Lunedì le Borse riprendono la contrattazione dei titoli di Enzo Forcella

Lunedì le Borse riprendono la contrattazione dei titoli DOPO YEIVTITRE' GIORGI PI SCIOPERO Lunedì le Borse riprendono la contrattazione dei titoli Gli agenti di cambio si sono impegnati a non rimettere in discussione i principi fissati dalla riforma fiscale - Malagodi sollecita l'esame alla Camera della legge sul contenzioso tributario Difficoltà di bilancio per gli aumenti agli, statali - Il Consiglio dei Ministri convocato per sabato Roma, 4 gennaio.. Dopo ventitré giorni di sciopero, le Borse riprenderanno lunedi prossimo le contrattazioni ufficiali. La decisione, che si era cominciata a profilare ieri sera, è stata perfezionata oggi, nel corso di una riunione del rappresentanti degli agenti di cambio e di un successivo colloquio che ima loro delegazione ha avuto con il ministro delle Finanze, Andreotti. Essa costituisce un indubbio successo per il governo che è riuscito a convincere gli operatori dell'Insostenibilità dell'agitazione senza aderire a compromessi» umilianti, non solo per l'esecutivo, ma per lo stesso Parlamento. Nella riunione degli agenti di cambio la tesi distensiva sostenuta dal loro presidente e dai colleglli che avevano partecipato ai colloqui di ieri è stata accolta, per la verità, con una certa freddezza. Cè stato chi voleva proseguire l'agitazione ad oltranza, chi giudicava insoddisfacenti le c assicurazioni » date dal governo. Poi si è tornati da Andreotti e alla fine 11 consiglio della moderazione ha prevalso. Nel comunicato ufficiale la categoria ribadisce esplicitamente il proposito « di non voler mettere in discussione i principi fissati dalla Costituzione e dalle leggi di perequazione tributaria ». Il governo, da parte sua, ha aderito di buon grado alla richiesta di invitare i rappresentanti degli agenti di cambio, dcjli istituti di credito e dei commissionari a far parte, insieme al rappresentanti degli organi ministeriali, del comitato tecnico che redigerà le norme di attuazione dei testi unici sulle imposte direste, che successivamente — secondo le disposizioni di legge —- verranno sottoposti ad una commissione parlamentare composta di cinque deputati e cinque senatori. In altre parole, il governo non ha preso ai cun impegno preciso per la stesura delle norme di attuazione; si è limitato soltanto — ciò che, del resto, risponde a criteri di funzionalità — a consentire che esse vengano esaminate insieme al rappresentanti delle categorie Interessate. Così risolta l'agitazione delle Borse, si pensa che la legge tributaria non troverà altri ostacoli. Il Presidente della Re pubblica, che in questi giorni l'aveva trattenuta in esame (e cogliamo l'occasione per correggere l'Informazione secondo la quale egli l'avrebbe già firmata prima di Natale) potrà firmarla senza altre perplessità. Dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale essa diventerà esecutiva secondo i tempi ed I modi previsti nella legge stessa. Rimarrà aperta la questione della sua applicabilità alle nuove denunce dei redditi già presentate, che provocherà certamente molte discussioni e qualche controversia di carattere giuridico. Dicevamo ieri sera che il Presidente del Consiglio si è accinto a risolvere con tempestività e pazienza, uno dopo l'altro, tutti 1 problemi che si è trovato di fronte al ritorno dalle vacanze. Condotto a buon termine, con la « mediazione » di Andreotti, l'affare delle Borse, ha proseguito nella cura degli altri, ed a tal fine ha avuto anche oggi una lunga serie di colloqui, che ha portato nel suo studio il segretario liberale Malagodi ed i ministri Campili! e Tambronl, il segretario generale degli Esteri Rossi-Longhi ed i sindacalisti della C.I.S.L., Cappugì e Ghezzi, nonché alcuni dei suoi più diretti collaboratori. Con Malagodi — che ieri nei cinque minuti di conversazione avuti con lui, aveva avuto solo il tempo di fargli gli auguri — Segni ha