I più tipici "piatti,, del Piemonte presentati da dieci assi dei fornelli

I più tipici "piatti,, del Piemonte presentati da dieci assi dei fornelli APERTO A BOLOGNA IL FESTIVAL DELLA CUCINA ITALIANA I più tipici "piatti,, del Piemonte presentati da dieci assi dei fornelli Il dottor Màuser, squallido inventore della famosa dieta alimentare, schiacciato dalle magiche ricette del torinese Santino Oppezzo e degli altri "tenori delle pentole,, - Il dentice arrostito, ovvero il colpo segreto d'una concorrente genovese Nostro servizio particolare lio.-gna, lunedi mattina. . Il festival della cucina italiana, che ha richiamato a Bologna i campioni della gastronomia nazionale, è stato inaugurato ieri con la presentazione 'dei piatti tipici piemontesi. A questa grande rassegna della gastronomia, inserita nel quadro delle iniziativa dal « Salone internazionale dell' alimentazione », partecipano tutte le regioni italiane con le loro tradizionali specialità: una regione al giorno. Alla fine del festival a quartiere fieristico che sorge al parco della Montagnola, vera mecca dei buongustai, presenterà il più completo panorama alimentare d'Italia. Ma l'iniziativa non vuole essere fine a se stessa: il festival è anche e soprattutto una sorta di commento attraverso al quale la Direzione generale per il Turismo si propone di risvegliare le varie ed inconfon¬ dibili caratteristiche della cucina italiana, che tende sempre più ad internazionalizzarsi, con vivo disappunto dei turisti stranieri, qui attratti non soltanto dalla bellezza dei paesaggi e dei musei, ma anche, naturalmente, dalla fama delle nostre gustose spedalità, gastronomiche. Prescelto fra tutte le regioni per inaugurare il festival, U Piemonte ha mandato a Bologna una squadra di dieci cuochi. Dell'agguerrita rappresentativa piemontese fanno parte quattro assi dei fornelli: Santino Oppezzo, Giovanni Oggero e Gino Guarguagli, tutti e tre di Torino, e Giovanni Davetti di Vercelli. Quando illustra qualcuna delle sue magiche ricette, Santino Oppezzo sembra quasi preda di un estatico rapimento, e più che parlare, canta. Nelle sue colorite descrizioni, una « valdostana », per quanto eccellente e ri¬ spettabile, cessa di appartenere al piccolo ,mondo delle cose terrene per spaziare nella sfera del soprannaturale. Applaudito tenore della cucina, egli si è esibito in questo grande concerto della ghiottoneria con alcune fra le più famose romanze del ricco repertorio piemontese: antipasto di cipolle farcite all'albese; salsicce vercellesi con crauti; peperoni alla bagna cauda e tartufi; agnolotti gobbi alla, piemontese; bue di Carrù brasato al barolo, con cipolline d'Ivrea glassate; e i formaggi: tomini di Alba; fontina della Val d'Aosta; robiola piccante di Roccaverano. Poi, per finire, pesche di Borgo d'Ale farcite. Questa la colazione. Il pranzo si è aperto con il < bagnetto alla torinese », vale a dire un antipasto di tartufi, pezzetti di fagiano, acciughe e fior di latte; è seguita' l'impegnativa € zuppa alla eanavesanay (zuppa di fagiuoli, cotti nelle tipiche marmitte di terra, con cotenne, cotechini e rosmarino); non poteva mancare la classica < fonduta > con tartufi di Alba, cui ha fatto seguito la torta, fatta in gianduia e pasta margherita inzuppata in un cocktail di liquori. Barbaresco, barbera, barolo, freisa e dolcetto hanno' abbondantemente inaffiato questa pantagruelica rassegna dei piatti piemontesi. Vivo successo ha riportato la bella tavola apparecchiata alla canavesana, con la tradizionale clessidra, la forchetta a due punte e gli artistici piatti di ceramica. Il presidente della <Famija Turineisa», avv. Giulio Colombini, che è anche a ca? po dell'Ente provinciale turistico di Torii.o, ha guidato a Bologna un piccolo esercito di buongustai piemontesi. A proposito del fèstivàl della cucina italiana, l'avv. Colombini ha detto: <In fondo, dobbiamo, riconoscere che questi grandi cuochi sonò più bravi di Leonardo da Vinci, perchè Leonardo ha offerto una Cena meravigliosa si, ma una cena sola, mentre di cene eccellenti i nostri cuochi ce ne sanno offrire una al giorno ». La cronaca della giornata inaugurale del festival registra un significativo episodio dell'impiego con cui gli « assi » della cucina partecipano alla competizione: la cuoca Pia Defendente, di Genova, òhe con altri cuochi presenterà dopodomani la cucina ligure, ha fatto ieri, in gran segreto, una prova generale; ha arrostito il dentice con legna locale: Non soddisfatta, però, dell'esito, ha richiesto d'urgenza molte fascine d'una certa legna della Riviera Ligure, c Questa legna è il mio colpo segreto », mi ha sussurrato in un orecchio la cuoca genovese: esiste da per tutto, è vero, ma solo quella della Riviera Ligure ha il profumo che fa del mio dentice un piatto da re ». Domani sarà la volta della cucina marchigiana, che fra la colazione e il pranzo, presenterà cinquanta tipi di pesce. Certo, con il festival della cucina italiana, Bologna è la Waterloo di Hauser, lo squallido inventore della famosa dieta alimentare; ma a pensarci bene, questa ghiotta manifestazione si potrebbe anche chiamare la sagra del bicarbonato. Vincenzo Rovi Giacomette della « Fami ja Turinelsa » presentano un piatto piemontese. (Telefoto)