La Juventus infrange nella ripresa la tenace resistenza del Padova; 3-0

La Juventus infrange nella ripresa la tenace resistenza del Padova; 3-0 Riscossa dei bianconeri nella partita di ricupero allo Stadio La Juventus infrange nella ripresa la tenace resistenza del Padova; 3-0 Pochi sprazzi di buon gioco in novanta minuti senza emozioni - La squadra juventina a disagio contro il "catenaccio,, dei veneti - Due reti di Boniperti ed una di Vairo Al terzo tentativo, l'incontro di campionato fra le squadre della Juventus e del Padova ha potuto finalmente avere svolgimento. Uno svolgimento fiacco e privo di emozioni però, come se gravasse sulle gambe dei giuocatori delle duo unità, il peso delle due partite dallo stesso nome, di cui soltanto parte della seconda aveva potuto essere giocata. La nebbia, battendo in ritirata di fronte alla cost'i l'organizzazione, si vro . adentemente nascosta net -ervello degli uomini. I quuii U. nero, per tutto il primo iéTnpo e per buona parte del secondo, un comportamento quale piti, scialbo e più. confuso non ai potrebbe immaginare. In questo nucleo di uomini, la cui mente ed i cui muscoli non avevano alcuna voglia di tendersi in grandi sforzi, comprendiamo anche l'arbitro che portò, con parecchie decisioni incomprensibili, il suo contributo al confuso e svogliato tono della giornata. I giocatori in maglia bianconera, lenti «d arrivanti sempre in ritardo sulla palla, hanno battuto forse, nel corso della gara, il primato della imprecisione: tanti sono stati i palloni loro che, sbagliando indirizzo, sono andati a finire direttamente nei piedi degli avversari. 1 quali, da parte loro, si sono dimostrati appena un po' più svegli e più veloci dei juventini. Per lungo tenipo i patavini, che pure posseggono un buon controllo' della palla, hanno dato l'impressione di non spingere a fondo. Soltanto verso il termine dell'incontro essi hanno sfoderato un po' di decisione e di energia, andando all'attacco ed uscendo da quel dispositivo di sicurezza tipo catenaccio che, con lo specializzato in materia Blason e colla mezz'ala destra Pison in posizione permanentemente arretrata, avevano adottato. La partita, che faceva pensare ad un pranzo natalizio per ventitré persone non ancora completamento assimilato o dimenticato, haavu.to, fortunatamente, con la terza rete della Juventus, una chiusura che ha indotto all'indulgenza coloro che dovevano essere severi: l'episodio dell'improvviso tiro di Boniperti » stato il migliore, il solo veramente bello di tutti i novanta minuti: Tutto il rimanente è stato cosa di poco o nessun rilievo, ed è bene, in periodo di festività, parlarne :neno che si può. Il tempo si era finalmente '■J al bello, nel senso che 'po' di sole che c'era aveirntanato ogni pericolo di «ipua offensiva della nebcafr ^"jmo tempo è stato il g gp' dei due. I bianconeri fidano regolarmente buo<&,'ndi in ogni duello per lya, e quando andavano ficco, cosa che avveniva itcon relativa frequenza,si ,:pevano ogni volta le corna al Contatto colla chiusa difesa degli ospiti. Attaccavano anche male, i juventini staisi: senza ordine, senza senso pratico, senza idee chiare. Nulla in essi, della vivacità e della decisione della partita di quattro giorni prima contro il Milan a San Siro. A rompere la monotonia del giuoco scialbo ed inconcludente, non erano, in questi primi quarantacinque minuti, che alcuno disavventure dogli avanti patavini. Una di essi fu proprio stramba. Erano quattro soli, questi avanti, e molto spesso anche tre. Ora, nell'episodio di cui parliamo, due di essi riuscirono a presentarsi in piena libertà davanti a Viola. Giunti a quella posizione d'oro, si fermarono per tema di trovarsi fuori giuoco. Superata, pei mancanza di intervento dell'arbitro, la prima incertezza, incapparono in una seconda: quella del < tiri tu. o tiro io? >. Erano, a due passi, in due: la vinse il portiere bianconero che, come un terzo incomodo, piombò sulla palla mentre il tiro stava finalmente per partire, e liquidò cosi la situazione. Al riposo della metà tempo si giunse quindi con la convinzione che di reti non se ne sarebbero viste nella giornata: per la semplice incapacità di segnarne delle dite parte in causa. Invece ne saltavano fuori due, per la Juventus, poco dopo la ripresa del gioco, a cinque minuti di distanza l'ima dall'altra. Al 5° minuto l'arbitro puniva, per gioco pericoloso, i patavini, appena fuori della loro area di rigore, sulla sinistra. Lungo traversone aito di Praest. Leggero tocco di testa di Colella, che metteva improvvisamente in possesso Boniperti. Pronta puntata del capitano verso, l'angolo destro della porta e rete. Al 10' minuto, centro di Oppezzo dalla sinistra verso la destra: Vairo, non lontano dal montante, è in sospetta posizione di fuori giuoco, l'arbitro tace, e lui di testa devia in rete. Poi di nuovo buio pesto per tutto il periodo centrale del tempo, col Padova che si sbottona, insiste all'attacco, ma non conclude proprio nulla. Finché, a cinque minuti dal termine, Turchi che si è scambiato di posto con Montico, tocca lateralmente a Boniperti. Questi che arriva in piena corsa, sferra, da qualche metro fuori area, una solenne legnata: a qualche centimetro da terra, la palla batte tutti e finisce irresistibilmente in rete, quasi a filo del montante sulla sinistra del portiere. Sprazzo finale luminoso di novanta minuti di giuoco opaco. Vittorio Pozzo JUVENTUS — Viola; Corradi, Garzeria; Turchi, Nay, Oppezzo; Colella, Montico, Boniperti, Vairo, Praest. PADOVA — Bologmvi; Bloson, Zorzin; Scagnellàtp, Azzini, Mori; Agnoletto, Pison, Bonistalli, Chlumento, Stivanello. Arbitro: Guarnasclielli di Pavia. Vairo (a destra) segna di testa il secondo goal della Juventus contro il Padova

Luoghi citati: Padova, Pavia