Il governo convocato da Segni per decidere sulla legge-delega di Enzo Forcella

Il governo convocato da Segni per decidere sulla legge-delega Più accentuati i contrasti per fa riforma burocratica Il governo convocato da Segni per decidere sulla legge-delega Le richieste sindacali comportano un'aggiunta di diecine di miliardi ai 221 già stanziati -1 decreti devono essere approvati entro martedì Se non vi sarà una proroga, si aprirà alla Camera una discussione pericolosa per il Ministero - L'azione di Gronchi per un compromesso Roma, 6 gennaio. L'Epifania — giornata tutta lavorativa agli effetti politici — non ha portato alcun avvicina- mento nel contrasto sorto tra governo e sindacati per l'attua- zione dell'ultima fase della ri- forma burocratica. La Commissione parlamentare ha continuato a lavorare senza riuscire, per altro, ad ottenere la garanzia che le sue proposte di miglioramenti economici verranno accettate dal governo: e questo, attraverso il ministro Gava, ha fatto sapere che le* richieste dei sindacalisti comporterebbero una spesa di decine di miliardi, In aggiunta ai 221 già stanziati, della quale non si può assicurare in alcun modo la copertura. Le tre prospettive illustrate ieri sera rimangono perciò tutte In piedi, ma come prospettive di rottura anziché d'accordo. Segni si starebbe orientando verso la tesi di Gava, di presentare dopo il. 10 gennaio alia firma del Capo dello Stato i tre decreti-delega fondamentali, anche se la Commissione consultiva non sarà arrivata al termine dei suoi lavori e comunque senza accoglierne i suggerimenti che importano nuovi oneri economici. Contemporaneamente rinvierebbe all'esame del Parlamento tutti gli altri provvedimenti — ventisette, oltre 1 tre fondamentali — che completano la riforma. Da parte loro 1 sindacalisti democristiani, e vi si accoderanno certamente anche quelli della CGIL e della UIL, domattina chiederebbero ufficialmente alla Commissione di pronunciarsi su una proroga del suol lavori fino al 1° luglio del '56, data dell'entrata, in vigore del nuovo trattamento. Se la Commissione sii pronuncerà favorevolmente, la richiesta verrà presentata ufficialmente In Parlamento e si 'aprirà quindi quell'ampio dibattito su tutta la materia In discussione che il governò vuole evitare. Con una complicazione in più: che, se nel frattempo ^l'esecutivo avrà reso esecutivi i decreti fondamentali, 11 Parlamento discuterà su questioni già risolte dal governo; l'approvazione della proroga significherebbe una sconfessione del suo operato e aprirebbe inevitabilmente la strada alla crisi. Siamo al momento tipico di tutte le vertenze politiche, quando le. parti accentuano all'estremo la loro intransigenza per meglio impostare le trattaUlve del compromesso. La ma- terla in discussione è grave e presenta aspetti molto comples si ; tocca gli interessi di tutta la categoria degli statali che nessun politico vorrebbe scon tentare e, insieme, l'equilibrio dell'intero bilancio che ogni go- vernante ha il dovere di tutelare. Ma nè il governo può affrontare a cuore leggero l'alea di una rottura con i sindacalisti che possono raccogliere attorno alle loro posizioni la maggioranza parlamentare nè 1 sindacalisti possono avere interesse a provocare una crisi di governo che li riporterebbe su posizioni assai più arretrate. Sono considerazioni e preoccupazioni che riecheggiano anche tra le parti interessate: Gonella si mantiene contrario ad una soluzione non concordata con i sindacalisti, e stasera si è preoccupato di rassicurare la commissione che nessun provvedimento sarà emanato senza il < sentito parere » della Commissione stessa. Farà, cioè, quanto è in suo potere per impedire decisioni < di forza >, ed a questa linea si atterrà quando, a cominciare da domani, la questione verrà discussa in Consiglio del Ministri. Anche nella controparte sindacalista vi è un lavoro per la distensione: per quanto la cosa possa apparire paradossale, è proprio questa la funzione che si attribuisce ad una parte della C.G.I.L. I sindacalisti socialisti e comunisti sembrano più interessati della stabilità governativa di quelli della CISL, o quanto meno più preoccupati del tipo di governo che potrebbe succedere all'attuale. Ma v'è di più: tra 1 moderatori, e più autorevoli di tutti, si può porre da ieri lo stesso Capo dello Stato che, per chiari segni, ha mostrato di non voler rimanere indifferente alla vicenda. Ieri sera aveva ricevuto 11 Presidente del Consiglio, ed oggi ha fatto seguire a quell'incontro udienze con il Ministro del Bilancio, Vanoni, con 11 segretario della D. C, Fanfani, con il Ministro per la Riforma, Gemella. La scelta degli incontri è troppo eloquente,per passare inosservata. Se è lecito raccogliere le voci che l'hanno accompagnata, si potrà aggiungere anche che Gronchi avrebbe considerato con perplessità il proposito di emanare i decreti-delega senza il parere della Commissione ed avrebbe esortato a fare il possibile per evitare tutte le complicazioni di carattere sindacale e parlamentare che seguirebbero ad luna simile soluzione. j Segni è partito stamani per la Sardegna e tornerà domattina, in tempo per presiedere la già annunciata riunione del Consiglio del Ministri. Non ha potuto seguire direttamente, quindi, l'ulteriore svolgimento della vicenda che sta ponendo in difficoltà l'avvenire del suo governo. Il breve saluto che ha rivolto ai democristiani sassaresi nel corso della manifestazione .per la quale si era nuovamente spostato nella sua isola non contiene accenni diretti. Fissa, tuttavia, alcuni tratti generali della politica governativa che in questo momento di polemiche e malumori riescono particolarmente utili. Il governo — ha detto Segni — affronta la prossima battaglia elettorale con la coscienza di tenere una linea politica che, nei rapporti con l'estero, rappresenta la difesa della p :e e degli ordinamenti democratici nella piena ed intera adesione agli impegni internazionali assunti ed a quelli che gli derivano dalla recente ammissione all'ONU. In politica interna la linea politica sociale adottata ha già conseguito notevoli realizzazioni. Il governo ha scelto liberamente una sua linea, già approvata dal Parlamento con il voto di fiducia, dal quale non intende deviare nè a destra nè a sinistra. Non vi è nè apertura a sinistra nè apertura a destra. Non appena a Roma si sono tette queste parole, si è subito detto che 11 Presidente del Con sigilo aveva voluto con esse rassicurare 1 settori della sua maggioranza (1 liberali e la destra democristiana) preoccupati della < benevolenza > che l'estrema sinistra dimostra al governo. Può darsi che questa sia stata effettivamente l'intenzione: ma è anche evidente che Segni non ha concesso nulla ai suol avversari interni. Ricordando che Jì' governo procede nell'attuazione deJT programma jconeordi*©, ha'piuttosto reiterato l'ammonimento ad impedire, con la compattezza dèlia maggioranza, che < voti aggiunti > divengano < voti necessari ». Enzo Forcella La festa dell'Epifania a Roma L'on. Saragat ha consegnato Ieri 1 doni della Befana al figli del dipendenti della Presidenza del Consiglio (Telef.) !iii tinnì iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiini iiiiiiiiiiniii iiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiniif minia

Persone citate: Fanfani, Gava, Gonella, Gronchi, Saragat, Vanoni

Luoghi citati: Roma, Sardegna