Benissimo la difesa azzarra (ma l'attacco così così...)

Benissimo la difesa azzarra (ma l'attacco così così...) JJE COMMENTO JD1 VITTORIO POZZO Benissimo la difesa azzarra (ma l'attacco così così...) (Segue dalla prima pagina) perchè la loro natura parla di per sè. Parla un linguaggio che è anche in molto simile a quello del comportamento delle due squadre in campo e allo svolgimento del gioco in genere. Gli ospiti si sono portati meglio dei padroni di casa, sia sotto il punto di vista del lavoro individuale, come svito quello dell'azione di squadra. In campo puramente tecnico, ai germanici vanno concessi senza alcun dubbio i maggiori meriti. Se come giaco ai squadra essi hanno dato spettacolo di equili- brio, di intesa, di amalgama, di ordine, presi uno per uno, parecchi hanno messo in mostra doti tecniche superìoH a .quelle che posseggono gli uomini nostri del momento. Con tutto ciò non è possibile classificare come immeritato il successo riportato dagli azzurri. Genericamente perchè lo spirito, la volontà, la decisione non sono mancati in nessuno di essi, abbiano i singoli giocato bene o giocato male sotto il punto di vista tecnico, ma principalmente per la prova fornita dalia difesa nostra. Raramente si è presentata in un incontro internazionale l'occasione, la necessità di scindere una squadra in due settori, come in questo caso, nell'esame della prestazione fornita. Una de marcazione netta fra l'opera del settore di retroguardia e quella del reparto d'attacco. Per il primo non si possono lesinare le lodi: per il secondo bisognerebbe venir meno ai doveri della verità per rprodurre un commento qualsiasi fa vorevole. Che la difesa della Fiorentina —: formata da uomini che da qualche stagione ormai gio cano l'uno accanto all'altro — fosse salda e solida, era cosa che, da anni, si sapeva. Lo hanno provato le vicende interne del nostro' campionato, Essa è, non da oggi, la più forte di cui disponiamo. Quando ha tuìti i suoi elementi in buone ■condizioni fisiche, come al momento attuale, è in grado di convincere anche il più scettico fra i critici. In quest'occasione s'è guadagnata appieno i galloni internazionali. Lo hanno riconosciuto e dichiarato apertamente gli avversari stessi ed i commentatori esteri tutti convenuti a Roma. Non sarà perfetta— nessuno lo è a questo mondo —, avrà anch'essa, come tutti, i suoi difetti ed i suoi orizzonti per possibili miglioramenti. Ma contro la Germania essa è stata pienamente all'altezza della situazione. Alla base del successo conseguito dagli azzurri sta il blocco organico da essa formato. Parrà strano attribuire i meriti d'una giornata a chi ha. fatto opera di difesa, in una partita nella quale chi aveva il compito di attaccare ha realizzato di più di quanto non abbia fatto l'oppositore, ma ad ogni possibile obbiezione rispondono e la natura — che abbiamo citata — delle reti registrate, e la granitica resistenza opposta da Cervato e compagni ad un avversario che ha giocato menlio, che ha attaccato di più e che l'opera sua — quell'opera ch'e poteva benissimo dare una forma diversa al risultato — non l'ha potuta completare. Diverse, come accennato, sono le considerazioni da fair e sulla nostra linea d'attac¬ co. Sia detto senza offendere nessuno, ma ancora una volta essa è fallita praticamente al. la prova. Schemi d'offensiva non ne ha svolti, d'intesa' fra uomo e uomo non ha dato prova, ed in quanto a incisività nelle occasioni- di contrattacco — che in realtà non sono state molte e non del tipo desiderato perchè l'avversario quasi mai si è fatto cogliere allo scoperto — non ne ha messo in mostra. Le occa- sioni da rete che ha potuto far maturare le ha sbagliate. Qualcuna anche in modo madornale. E~- nemmeno 1 per quinto riguarda il grado di forma individuale dei suoi componenti ha convinto. Non parliamo di Frignoni, che al momento attuale l'ombra di quello che era, e non menzioniamo neppure Montico, che particolarmente nel primo tempo ha lavorato al centro del campo in quella che avreb be dovuto essere la « zona di nessuno ». Ma Pìvatelfi. che l'intesa coi compagni non l'ha trovata, è stato sostituito nel secondo tempo, e Burini che ne ha preso il posto molto di meglio non è riuscito a combinare. Persino Boniperti è rimasto al di sotto di quello che è il suo livello normale per le partite in maglia azzurra. Virgili solo non ha mai cessato ai tentare: ma a modo suo, senza trovare soverchia colla borazione, senza che molti nè notevoli siano stati gli sforzi dei comnaani ver sfruttarne le doti realizzatrici. VirgiH, in sauadra nazionale, sarebbe interessante di vedere con accanto due vere mezze ali dallo spirito e dalle capacità costruttive. La giornata di Roma può, deve anzi, essere considerata lieta per noi, essenzialmente per il risultato con cui si è, chiusa e anche perchè una parte del lavoro di ricosìruzio. ne della compagine nazionale è stata fatta. È' già qualche cosa, e molto, viste le condizioni in cui ci trovavamo: < bisogna rallegrarsene. Ma per l'altra parte, quella che è in realtà la più difficile, quella dove eravamo caduti più in basso, non s'è fatto un passo che possa venire effettivamente definito come tale nella direzione da tutti deside rata. In essa v'è ancora tut to da fare: e la linea e le idee e il gioco. La giornata occasiona però anche un'altra nota lieta, ed è doveroso metterla in ri lievo. Quella determinata dal l'assenza di ogni tattica puramente distruttrice. Assenza in ambo i campi. I tedeschi non vi hanno mai pensato da parte loro; e per il lavoro difensivo sono ricorsi puramente alla marcatura severa degli uomini nostri: hanno attacca, to quasi costantemente con cinque elementi, magari anche con sei. E la tattica difensiva degli italiani è consistita essenzialmente nella capacità del quintetto fiorentino, con Viola alle spalle e Montico qualche passo in avanti. I cinque uomini della nostra squadra capolista hanno giocato come in campionato, e hanno dimostrato che nessuno deve offendersi quando sì asserisce che un'eccellente difesa può essere organizzata con sei, al massimo con sette giocatori soli — a conidizione che ognuno faccia per bene la sua parte e che fra i singoli esista l'intesa. Per l'attacco sono rimasi disponibili questa volta quattro elementi, in certi momenti anche onque, invece di uno o uno... e mezzo come a Budapest. Nemmeno così il settore lui soddisfatto: lo abbiamo detto. Ma se fossero stati in meno, gli attaccanti, ed avessero, come prima, rinunciato ad arrancare nella metà campo altrui, non si sarebbero provocati nemmeno gli errori dell'avversario, il cui pottiere non avrebbe capitolato. E tri sarebe mancato anche il risultato. Il ritorno al gioco aperto — speriamo definitivo — va accettato con gioia. Da parte sua il saluto che la sorte ha voluto porgergli, come per esprimergli soddisfazione, è stato quello del risultato. Una spìnta gradita ed augurale, svila lukqa ed ardua via da percorrere. Vittorio Pozzo Viola proteso In inutile tuffo sul tiro di Rdrhig

Persone citate: Boniperti, Burini, Cervato, Montico, Parrà, Virgili, Vittorio Pozzo

Luoghi citati: Budapest, Germania, Rdrhig, Roma