Rapito a Roma e trasportato contro la sua volontà a Varsavia?

Rapito a Roma e trasportato contro la sua volontà a Varsavia? L'improvviso ritorno in patria dell'ex capo del governo polacco in esilio Rapito a Roma e trasportato contro la sua volontà a Varsavia? Partito da '.Andra in aereo, Hugo Hanke era Giunto nella capitale italiana il 5 settembre, dopo un pellegrinaggio a Lourdes L'ultima persona con la quale si incontrò fu l'ambasciatore di Polonia presso la Santa Sede - Nel congedarsi gli disse che alle 18 sarebbe partito per Parigi - Invece a quell'ora nessun treno partiva per la Francia - Caduto in un tranello? Roma, lunedi mattina. Hugo Hanke, l'ex-presidente del Consiglio dei ministri del governò polacco in esilio a Londra, è stato forse rapito a Roma e ricondotto a Varsavia contro la sua volontà? La notizia . dell'Improvviso ritorno in patria di Hugo Henke fu data, «abate da Radio Varsavia, la quale aggiungeva che l'ex-prealdente d^I Consiglio aveva dichiaralo al ' suo arrivo di essere lieto del suo ritorno in Polonia e aveva invitato i suoi compatrioti tuttora in esilio a seguire 11 suo esempio. Le parole attribuite ad Hugo Hanke hanno suscitato molta sorpresa nei polac¬ chi esiliati che risiedono a Londra e a Roma. Essi escludono, infatti, che l'ex-presidente del Consiglio, un leader cristiano democratico che sempre, si è opposto con tenàcia al comunismo, possa avere volontariamente, e deliberatamente fatto ritorno a Varsavia. ; >us Lo stesso presidente del governo polacco In esilio, August Zaleski, ha dichiarato a Londra di essere rimasto assai colpito dalla notizia ed ha aggiunto: «Hanke non può essere tornato in patria di sua propria libera volontà ». Se un rapimento c'è stato, dunque, questo non può es- sere avvenuto che a Romali signor Hanke era partito da Londra il 2 settembre, in aereo, alla vòlta di Parigi; da qui si era recato in pellegrinaggio a Lourdes. Fatto ritorno a Parigi, disse ai suol compagni in esilio che il giorno cinque si sarebbe recato a Roma, per conferire con l'arcivescovo polacco, Gamlina, che abita al n. 16 di via delle Botteghe Oscure. Un giornale romano ha voluto svolgere un'inchiesta per ricostruire alcune ore della giornata dell'ex-ministro polacco nella nostra città. La mattina del cinque settembre Hanke giunse effettivamente a Roma, ma non si presentò in casa dell'arcivescovo, molto probabilmente perchè aveva saputo che poco prima 11 prelato era partito per gli Stati Uniti. Invece è accertato che verso le ore 10 Hanke telefonò alla sede dell'ambasciata polacca presso i] Vaticano. Egli chiese un appuntamento per un colloquio con l'ambasciatore e l'appuntamento venne fissato per le ore 16. Hanke fu puntualissimo; vestiva di scuro, e non aveva con sè alcun bagaglio. Il colloquio si pn trasse per oltre mezz'ora, su argomenti vari e di circostanza. L'uomo appariva calmo, e non sembrava certo persona turbata da dubbi o passioni, e comunque alla vigilia di decisioni cosi importanti, come il ritorno nella Polonia comunista. Trascorsa mezz'ora, dovendo l'Ambasciatore recarsi ad un ricevimento In onore dei partecipanti al Congresso storico internazionale, fece presente all'ospite la necessità di allontanarsi, e il signor Hanke, nel congedarsi, espresse all'Ambasciatore il desiderio di visitare alcuni monumenti. Disse, inoltre, che alle óre 18 avrebbe preso, alla stazione Termini, il treno per Parigi. L'Ambasciatore accompagnò Hanke con la sua macchina alla visita del monumenti e poi lasciò il mezzo a disposizione dell'ex-capo del governo polacco In esilio affinchè si recasse alla stazione. Lo strano è che nessun treno partiva a quell'ora per Parigi. Hanke doveva, forse, vedere qualcuno? E perchè? L'ipotesi che trova maggior credito, nella colònia del fuorusciti polacchi residenti a Roma, è quella che Hanke fosse giunto nella capitale italiana, oltre che per vedere l'Arcivescovo, per conferire con qualche suo connazionale in-merito all'amnistia pròclamata dal governo di Varsavia nei riguardi di coloro che, dopo avere clandestinamente abbandonato la patria, vi facciano ritorno. L'incontro, però, gli sarebbe stato fatale: caduto in un tranello, dicono gli esuli, Hanke sarebbe stato costretto, suo malgrado, a partire per Varsavia.