del luogo, queste condizioni idrografiche di un paese sono dominate per intero, sono per intero, sotto l'influsso continuo dell'alito marino. Ora solamente l'Italia, non la Spagna o la Francia, giace nteramente e non parzialmente sotto il controllo delle influenze marine, poiché solo l'Italia s'allunga senza fine, assottigliandosi sempre a misura che procede innanzi e che si spinge nel mare in cui si bagna. Sicché tutte le parti interne, nessuna eccettuata, della superficie delle terre popolate italiane, ne risentono l'influsso, anche le più remote, le più lontane come quelle della cresta d'Appennino o nel cuore della piana a pie dell'Alpe. Per tutto questo l'italiano, similmente al grano originario della stessa zona a privilegio, lavora e prospera al freddo come al caldo, in mezzo all'umido ed in zona di sciuttura, in riva al mare e sui picchi di montagne. Per questo costruì strade e risanò terreni e coltivò miniere con la stessa indifferenza ai bordi della Pampa e nelle foreste del Brasile, accanto alle arene del deserto e vicino alle banchise canadesi. Per questo stesso dono l'italiano resistette meglio ai freddi leggendari della spedizione del Gran Corso contro la Russia, dove i soldati di Murat, tutti d'Italia, sopportarono meglio e (c'erano rappresentanti di tutte le razze d'Europa) i disagi della spedizione ed i rigori dell'inverno di settentrione. Per questo stesso dono l'emigrato in permanenza italiano, sia nei paesi a clima similare come nell'Africa mediterranea francese, sia nelle regioni a clima differente, come nelle contrade delle due Americhe; sia in questo che nell'altro emisfero della terra, come nell'Australia che è popolata di coloni italiani, prospera e lavora ottimamente, in armonia con i nuovi fattori ambientali, perchè conserva ancora fuori sede, meglio che gli altri compagni di migrazione esterna, l'originario indice demografico dell'alto tasso di natalità, segno sicuro dell'avvenuto adattamento ambientale. Giuseppe Tallarico
Persone citate: Botte Donato, Giuseppe Tallarico, Murat, Spagnolo
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