Vagavano affamati per i monti i fidanzati fuggiti da Monastero

Vagavano affamati per i monti i fidanzati fuggiti da Monastero EPILOGO DI UNA AVVENTUROSA VICE Vagavano affamati per i monti i fidanzati fuggiti da Monastero Ieri mattina i carabinieri li hanno sorpresi in una baita abbandonata - Le peripezie della fuga nel racconto di uno dei protagonisti ■ Il padre della minorenne non ha ancora deciso se concedere il consenso per le nozze DAL NOSTRO INVIATO Lanzo, lunedì mattina. La diciannovenne Maria Marsaglia Cagnola e il suo fidanzato Francesco Calderari, di SS anni, ex sindaco di Monastero, che all'alba di giovedì £$ novembre erano fuggiti dalle loro abitazioni, sono stati trovati ieri mattina dai carabinieri di Lanzo nel corso di una battuta sui monti di Monastero. Alla ventura Stavano dormendo su di un cumulo di fogliame, in una baita abbandonata in località' Stabin. Per sei giorni avevano mangiato pane e melo e negli ultimi due non avevano addirittura toccato cibo. Il loro aspetto denotava chiaramente i sacrifici ai quali avevano dovuto sottoporsi per vivere alla macchia. Vestito in Vuta con un giubbone di tela dal collo di pelo, le scarpe rotte, la barba folta che gli cingeva di nero il viso, il Calderari aveva la sensazione di rivivere i tempi del partigianato quando su quelle stesse montagne passava di baita in baita per ordire la lotta contro i tedeschi e sfuggirla An. che in questi giorni si sapeva ricercato; ma i carabinieri, i quali avevano avuto sentore che i due si erano rifugiati nei monti sopra a Monastero, facevano battute continue non tanto per « catturare » i fuggitivi, quanto per restituire la ragazza alla sua famiglia che si disperava per la sua fuga. Ieri l'avventurosa vicenda dei due si è conclusa. A mezzogiorno, nella caserma di Lanzo, i carabinieri hanno consegnato Maria al padre, Domenico, che era stato avvertito del ritrovamento della figlia. La ragazza se ne stava rintanata in un angolo dell'ufficio del maresciallo, chiusa in un paltoncino marrone, i capelli raccolti in un fazzoletto annodato sotto il mento, come una quarantenne. Non aveva animo di sollevare gli occhi, per timore di incontrare quelli di suo padre, ma quando ha lasciato l'ufficio per fare ritorno a casa ha saputo trovare la forza di pregare il maresciallo di non arrestare Francesco. Il padre l'ha presa per un braccio e l'ha tirata a sè con forza. « Pensa a venire a casa, adesso » ha detto con voce burbera, ma tuttavia anche commossa. Fuori, si sono incamminati in silenzio, verso la salita che porta a Monastero, il vecchio portando a mano la bicicletta, con la quale era sceso a Lanzo in gran fretta, per rivedere la figlia e la ragazza, al suo fianco, con lo sguardo fisso a terra. Nel pomeriggio, dopo l'in¬ terrogatorio, è uscito dalla caserma anche Francesco Calderari, che è stato rilasciato, non avendo ancora i genitori della ragazza sporto denuncia. Ci ha raccontato la storia della fuga. « Era tanto che Maria mi stai ( alle costole perchè la facessi fuggire con me — ha detto. — Un giorno mi fece addirittura credere di aspettare un bambino. Così partimmo, alla ventura. Non avevo neanche un soldo in tasca, ma ciò non mi preoccupava perchè senza soldi ho girato mezzo mondo. A Giuseppe Barba, l'automobilista che ci portò fino a Tenaria con il camioncino, chiesi un prestito e lui mi dette mille lire. Poi andammo da mio fratello Domenico, che abita a Torino, e da lui ebbi altre cinquecento lire. La notte di giovedì feci dormire Maria con mia cognata e io andai all'albergo. L'indomani sera, invece, trovammo ricovero in una casa sitiistrata, nei pressi di Porta Nuova, ma siccome faceva troppo freddo, alle tre andammo alla stazione e aspettammo l'alba in una sala d'aspetto. Forse il matrimonio « Nella giornata di sabato — ha continuato Francesco Calderari — mandai Maria a rifocillarsi in casa di mio fratello, ma mentre era là, arrivò suo padre che la stava cercando. La ragazza disse che andava nell'altra camera a prendere il fagotto della roba per seguirlo a casa e invece fuggì. Arrivò tutta affannata nel caffè dove l'aspettavo. € Nella stessa serata ci mettemmo in cammino per raggiungere i monti di Monastero e arrivammo al mattino. Di baita in baita passammo tutta la settimana. Ogni sera io scendevo per comperare pane e mele, una volta a S. Ignazio, un'altra a Gisola o a Pescinetfo, per evitare che tornando sempre nella stessa località, potessi trovarvi delle sorprese. « Certi giorni vedevamo di lontano i carabinieri che giravano per i monti cercandoci. Io tentavo di convincere Maria a tornare a casa, ma lei non ne volava sapere e diceva eh", se ve l'avessi costretta si sarebbe uccisa perchè intendeva vivere con me e sapeva che i suoi non gliel'avrebbero consentito. Ieri mattina, quando ho visto i carabinieri entrare nella baita, ho tirato un sospiro di sollievo: la storia della fuga incominciava a pesarmi anche perchè da due giorni avevo finito i soldi e non potevo comperare neanche una mela. Pensavo con nostalgia ài tempi in cui ero in prigione, in Italia e all'estero, in Francia, Svizze- ra, Spagna, Belgio; almeno là si mangiava sempre ». Francesco Calderari s'è dichiarato fermamente intenzionato di sposare Maria Marsaglia Cagnola. « Voglio formarmi una famiglia e cambiar vita, mettermi a folgorare. C'è però una difficoltà, perchè io vorrei fare l'autista, ma non ho la patente che mi è stata ritirata per le mie numerose condanne. Bisognerebbe che me la restituissero, sotto la responsabilità di qualche persona influente ». Domenico Marsaglia Cagnola, il padre di Maria, non pare altrettanto propenso a concedere sua figlia minorenne all'uomo che l'ha fat¬ ta fuggire. Ieri mattina, lasciando la caserma dei carabinieri, ha detto che dovrà pensarci a lungo. Intanto farà sottoporre la ragazza ad una visita ginecologica per accertare se ha fondamento l'affermazione con la quale ella indusse il giovane alla fuga. Con ogni probabilità il suo consenso dipenderà dal responso medico. Per adesso, è contento d'aver riportato a casa la figliola, di saperla sotto al suo tetto, anche se turbata nell'animo da una passione inadatta ai suoi diciannove anni e, secondo lui, non meritevole per chi l'ha suscitata. \t y_ Marisa Marsaglia Cagnola, di diciannove anni, viene ricon dotta a casa dal padre Francesco Calderari, di 33 anni, sorpreso ieri dai fotografo subito dopo l'irruzione dei carabinieri nella baita. (Moisto)

Luoghi citati: Belgio, Francia, Italia, Lanzo, Spagna, Torino