impostato o, meglio ancora, ha ripetuto un discorso di carattere generale. Il leader del P.L.I si era preoccupato delle avances che l'estrema sinistra fa all'attuale governo ed aveva dichiarato pubblicamente che il suo partito non è disposto < a fare da paravento > alle apertura verso sinistra. Segni gli ha fatto il ragionamento che è ormai solito fare in questi casi sui «voti aggiunti» che divengono «voti necessari» solo nella misura in cui la maggioranza fa mancare l'appoggio alla realizzazione del programma concordato. Malagodi deve avere preso atto che il ragionamento è ineccepibile, poiché all'uscita ha dichiarato che la legge-delega, la legge elettorale politica, il contenzioso tributario, gli idrocarburi, i patti agrari e tutti gli altri maggiori problemi che verranno presto dinanzi al Parlamento «saranno il banco di prova sul quale si dimostrerà la ferma decisione del governo di coalizione e dei partiti di centro di procedere in conformità agli accordi tra loro raggiunti»: con il che si dimostra la falsità dell'impressione — alimentata dall'offensiva psicologica di Nenni e Togliatti — di un governo ormai prigioniero delle sinistre. Malagodi ha parlato con Segni anche della legge tributarla recentemente approvata: ma solo per auspicare una sollecita discussione del progetto di legge sul contenzioso tributario, strumento di tutela dei contribuenti (ed avrebbe ottenuto che il governo chieda per essa l'urgenza). Per il resto si è limitato ad augurarsi che per il futuro si redigano le leggi con la necessaria ponderazione < per evitare anche quelle imperfezioni di qrdine tecnico che possono guastarne la sostanza politica». Non ci si poteva attendere dal segretario liberale atteggiamento più accomodante. E' stato notato ohe nel prov- redimenti elencati da Malagodi manca quello relativo alla nuova legge elettorale amministrativa: esso è urgente quanto tì più degli altri, ma i partiti del* la maggioranza sono ancora in dubbio sulla rinuncia agli, apparentamenti; i liberali propenderebbero per il mantenimento e Malagodi avrebbe dimenticato 11 problema a ragion veduta. Domani Segni cercherà d'impostare la soluzione del prò» blemi sollevati dall'attuazione della riforma burocratica ed ormài riassunti nella questione della proroga dei lavori della commissione parlamentare: riceverà difatti delegazioni sindacali della CGIL, della CISL e fors'anche del professori. Tuip ti con forme e motivazioni diverse gli faranno lo stesso discorso, che è poi quello che si era andato delineando sempre meglio durante i lavori dell* commissione parlamentare: 1 sindacalisti non possono accettare senza modifiche la re visione dello etato giuridico, dell'ordinamento delle carriere e del trattamento economico previsto dal governo. Se il governo può assicurarli che verranno accettate, sia pure parzialmente, le loro controproposte, la guerra fredda che essi hanno iniziato contro l'esecutivo in ua modo o nell'altro verrà conclusa, in caso contrarlo insisteranno per la proroga, cercheranno di riportare le questioni in Parlamento e, insomma, continueranno l'agitazione. Si conoscono le difficoltà di bilancio ohe Segni deve superare: il comitato ristretto del CIR ha continuato anche oggi ad esaminare la possibilità di apportare riduzioni alle spese statali, ma si è ancora assai lontani dalle grosse cifre di economie che da qualche parte si sono ventilate. La risposta del Presidente del Consiglio al sindacalisti è legata a questi problemi: non è sua intenzione, tuttavia, Inasprire il contrasto con gli statali, che a sua volta complicherebbe la posizione del governo di fronte al Parlamento. D'altra parte per mille ragioni si è ben disposti verso un compromesso; e forse non è azzardato chiudere la giornata anche per questo settore su una nota di moderato ottimismo. Il Consiglio dei Ministri è stato convocato per sabato. Enzo Forcella

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