Pazzo armato di fucile si preparava ad una strage

Pazzo armato di fucile si preparava ad una strage Accorrono jeeps della polizia in barriera di Orbassano Pazzo armato di fucile si preparava ad una strage L'esaltato punta l'arma contro la moglie ed i tre figli, spara fortunatamente a vuoto, poi fugge - Compiuta una vasta battuta nella notte e catturato in una osteria Alle 23 di ieri 11 sottufficiale di guardia alla « Celere » riceveva una drammatica telefonata: In corso Orbassano, oltre l'ospedale San Luigi, un uomo aveva sparato due colpi di fucile contro la famiglia, poi si era dato alla fuga; si parlava di feriti; era necessario intervenire subito, prima che si verificasse una strage. Alcune camionette di agenti partivano a tutta velocità e in pochi minuti erano sul posto. Individuare la casa dove era avvenuta la sparatoria non era cosa facile, polche in quella zona gli edifici sono ad una certa distanza l'uno dall'altro. Finalmente ecco un crocchio sulla soglia di un'abitazione ad un solo plano: quella dove abita la famiglia di Osvaldo Cassola, operai quarantunenne, composta dalla moglie, Anna, e da tre Agli: Giancarlo, di 12 anni, Teresa, di 10, e Luigi, di 8. La donna era ancora sconvolta da quanto era avvenuto: sedeva abbandonata su una sedia in cucina, piangeva e stringeva a se i figli, invocava 11 nome dei marito. Solo con molto stento gli agenti riuscivano a farsi raccontare ciò che era successo. L'uoom era rientrato verso le 22,30 In preda ad un'ira frenetica ed ingiustificata. Aveva cacciato il bimbo più piccolo che gli si era fatto incontro per salutarlo, poi si era scagliato contro la moglie, urlandole insulti e vituperi. Mentre la donna, esterrefatta,- lo scongiurava di calmarsi, l'uomo aveva staccato la doppietta appesa ad un chiodo, puntandola contro di lei. La moglie non aveva osato fuggire, temendo che la collera dell'esaltato si rivolgesse contro 1 bambini, anzi si era gettata au di lui per strappargli l'arma: ed ecco che dal fucile era esplosa la scarica. I pallini, fortunatamente, non avevano colpito nessuno ed erano finiti contro 11 vetro di una finestra, mandandolo in frantumi. Improvvisamente era mancata la luce e la stanza era piombata nell'oscurità assoluta. Forse è stata questa la salvezza della donna e del tre piccoli: trovatosi al buio, l'ira dell'energumeno era sbollita d, botto, l'uomo aveva infilato la porta e si era dato alla fuga con l'arma in pugno. Si poteva temere che, nella sua sua esaltazione, intendesse ancora servirsene; perciò gli agenti cominciavano subito una battuta a vasto raggio. Cascine, prati, fos si erano rastrellati con ogni at tenzione: 11 Cassola non si tro vava più. L'operazione stava già per terminare, quando la buona sorte portava gli uomini della po lizia in un'osteria fuori mano: qui era il Cassola, intento, fra lo sbigottimento dei presenti, a profferire minacce contro tutti. Catturarlo non è stata cosa facile, tanto si dibatteva ed urlava; ancora sulla « Jeep » della « Celere » ha tentato diverse volte di gettarsi a terra. Al Commissariato di MIraflori il medico municipale l'ha giudicato totalmente pazzo a causa dell'etilismo che gli preclude qualsiasi capacità di controllo. Di conseguenza è stato subito internato all'ospedale psichiatrico di Collegno.

Persone citate: Cassola, Osvaldo Cassola

Luoghi citati: Collegno