Taruffi al secondo posto

Taruffi al secondo posto ■;lT Una gara niàhetòftà dominala dalle macchine tedeschi Taruffi al secondo posto Castel!cui sul "muletto,, Ferrari si piazza terzo e Behra con la Maserati aerodinamica è quarto - Le Fiat 8V si affermano nella Coppa Intereuropa DAL NOSTRO INVIATO Monza, lunedi mattina. Mentre ancora si stava disputando la Coppa Intereuropa, avi nspettacoto al 86° Gran Premio d'Italia, dal recinto dei garagés dove tecnici dirigenti e corridori si danno convegno quando le vetture non sono in pista, trapelava la voce che la scuderia Ferrari aveva deciso di rinunciare a schierare nel Gran Premio le tre vetture Lancia. Nei pressi dei grossi furgoni della casa modenese, il comm. Jano si aggirava con il mento sul petto, Nino Farina era accigliato, di pessimo umore, CastellotU saltava come morsicato dalla tarantola e andava ripetendo a destra e a manca che lui il « super-squalo > Ferrari 10 conosceva appena e supplicava che lo facessero partir? con la fedele Lancia. Che cos'era' successo t Bisognerà fare un passo indietro e riportarci agli allenamenti dei giorni scorsi. Ricorderete che sulla Lancia di Nino Farina erano stati lamentati distacchi di battistrada, e per questo motivo una parte dei corridori aveva espresso espli cite riserve sulla funzionalità dell'anello a curve sopraelevate Dal canto loro i tecnici delle gomme, che al pari della maggior parte dei costruttori di auto e dei piloti non potevano certo possedere esperienze; della nuova pista di Monza, lavoravano sulle pressioni di gonfiaggio dei pneumatici,. nella convinzione di-trovarne l'optimum che eliminasse ogni pericolo di dechapages. Poi sabato,. dopo le ultime prove, si comprese che il problema da affrontare era diverso: occorreva ùioè maggiorare 11 diametro delle ruote onde abbassare, a pari velocità, il numero dei giri delle ruote stesse, e raggiungere cosi la piena tranquillità a riguardo della tenuta dei pneumatici. Ila l'ostacolo era insuperabile, poiché non esisteva possibilità di rifornimento di cerchi-ruota del diametro adatto (17 pollici). .^Kisto l'atteggiamento dei corridori, nessuno dei dirigenti la scuderia Ferrari se la senti di assumersi la responsabilità, di far prendere la partenza alle Lancia con i cerchi dello stesso diametro (e quindi la misura di gomme) sperimentati nelle prove. : . Di qui il disappunto di Castelletti, e quello non minore di Farina, che all'ultimo mo- partire in qualsiasi condizione. Ma il comm. Jano e il maestro Ugolini avevano preso, la loro decisione, del resto pienamente giustificata, ove si consideri che oggi le corse automobilistiche si svolgono nell'atmosfera di psicosi che tutti conoscono. Comunque ii^ccmnici.^sm scuderia Ferrari.avevano nella notte provveduto a sostituire sul < muletto» di allenamento il motore con altro nuovo, oasi ohe le Ferrari * super-squalo.-» allineate in corsa risultarono quattro, proprio per mettere lo smanioso Castettotti \in grado di partecipare al suo primo Gran Premio d'Italia. Farina e Villoresi invece se ne rimasero ai- boxe 3. E' difficile dire adesso, se con le Lancia in gara le cose sarebbero andate diversamente, come cioè le Mercedes, messe probabilmente alla frusta, si sarebbero comportate. Ma in tutti, è inevitabile, rimarrà la convinzione che l'esito del XXVI Gran Premio d'Italia avrebbe potuto essere ben più favorevole alle nostre vetture. Forse anche senza cambio di pneumatici, perchè in realtà nessuna delie macchine in gara (si noti che le Ferrari montavano pneumatici della stessa marca e misura di quelli montati sulla Lancia) ebbe a lamentare i temuti inconvenienti di gomme. . La Mercedes ha dunque trionfalmente concluso il suo biennio di attività nelle corse di formula 1 (sembra ormai sicuro il ritiro dalle prove di campionato del mondo della casa di Stoccarda). Le vetture tedesche si sono riconfermate le più complete ed efficienti creazioni di questo difficilissimo settore costruttivo: nulla da eccepire anche in questa loro ultima corsa. Al <via> le Mercedes se ne sono andate in testa. Una, due, tre a quattro, con facilità irrisoria. Il solo Castelletti è riuscito a resistere per qualche qiro al ritmo sostenutissimo imposto da Fangio, Moss, Kling e Taruffi (proprio Castelletti, con la vettura Italia na meno preparata, come ab biamo detto). Poi l'equipe tedesca ha perso per strada due unità: prima Moss, che, attardato da una breve fermata ai boxes, nel baldanzoso tentativo di riagganciare i primi, realizzava il record sul giro (V46" 9/10 a 115,698 di media), ma metteva fuori uso la trasmissione; successivamente Kling, che rompeva il cambio. Tuttavia la dimostrazione di potenza offerta dalle Mercedes — schierate nei due tipi, aerodinamico e < svestito > — è sta ta ancora una volta del tutto con-vincente, e Fangio si è riconsacrato il miglior pilota del mondo, mentre il secondo arrivato, Taruffi, ci ha dato la relativa soddisfazione di vedere un pilota italiano in una posizione che da tempo non era stata più conseguita. La Ferrari si è difesa al di là di ogni aspettativa con l'ardente Castelletti. La Maserati è stata per un lungo periodo in lizza per un posto d'onore con Musso e Mieres, tanto bravi quanto sfortunati; la nuova vettura aerodinamica affidata a Behra, che è giunto quarto (l'ultimo dei non doppiati dalle Mercedes) non è parsa superióre agli altri tipi normali della Casa. Cordini e Vanwall non sono esistite. Questi cenni di commento e soprattutto l'andamento del XXVI Gran Premio d'Italia, possono anche esimere da una cronaca ' della corsa che non ha mai offerto spunti emozionanti o di particolare interesse. In mattinata si era svolta sul circuito stradale di 5750 metri, la VII Coppa Inter-Europa, tradizionale preludio al Gran Premio. Nella cilindrata fino a 1300 cmc. facile affermazione delle Porsche con Hanstein, Frankenberg e Goethe, davanti alle Alfa Romeo Giulietta sprint. Molto combattute le due classi maggiori: nella «due litri* le Fiat 8 V hanno dominato largamente ottenendo il primo e secondo posto con Guarducci e Zagato (sorprendente la media realizzata: 153,475), nonché il più alto chilometraggio assoluto durante l'ora di corsa. Nella classe 2600 ha vinto il torinese Ferdinando Gatta con la Lancia gran turismo 2500, anch'egli ad una media superiore ai 153 orari. |j, ,3. Foco prima del via: I primi tre classificati Fangio Taruffi (2) e Castelletti (3) fo' -afatl insieme (Dr abbassare a pari velocità il ento si dichiarò disposto

Luoghi citati: Italia, Monza, Stoccarda